Spesso, quando parliamo di Disturbi Alimentari (DCA), è luogo comune associarli ad una malattia relativa al mondo femminile, ma così non è. In realtà anche i ragazzi e gli uomini soffrono di DCA e molti di loro affrontano questa condizione da soli, ad esempio per vergogna. Altre volte ancora affrontano un DCA senza nemmeno rendersi conto di avere un problema. Di conseguenza, i soggetti potrebbero non rivolgersi a strutture di aiuto poiché percepiscono le problematiche alimentari come un segnale di debolezza e impotenza.
Parlano i numeri: ragazzi e adulti con DCA
Negli uomini affetti da DCA la malattia si manifesta più tardi rispetto che nelle donne, generalmente nella tarda adolescenza. Nonostante ciò i DCA sono sempre più rintracciabili negli uomini di ogni fascia d’età.
Si parla di anoressia e bulimia, ma anche di vigoressia, ortoressia e diabulimia, per citarne alcuni. Statisticamente al giorno d’oggi, i maschi rappresentano circa il 10% dei pazienti con anoressia nervosa (AN) e bulimia nervosa (BN) e il 30–40% dei pazienti con disturbo da alimentazione incontrollata (BED).
I dati suggeriscono che i tassi di disturbi alimentari tra i maschi sono in aumento. Infatti alcuni studi riportano che fino al 25% dei pazienti con AN sono maschi. Gli studi presi in considerazione attestano che AN e BN nella popolazione maschile costituiscono il 5-10% di tutti i casi, ma la prevalenza risulta superiore se si considera la popolazione giovanile.
In uno studio recente è stato rilevato che un quarto dei pazienti preadolescenti che soddisfano i criteri per i DCA erano maschi. Questi numeri sembrano aumentare in adolescenza, per cui la prevalenza di DCA nella popolazione maschile, secondo il DSM-5, è stata stimata intorno all’1,2% a 14 anni, al 2,6% a 17 anni e al 2,9% a 20 anni.
Per quanto riguarda la BN, i dati si attestano rispettivamente allo 0,4%, allo 0,7% e all’1,6%. Considerando la prevalenza in relazione al genere in adolescenza, l’1,2% dei maschi sviluppa AN o BN rispetto al 5,7% delle femmine, mentre il BED risulta la diagnosi più comune tra i giovani maschi, con una stima intorno al 2% (contro il 3,5% circa delle femmine).
La sintomatologia dei DCA negli uomini
Nei DCA gli uomini e i ragazzi, a differenza delle donne, mostrano meno preoccupazione per il loro peso e le loro dimensioni corporee. Anziché impegnarsi a diventare magri, infatti, i maschi mirano ad avere un fisico “ideale” snello e muscoloso con eccessivo esercizio fisico e diete iperproteiche. Questo, in aggiunta a fattori quali disturbi dell’umore, storie di avversità infantili (abusi fisici e psicologici, degrado, ecc), l’abuso di alcol e disturbi psicotici, possono incentivare il mantenimento dei sintomi del DCA. Gli uomini affetti da disturbi alimentari possono inoltre manifestare alterazioni endocrine e funzionali, come bassi livelli di testosterone e perdita di potenza sessuale. Tali ipotesi, già avanzate in studi precedenti (Morgan, 2008) sono state recentemente confermate in uno studio condotto da Gorrel e Murray (2019).
Come aiutare gli uomini con un DCA?
Dietro a un atteggiamento schivo, solitario e impenetrabile si nasconde un universo immenso fatto di sensibilità, intelligenza, fragilità e forza insieme, voglia di sentirsi compresi ma non giudicati, bisogno di non sentirsi soli. Gli uomini che soffrono di un disturbo alimentare potrebbero trovare un grande sollievo in una comunicazione. Una comunicazione che possa essere uno scambio reciproco, privo di giudizio. Questo può accadere soprattutto se è l’altro ad aprire il discorso (in maniera delicata) così da alleggerire da questa incombenza il diretto interessato.
Un disturbo alimentare non condiziona solo la vita di chi ne soffre, ma anche inevitabilmente delle persone che le sono vicine, come familiari, amici o partner. Queste persone dunque possono svolgere un ruolo importante nel percorso di guarigione della persona che soffre di un disturbo alimentare. Anche se non queste persone possono non conoscere a fondo la malattia ed il relativo trattamento, e quindi attuare atteggiamenti giudicanti per difesa da qualcosa di sconosciuto, possono essere la chiave per il miglioramento. Cerchiamo invece di essere neutrali, di ascoltare, accogliere, immedesimarci e non fare commenti inappropriati per far sentire l’altro compreso.
Il primo passo dunque per poter aiutare una persona con disturbi alimentari, è quello di informarsi sulle caratteristiche psicologiche e comportamentali di questi disturbi. Il secondo passo è quello di conoscere la relativa terapia.
Come dicevamo prima, non bisogna assumere un atteggiamento giudicante nei confronti della persona che soffre di questi disturbi: mostriamoci invece sempre pronti per aiutarla ad uscirne. Anche se ciò può essere difficile da comprendere, la persona con un DCA non vuole semplicemente “attirare l’attenzione” o è una “persona superficiale”, ma si trova incastrata in uno schema disfunzionale che non le permette di condurre una vita sana.
Informarsi e comprendere per stare accanto gli uomini con DCA
Dunque, la questione importante per una persona affetta da DCA, che sia di sesso maschile o femminile, è quella di riuscire a parlarne con qualcuno a loro vicino, un familiare, un amico che li aiuti. In seguito è importante affrontare la malattia con un esperto del settore. Per dare un ulteriore apporto alla guarigione, chi sta vicino ad una persona con DCA può informarsi sul tema in modo scientifico, da fonti attendibili, con un approccio multidisciplinare costituito da interventi psicoterapeutici, nutrizionali, medici e farmacoterapeutici.
L’articolo è stato scritto da Fabiana e Nicole, volontarie dell’associazione
