Armine Harutyunyan: diversa da chi?

Armine Harutyunyan

È senza dubbio la protagonista indiscussa di pagine Instagram, Telegionarli e (senza dubbio) dell’opinione pubblica. Sto parlando di Armine Harutyunyan, la modella 23enne scelta da Gucci per la sfilata della sua nuova collezione.

Di fronte al conclamato clamore generato dall’aspetto estetico di una ragazza che nel pieno della sua carriera si è trovata vittima di quello che comunemente chiamato body shaming.

Siamo davvero nel 2020?

Siamo nel 2020 e non facciamo altro che definirci persone moderne dalla mentalità aperta.

Se solo sentiamo qualcuno un pò attempato utilizzare parole lontane dai nostri schemi di pensiero, quasi arcaiche, siamo improvvisamente colti dal dovere morale di difenderci e ricordare a quella persona che “Caspita, siamo nel 2020!”.

Siamo i più bravi del mondo quando si tratta di dirlo, non c’è dubbio. Eppure, ogni volta che ci viene messa davanti la possibilità di poter dimostrare la nostra “apertura mentale”, ci ritroviamo a fallire terribilmente.

A farne le spese, in questa occasione, è stata proprio la giovane modella Armine Harutyunya.

Noi che ci lamentiamo tanto della perfezione

Noi che ci lamentiamo così tanto della bellezza inarrivabile ostentata sui social.

Eppure. quando ci viene presentata la normalità non possiamo fare a meno di criticarla.

La reazione che la maggior parte delle persone ha avuto nel vedere in Armine una bellezza così lontana da quella che siamo abituati ad associare alle modelle, ha fatto emergere una delle nostre più grandi paure, la paura della diversità.

Abbiamo paura del diverso, di quello che non è abitudinario.

Pensiamoci bene, ogni volta che ci troviamo di fronte ad una situazione o ad una persona molto lontana da noi, si innesca in noi la stessa reazione di quando veniamo attaccati da un agente patogeno: il sistema immunitario mette in atto un meccanismo di difesa affinché possa eliminarlo per farci tornare a stare bene.

Ecco, il nostro cervello fa esattamente la stessa cosa: nel momento in cui ci avviciniamo a qualcuno per noi estraneo (non perchè non lo conosciamo ma perchè è diverso), subentra in noi una sensazione di ansia, angoscia, paura dettate dall’incapacità di non sapere come affrontare una situazione di fronte alla quale non siamo abituati a stare e che ci fa sentire a disagio.

Diverso da chi?

L’estraneo ci rimanda inconsapevolmente a quegli avvertimenti che i nostri genitori e i nostri nonni ci ripetevano da piccoli per assicurarci che non ci avvicinassimo alle persone, secondo loro, sbagliate: “L’uomo nero è pericoloso”; “I gay non sono persone normali”; “Le donne con i capelli corti sono tutte lesbiche”; “Le persone grasse fanno schifo”, e chi più ne ha più ne metta!

Per noi diventa perciò automatico difenderci, e mettere all’opera quei meccanismi di protezione che mamma o papà ci hanno ripetuto fin da piccoli.

Ecco allora che, crescendo, il nostro atteggiamento nei confronti di coloro che ci hanno insegnato essere diversi sarà un atteggiamento di evitamento, restrittivo, che ci da l’impressione di farci rimanere nella nostra “comfort zone”, ma che in realtà ci espone pericolosamente al rischio di essere infelici in cambio di un po’ di sicurezza in più.

La difficoltà nell’accettare la diversità dell’altro

La difficoltà nell’accettare la diversità dell’altro, in realtà, nasce dall’incapacità di accettare noi stessi, e quando non siamo capaci di accettare noi stessi, crediamo che neanche gli altri possano farlo.

Una continua paura del giudizio altrui ci porta inevitabilmente a sopprimere la nostra vera natura. Porta le persone ad omologarsi con quelle che sono le idee del pensiero comune, e all’interno del quale ci sentiamo accettati.

Infatti, credo che molti dei leoni da tastiera che si sono divertiti nel deridere Armine Harutyunyan per il suo aspetto fisico non pensassero tutti a quanto fosse brutta, ma nel vedere l’opinione pubblica concordare tutta sulla stessa cosa, li ha portati a seguire il gregge e a commentare con il medesimo giudizio negativo. D’altronde, pensarla uguale a tutti ci protegge dal ricevere critiche.

La diversità richiede coraggio

Essere diversi richiede coraggio, raccontare di un passato diverso richiede coraggio.

Siamo pronti a distaccarci dall’opinione comune e a non colmare il nostro bisogno di sentirci accettati?

Siamo pronti a sostenere le critiche e a sopportare il senso di emarginazione da quel gruppo che non condivide ciò che pensiamo?

Saremo pronti a contraddire nostra madre o nostro padre rischiando di deluderli seguendo la nostra volontà?

La risposta dipende da quanto siamo disposti a metterci in discussione: se saremo disposti a toglierci gli occhiali che ci fanno vedere l’estraneo come una minaccia e a sostituirli con delle lenti che ci mostrino la diversità come un’opportunità, allora potremmo rispondere “Si, sono pronto!”

Il “diverso” da me, è soltanto qualcuno a cui posso avvicinarmi con curiosità per apprendere, imparare, crescere, rendermi conto di poter condividere esperienze allo stesso modo con cui lo farei con un mio “simile”.

Prepariamo le nuove generazioni a capire che tra i loro compagni di classe ci sarà sempre un bambino un po’ più in sovrappeso, ma che per questo non deve essere preso in giro; una ragazza che non svilupperà le stesse forme della media delle altre ragazze, ma non per questo deve essere considerata meno bella; un ragazzo a cui piace passare più tempo da solo, ma che non per questo si deve pensare che se lo coinvolgo in un’attività di gruppo lui non avrà il piacere di partecipare.

Cominciamo ad insegnare che la diversità è opportunità per crescere, che essere diversi dagli altri vuol dire essere “unici”, e che l’unicità è una forma incredibile di bellezza.

Contenuto a cura di Eleonora Peluso

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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