Arteterapia e Disturbi alimentari – alcune testimonianze

Cos’è l’arteterapia?

E’ un trattamento terapeutico che utilizza come principale strumento l’espressione artistica, allo scopo di promuovere la salute e favorire il percorso di guarigione. Più che sul risultato finale, il focus è sul processo creativo in sé che si propone come mezzo per esprimere le proprie emozioni e per comprendere e risolvere le criticità. 

Le origini

L’arteterapia come la conosciamo oggi ha origine nel 1900, anche se l’utilizzo dell’arte come strumento per affrontare sofferenze di natura psicologica risale già al tempo dell’Antico Egitto. Anche i Greci e i Romani hanno poi fondato gran parte della loro cultura sull’arte come mezzo per favorire la catarsi e alleviare le sofferenze.

L’arteterapia nell’ambito dei disturbi alimentari

L’arteterapia favorisce l’esercizio della consapevolezza del paziente, l’alleanza terapeutica e l’insight, in quanto le persone che si ammalano di un Disturbo della Nutrizione e Alimentazione (DNA), nella maggior parte dei casi tendono a chiudersi in se stesse a seguito di un vissuto caratterizzato da una difficoltà nell’esprimere i propri vissuti attraverso la verbalizzazione.
L’arteterapia consente inoltre di mettere in comunicazione mente e corpo. L’attività creativa richiede infatti non solo un lavoro intellettivo legato all’immaginazione del prodotto artistico, ma anche un lavoro motorio, percettivo e sensoriale legato alla produzione in senso stretto.

Su quali aspetti permette di lavorare l’arteterapia?

L’arteterapia consente di utilizzare un linguaggio diverso da quello verbale, moderando l’attività di razionalizzazione. 

I laboratori di arteterapia rappresentano uno spazio di crescita in cui è possibile sperimentare la propria soggettività, nonché relazionarsi e confrontarsi con gli altri partecipanti. Questa pratica costituisce inoltre un valido aiuto per smussare gradualmente la tendenza al perfezionismo, poiché sposta l’attenzione dalla qualità estetica del risultato al processo creativo e, soprattutto, al significato di ciò che si è realizzato in termini di comunicazione. 

La testimonianza di Francesca

Francesca, volontaria dell’Associazione, racconta la sua esperienza

“Disegnare mi è sempre piaciuto. Quando è cominciato il mio percorso di cura ho sentito il bisogno di iniziare ad esprimermi, e, facendo fatica con le parole, ho iniziato a farlo disegnando fumetti. Questo mi aiutava a sentirmi più di un corpo, a guardarmi allo specchio e a vedere quello che c’era all’interno, dietro la mia immagine. Mi guardavo e pensavo che non avevo più solo un corpo da offrire, ma anche qualcosa che forse era ancora più interessante. 

Dopo qualche mese sono stata ricoverata in un centro in cui tenevano un laboratorio di arteterapia. Io ero già allenata ad esprimermi attraverso l’arte, un po’ meno con le parole. Ma forse questo capita ancora oggi.

Ho vissuto quel corso di arteterapia come uno spazio in cui qualcuno riconosceva le mie capacità. Non so se fosse strutturato proprio in modo “corretto”, ma so che noi ci sedevamo lì e loro ci chiedevano di disegnare e dipingere. E in questo modo ci consentivano di esprimerci, di portare la mente in luoghi diversi, dove non c’erano solo quei pensieri che ci facevano stare male. Scoprivamo una passione, una parte di noi che andava al di là della fisicità del nostro corpo. 

Ovviamente ricordo anche che ogni tanto c’era un po’ di competizione, e ricordo anche le reazioni spiacevoli nei confronti di chi era “più bravo”. Ma è stata un’occasione di crescita anche questa, perché ci ha permesso di affrontare in un ambiente protetto delle dinamiche che si verificano anche all’esterno della comunità.

Io credo che l’arte mi abbia aiutata a salvarmi, e continua a farlo ancora oggi. 

Oggi studio grafica e illustrazione all’Accademia delle Belle Arti perché mi fa stare bene. Perché, oltre alla passione, sento di avere qualcosa da dire e so che in questo modo riesco a dirlo come desidero. Lo faccio perché con l’arte ho imparato ad avvicinarmi agli altri laddove con i gesti e le parole non riuscivo. 

Ho trasportato l’arteterapia nella mia vita di tutti i giorni per tramutare emozioni e sensazioni molto forti in qualcosa che non mi danneggiasse. È come se queste sensazioni, troppo intense per riuscire a stare nel mio corpo, uscissero fuori e si poggiassero su un foglio bianco qualunque per mostrarmi la loro forma”.

Uno spunto pratico:

In seguito trovate un’attività che unisce l’essere presenti a se stessi, l’esplorazione delle nostre risorse e desideri e il focus su ciò che ci accade di bello durante la giornata. Mettere su carta, scrivendo o disegnando, può aiutarci a visualizzare meglio e fissare nella mente i nostri punti di forza e ciò che abbiamo bisogno di tenere stretto a noi. 

Ci avete mai provato?

Ecco a voi  una piccola linea guida da cui poter partire:

  • Procuratevi i materiali con cui siete più a vostro agio: fogli di carta o cartelloni, cartoncini, matite o pennarelli, colori a cera, tempere, colla e forbici al bisogno;
  • Disegnate 1 contenitore su 3 fogli diversi: dei bauli, zaini, valigie o semplici forme geometriche;
  • Il primo contenitore è quello delle risorse! Con il materiale a disposizione create scritte, immagini, simboli che rappresentino ciò che già è dentro di voi e vi aiuta ad andare avanti anche nei momenti difficili. 
  • Potete integrare con una riflessione scritta, ampliando ciò che sentite o volere tenere custodito al suo interno.
  • Il secondo contenitore, invece,conterrà ciò che non vorreste dimenticare. Amicizie, ricordi, esperienze, ciò che si è imparato. Ovviamente la lista potrebbe essere infinita: non preoccupatevi se dentro non ci starà tutto. Potete ripetere questo esercizio ogni volta che ne sentirete il bisogno, e sarà sempre solo un piccolo punto di partenza per la propria consapevolezza.
  • Il terzo contenitore è quello del futuro: speranze, sogni, desideri, piccole fantasie.

Lasciate sedimentare queste piccole grandi cose dentro di voi, poi fermatevi ad osservare gli elementi nei 3 contenitori. Ce ne sono di simili, comunicanti, affini? 

C’è qualche colore che ritorna tra i 3, sottili fili conduttori che legano, ad esempio, una risorsa o un’esperienza passata ad un desiderio futuro?

Come vi ha fatto sentire questo esercizio?

Avete scoperto parti o punti di te che non conoscevate?   Avete individuato nuovi punti di forza, idee, percorsi percorribili?

Speriamo che questo spunto vi sia stato utile!

Per concludere

Ci sono vissuti difficili da tradurre a parole. L’arte è uno strumento “ponte” per dare forma a ciò che sembra inesprimibile e per entrare in contatto con le proprie emozioni. 

Negli spazi terapeutici i contenuti che emergono dal processo artistico sono accolti, espressi, riconosciuti e valorizzati,  configurandosi come opportunità di crescita e cura.

L’articolo è stato scritto da Francesca e Alessia, volontarie dell’Associazione

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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