Dopo i dati pubblicati dal Wall Street Journal sull’impatto che Instagram sa di avere sui ragazzi ma non fa nulla, i legislatori presenti all’ultimo Congresso Americano sui Social Media, tenutosi in Wisconsin l’8 dicembre 2021, incolpano Instagram per la mancata sorveglianza sui contenuti che promuovono i disturbi alimentari. In particolare, la Senatrice Tammy Baldwin addita l’applicazione dicendo che “Instagram non fa abbastanza per moderare ed eliminare quei contenuti e devono davvero raddoppiare i loro sforzi (per eliminarli ndr)”.
Le policy che regolano le pubblicazioni sono chiare: non possono essere pubblicati contenuti che promuovono comportamenti malsani, diete restrittive e corpi emaciati, ma molti di essi compaiono comunque sui nostri schermi.
Che cosa ha detto il CEO di Instagram?
Adam Mosseri – Ceo Instagram – si è assunto la responsabilità ed è già pronto ad intervenire per fare di più e mettere fine ai contenuti che possono innescare comportamenti disfunzionali e che fomentano il disturbo nelle persone che ne sono già affette. Oltre a immediati controlli più tempestivi e severi, da marzo 2022 Instagram metterà a disposizione di genitori e tutori un canale educativo per monitorare e migliorare il tempo speso dai loro figli sulle piattaforme social. Lo stesso Mosseri ammette che non è un problema che riguarda solo Instagram, ma che dilaga su tutte le piattaforme (come Facebook, TikTok, Snapchat) e che la responsabilità è anche di applicazioni molto in voga come conta calorie e conta passi.
Tutti questi strumenti danneggiano gli utenti affetti da disturbi alimentari.
Che cosa c’è dall’altro lato?
Ma guardiamo l’altra faccia della medaglia: come afferma la terapeuta familiare Lisa Tutskey al Congresso, se è vero che molti contenuti sono tossici e innescano pensieri e comportamenti disfunzionali, è anche vero che l’uso di applicazioni come Instagram permette di creare comunità di supporto fra pari. Quindi è anche e soprattutto responsabilità nostra, che siamo utenti, pubblicare contenuti consoni al rispetto verso gli altri, prima di tutto verso noi stessi. Abbiamo tutti gli strumenti per trasformare un’applicazione fondata sulle apparenze come Instagram in una risorsa preziosa di supporto per ogni tipo di disturbo, sofferenza e problematica.
Noi possiamo scegliere: possiamo dare potere alle parole e alle azioni di chi promuove messaggi di salute e salvaguardia, possiamo invece decidere di non seguire chi promuove il contrario. Possiamo segnalare i contenuti che non ci fanno sentire bene e crearne di nuovi che non siano trigger per chi ci guarda.
Abbiamo la responsabilità di creare spazi sicuri per noi e per chi verrà in futuro e disponiamo di ogni risorsa e di ogni possibilità per farlo. Ripartiamo dalle basi.