Come fornire supporto a chi soffre di un Disturbo Alimentare

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Se la salute di una persona a te cara ti preoccupa, è importante incoraggiarla a cercare tempestivamente un aiuto da parte di un professionista, così da potersi assicurare le migliori possibilità di guarigione. Il trattamento dal punto di vista clinico, effettuato cioè da un team di esperti del settore, è però solo una parte del percorso di recovery. Ci sono strade che vanno oltre e ti consentono di assumere un ruolo fondamentale nell’aiutare chi soffre, divenendo parte attiva del processo di guarigione. Ci sono infatti tanti modi per poter dare supporto a chi soffre di Disturbi Alimentari (DCA).

Le opzioni possono andare dall’essere una spalla di supporto, all’accompagnarla al supermercato, fino al supportarla prima, durante e dopo i pasti. Naturalmente, ogni persona è unica e ha necessità diverse, ma questa piccola guida può fornirti alcune idee su cosa puoi fare per essere d’aiuto.

E, non dimenticare, anche prenderti cura di te stesso è una delle cose più importanti che puoi fare se vuoi dare supporto a chi ami.

Alcuni consigli per offrire un supporto

  • Riconosci quanto la malattia possa essere dolorosa e difficile.
  • Informati quanto più possibile sui Disturbi del Comportamento Alimentare.
  • Evita discorsi su peso, forma, cibo e diete, e cerca di mantenere un rapporto sano con cibo ed esercizio fisico.
  • Tieni presente che le cose possono migliorare, e assicura (e rassicura) che la guarigione è un obiettivo, per quanto difficile, non impossibile.
  • Chiedi cosa puoi fare per aiutare: ad esempio potresti aiutarla a mantenere una routine alimentare, offrire ascolto dopo i pasti o discutere delle emozioni e stati d’animo che si stanno provando. Capita che le persone che soffrono di un Disturbo Alimentare cerchino di allontanarsi, costruendo un muro tra di voi. Può essere utile ricordargli che sei lì nel caso avessero bisogno.

Come essere di supporto durante i pasti

Il momento del pasto è particolarmente delicato per coloro che soffrono di DCA, così come per chi li supporta. Ci sono comunque accorgimenti che puoi mettere in pratica per migliorare la situazione:

  • Organizza il pasto in anticipo, assicurandoti di avere tutti gli ingredienti necessari per evitare sorprese last-minute che potrebbero generare ansia.
  • Quando mangiate con coloro che hanno un DCA, concorda con loro il menù, l’orario e chi sarà presente. Pensa anche alle dimensioni delle porzioni.
  • Se la persona a cui stai offrendo supporto ha difficoltà nel fare la spesa a causa dell’ansia, ad esempio, legata alle etichette nutrizionali, offriti di fare la spesa per lei o di accompagnarla.
  • Alcune persone che soffrono di abbuffate possono avere difficoltà con la sovrabbondanza di cibo nei supermercati. Scrivere insieme una lista e andare insieme al supermercato può alleviare questo problema. Anche fare la spesa via internet può essere di grande aiuto per alcune persone.
  • La reintroduzione di cibi a lungo temuti ed evitati può essere una prova difficile. Pianificate insieme all’equipe medica il giorno e l’ora in cui affrontare questi alimenti.
  • Quando fai la spesa, evita le confezioni convenienti dei cibi evitati o temuti. Preferisci acquistare il cibo sotto forma di singolo articolo, rendendo il tutto più gestibile per la persona affetta da DCA.
  • Fatti guidare chiedendo cosa renderebbe il momento del pasto più facile, che sia avere la televisione o la radio accesa, colorare un disegno, fare un puzzle o conversare. Stilate insieme una lista di tecniche di distrazione da usare quando in difficoltà, utile anche in altri momenti della giornata.
  • Mantieni una conversazione leggera durante i pasti, evitando argomenti delicati come diete o l’andamento del percorso di guarigione.
  • Le persone che soffrono di Disturbi Alimentari di tipo restrittivo possono sperimentare fastidi fisici durante il ritorno a una regolare alimentazione. Segui le indicazioni dell’equipe medica e sostieni la persona cara attraverso questo periodo di adattamento.
  • La sera è spesso il momento più vulnerabile per coloro che soffrono di abbuffate. Chiedi cosa puoi fare per essere d’aiuto e fatti indicare i momenti di maggiore difficoltà per garantire un aiuto costante.

Come dare supporto nella socializzazione

Le persone che soffrono di Disturbi dell’Alimentazione tendono ad isolarsi. Farle sentire incluse e impedir loro di chiudersi in sé stesse spesso richiede uno sforzo importante. Come fare?

  • Nonostante il DCA spinga verso una condizione di isolamento, invita comunque la persona cui tieni a partecipare ad attività di gruppo e familiari.
  • Organizza eventi sociali che non ruotino intorno al cibo o all’attività fisica, come provare diversi lavoretti o giocare a giochi da tavolo.
  • Dedica del tempo per discutere su argomenti estranei alla malattia e al percorso di guarigione. Anche se può sembrare difficile, la persona che ami è ancora lì, al di là del Disturbo Alimentare.
  • Aiuta la tua persona cara ad esplorare nuovi hobby o a riprendere quelli che le piacevano. Se lo sport o l’esercizio fisico erano fonte di gioia prima del disturbo, discuti con il suo medico curante sul modo migliore per gestire la situazione.

Come fornire supporto nelle situazioni difficili

I Disturbi Alimentari spesso inducono le persone affette a comportarsi in modi estranei al proprio carattere. Sebbene il trattamento sia la scelta migliore per guarire completamente, per chi soffre di un DCA può essere spaventoso e intimidatorio. Chi affronta un Disturbo Alimentare potrebbe resistere, manifestando emozioni forti e risposte offensive durante i tentativi di aiuto. Ecco alcune cose da tenere a mente per gestire questi momenti, evitando di aggravare la situazione:

  • Se la situazione è tesa, potrebbe essere utile prendere una pausa e parlare quando tutti sono più calmi, assicurandosi che la sicurezza di tutti sia una priorità.
  • Cerca di evitare di rispondere alla rabbia con rabbia. Anche se è normale sentirsi frustrati, cerca di non far emergere questa frustrazione davanti alla persona cara.
  • Non sentirti troppo in colpa se ti trovi ad arrabbiarti con lei. Dopo che le acque si sono calmate, spiega le tue emozioni alla persona in questione e incoraggiala a fare lo stesso. Comunicare le vostre opinioni ed i vostri sentimenti può essere d’aiuto nel semplificare la situazione ed evitare che succeda nuovamente.
  • Dopo un momento difficile, prenditi del tempo per te stesso. Spiega che non stai biasimando la persona cara per le sue reazioni, ma che hai bisogno di prenderti cura anche del tuo benessere, riconoscendo l’importanza dell’autocompassione e ispirandola a fare lo stesso.
  • Quando parlate, dimostra che hai ascoltato le sue preoccupazioni o le sue difficoltà, ripetendo alcune delle parole che ha utilizzato e riflettendo su di esse. Ad esempio, se ti ha gridato contro: “Sarebbe meglio se ti facessi da parte, peggiori solo le cose”, potresti rispondere con “Cosa posso fare per non peggiorare le cose?”. Tieni a mente che, per quanto la persona che stai sostenendo sia malata, ci sono ancora dei limiti da mantenere nei momenti di litigio. Stabilisci chiaramente cosa è accettabile e cosa non lo è non appena le acque sono calme.
  • Parla con le altre persone coinvolte su come affrontare situazioni emotive accese. Elaborare un piano congiunto è utile per evitare approcci contrastanti che possono peggiorare la situazione. Coinvolgere anche i professionisti, con il consenso della persona amata, può essere una buona mossa.

Il linguaggio come strumento di supporto

Il nostro linguaggio non è sempre adatto a tutte le situazioni. Quando al centro della comunicazione c’è il rapporto con il cibo ed il proprio corpo è fondamentale adottare una certa delicatezza. Alcune frasi apparentemente banali possono andare a peggiorare la situazione. Ecco alcune alternative per comunicare con sensibilità:

  • Evita frasi come “Mangia normalmente”. Potrebbero far sentire colpevole la persona. Piuttosto, riconosci la difficoltà che sta affrontando, tenendo a mente che si tratta di gravi malattie mentali, e offri il tuo sostegno.
  • Evita di fare commenti sull’aspetto fisico delle persone e di coloro che sono malati di DCA, in quanto possono essere mal interpretati. Prova invece a chiedere alla persona cara come sta o fai complimenti su aspetti che vanno oltre il corpo, come un capo d’abbigliamento o un accessorio.
  • Evita di dire “Vorrei avere il tuo controllo”. Ricorda che i DCA vengono spesso utilizzati come un meccanismo per superare le difficoltà e un modo per sentirsi in controllo. Tuttavia sono percezioni errate. La persona che soffre di un Disturbo Alimentare è sottomessa al controllo della malattia e la lotta contro pensieri e comportamenti malati è dura. Un disturbo alimentare non è mai una scelta.
  • Evita di semplificare dicendo “Basta solo smetterla di mangiare così tanto”. Questo commento potrebbe essere interpretato come: “sei grasso, l’alimentazione incontrollata non è un problema, smettere di abbuffarsi è facile”. Riconosci invece quanto è difficile e stressante vivere con un Disturbo Alimentare e offri il tuo aiuto.
  • Al posto di “Riprenditi presto”, rassicura la persona amata che sei lì per sostenerla durante tutto il processo di guarigione. Falle sapere quanto sei orgoglioso di lei per aver sfidato la malattia.
  • Evita di dire “Vorrei avere il tuo fisico”, perché va a minimizzare la lotta contro il DCA. Concentrati su argomenti diversi da cibo, fisico o esercizio fisico.
  • Non minimizzare il problema dell’alimentazione incontrollata con frasi del tipo “Posso tranquillamente finire un pacchetto di biscotti, così so esattamente come ti senti”. Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata è estremamente angosciante e comporta una perdita di controllo sulla quantità di cibo ingerito. È importante evitare di banalizzare ciò che la persona sta attraversando.

Separare la persona e la malattia

Esternare il Disturbo Alimentare, ossia vederlo come distinto dalla persona amata, può essere uno strumento utile per affrontare la malattia e sfidare i comportamenti ad essa legati. Questa sfida al DCA può portare la persona malata ad assumere un comportamento anomalo, anche aggressivo, ma ciò è dovuto alla reazione della malattia che si sente minacciata.

Questo approccio può anche aiutare la persona a riconoscere i pensieri e i comportamenti come parte del disturbo alimentare. Ad esempio:

  • “Cosa diceva il disturbo alimentare per farti sentire incapace di mangiare la tua merenda?
  • “Cosa diceva il disturbo alimentare per ingannarti e farti vomitare dopo la cena?
  • “Come ti fa sentire il disturbo alimentare?”

Separare la persona dalla malattia può ridurre la sensazione di colpa e critica in coloro che soffrono di DCA, poiché entrambi riconoscete che è il Disturbo a parlare.

Tuttavia, questo approccio potrebbe non essere adatto a tutti, soprattutto nel caso in cui la persona amata si identifica nel DCA, sentendosi parte di esso. Se questo è il caso, è importante discuterne approfonditamente con la persona cara e la sua equipe medica per trovare uno spazio di dialogo che sia positivo per tutti.

Fonte

https://www.centrodca.it/come-aiutare-una-persona-cara-che-soffre-di-un-disturbo-alimentare

L’articolo è stato scritto da Adela, volontaria dell’Associazione

Contenuto a cura di Animenta

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