DCA e sport: aiuto o dipendenza?

dca e sport: aiuto o dipendenza?

La dipendenza da allenamento rientra tra le dipendenze senza sostanza. Chi ne è affetto porta il proprio corpo ad un sovrallenamento, con un carico di intensità e tempistiche esagerate. Per gli sportivi compulsivi l’attività fisica regola l’umore, costituisce una sorta di compensazione ai propri squilibri interni e influenza direttamente l’autostima interna. Di conseguenza, data questa importanza data allo sport, non è possibile saltare le sessioni di allenamento o sostituirle. Questa dipendenza dall’attività fisica non è rara all’interno della sintomatologia di coloro che soffrono di Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). In questo articolo vediamo come si crea, che conseguenze ha e che benefici può portare.

Le cause della dipendenza da sport e allenamento

Le cause di questa dipendenza dall’allenamento fisico sono correlate a molteplici fattori. Tra i principali possiamo ricordare:

  • Pressione sociale e culturale per un corpo magro
  • Pressione sportiva per la competizione (per chi lo pratica a livelli agonistici infatti un possibile DCA può essere rappresentato dall’anoressia sportiva)
  • Personalità perfezionista, ansiosa, competitiva e insicura
  • Bassa autostima e insoddisfazione corporea
  • Stress emotivo e traumatico

Le conseguenze del troppo sport

Secondo i tempi e i ritmi dettati dall’intensa attività fisica di chi soffre di DCA, è possibile che i legami sociali si deteriorino. Infatti, soffrire di un DCA è di per sé un’esperienza complessa e delicata che può portare ad allontanare certe persone dalle vite di chi ne soffre: dando la priorità allo sport, in più, si evitano occasioni di convivialità e socialità.

Ma il sovrallenamento può anche portare a problemi di tipo fisico:

  • Affaticamento cronico, calo delle prestazioni, insonnia e disturbi gastrointestinali
  • Rischi di fibrillazione e infarto nei soggetti a rischio, aumento della frequenza cardiaca a riposo e un minor incremento durante l’esercizio
  • Indebolimento del sistema immunitario
  • Irritabilità, cambiamenti di umore e depressione

Occorre aggiungere che chi pratica sport in modo compulsivo ne perde anche la componente migliore, ovvero quella di gioco e divertimento. L’attività fisica verrà infatti scelta, molto spesso, soltanto per il consumo calorico che comporta. I propri interessi e gusti in ambito sportivo sono così messi a tacere in nome del dispendio calorico, peggiorando l’ossessione per il controllo e la sofferenza percepita.

I lati positivi dello sport per chi soffre di DCA

Lo sport, in particolare pugilato o sollevamento pesi, può anche essere di aiuto per chi soffre di un DCA. In questi casi, gli sport in questione inneggiano all’aumento di peso: ci si può quindi sentire legittimati ad “occupare più spazio” e guadagnare massa corporea al fine di aumentare le prestazioni e la forza. 

Il raggiungimento di un obiettivo legato alla performance potrebbe infatti costituire una motivazione all’incremento dell’apporto calorico, al miglioramento degli alimenti e all’aumento della quantità di nutrienti assunti. In questo modo è possibile ottenere un doppio beneficio: sia l’aumento della muscolatura al fine di praticare al meglio lo sport prescelto, sia una maggiore fiducia per il raggiungimento di nuovi obiettivi e miglioramento della performance. Questi benefici si rafforzano a vicenda e si autoalimentano.

Allo stesso tempo, però, è importante sottolineare che lo sport non è solo una performance finale: è il percorso che è importante. È fondamentale comprendere il valore intrinseco dell’attività sportiva, in noi e nel nostro rapporto con gli altri.

E’ stato dimostrato che l’inserimento dell’esercizio fisico nel processo di recovery può aumentarne l’efficacia senza avere un’influenza negativa sul peso. Questo avviene se l’esercizio fisico è praticato in modo sano e con attenzione soprattutto alla sua componente ludica e divertente. Di conseguenza, è necessario modificare la modalità in cui viene vissuta l’attività fisica, eliminando la componente ossessiva tipica dei DCA.

Quando l’esercizio è salutare?

Per definire l’esercizio come “salutare” è necessario concentrarsi sulla sua qualità e non sulla quantità. È esercizio salutare se è utile per il mantenimento del nostro benessere fisico e se non portara al suo sfinimento. È esercizio salutare se mira ad alleviare lo stress mentale e non accrescerlo.

Comprendere lo sport in quest’ottica è fondamentale perché, se così considerato, è in grado di sanare delle ferite tra corpo e mente che chi soffre di DCA conosce bene.

La mia esperienza: tra DCA e sport

Ad essere sincera questo è un argomento che mi riguarda da vicino e ci tenevo a condividere la mia esperienza perché questo rapporto influenza ancora ogni mia giornata.

Ho sempre visto lo sport come una parola positiva: tutti gli amici che ho avuto l’hanno praticato per socializzare e divertirsi, mentre io sono sempre stata una bambina molto pigra. Ho praticato ginnastica artistica e ritmica per diversi anni ma, in ogni caso, sono sempre stata spinta da mia madre a praticarla.

Soffro di anoressia nervosa da moltissimi anni, con molti alti e bassi.  Per me, nemmeno nel periodo acuto di ricovero, il movimento non è mai stato una fissazione. Così ho iniziato con uno sport che in molti mi sconsigliavano, visto le mie precarie condizioni di salute: lo spinning. Ma l’aspetto peggiore di questa scoperta, a parte la perdita repentina di peso, è stato vivere lo sport come un dovere. Lo sport si è trasformato in un rapporto molto simile a quello che ho con cibo, circondato da sensi di colpa se salto le sessioni e una aumento costante del tempo che gli dedico. A volte ci si trascina in palestra nonostante la stanchezza. Alla dipendenza affettiva dal peso, mi sono resa conto di averne aggiunta una ulteriore. Questo fa doppiamente sentire il peso di questa malattia. 

All’inizio non me ne sono accorta: piano piano si aumenta l’intensità e il tempo che si dedica allo sport, si rinuncia alla vita sociale e a vivere momenti da ricordare. Molte volte mi sono trovata a non essere di supporto o poter aiutare le persone a cui tengo perché era più importante fare attività fisica e perdere peso.

Penso che un grande passo per uscire dal mio DCA sia andare verso quella voce, la mia voce, che inizialmente è talmente bassa e flebile da non essere percepita. Imparare a rafforzarla e seguirla è il lavoro che va fatto. Seguirla è veramente difficile e doloroso, perché porta ad intraprendere un percorso fatto di alti e bassi, ma che sono convinta mi porterà ad alleggerire il macigno che mi porto sulle spalle da anni.

Lo sport può essere nostro alleato, se abbiamo le persone giuste che ci aiutano ad affrontarlo e che ci accompagnano nel recovery.

L’articolo è stato scritto da Lucia, volontaria dell’Associazione

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