Il dismorfismo corporeo è un disturbo mentale caratterizzato da una ricerca continua ed ossessiva per alcune imperfezioni estetiche, che comporta un grande disagio psicologico per chi ne soffre. Assume la forma di un perenne senso di insoddisfazione e di inadeguatezza, i quali possono addirittura limitare le normali attività quotidiane.
Non è insolito che le persone affette da Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) siano affette anche da dismorfismo corporeo. E non è insolito che le persone affette da dismorfismo corporeo possano incorrere in una serie di interventi chirurgici per andare a modificare le parti del corpo che vengono percepite come imperfette.
Spesso può essere difficile capire come essere di supporto a persone che vivono questo disturbo. Di seguito vediamo tre punti che possiamo mettere in atto per stare vicino a chi ne soffre.
Ascoltare
Per quanto sembri banale, ascoltare veramente quello che la persona sta vivendo è il primo passo per mostrare supporto. Mantenere un atteggiamento affettuoso ed esente da giudizio può far sentire l’altra persona meno sola. Non servono forzature per entrare nel discorso: a volte, basta sedersi e stare accanto alla persona che amiamo, lasciandogli/le il potere di scegliere se e quando aprirsi con noi.
È importante ricordare che non bisogna sostituirsi alla figura dello psicologo o dello psicoterapeuta, ma bisogna svolgere unicamente il ruolo di amic*.
Condividere
Passare del tempo insieme e svolgere attività che piacciono al* propri* amic* possono portare la sua attenzione a qualcosa di diverso dal proprio corpo.
È importante ricordare al nostr* amic* che ha un valore e un potenziale che va al di là del modo in cui percepisce il proprio aspetto. Condividere delle attività, non obbligando necessariamente a raccontare del proprio disagio, può far sentire l’altra persona meno sola.
Rispettare
L’ultimo passo prevede un rispetto dei tempi e dei modi della persona a cui vogliamo bene. Può capitare che faccia fatica ad aprirsi e a raccontare questo disturbo, che spesso viene vissuto con vergogna. È fondamentale non forzare un dialogo nei casi in cui il/ la nostr* amic* non sia ancora pront* a parlarne e, contemporaneamente, valicare i muri che molto spesso le persone costruiscono per camuffare questo senso di inadeguatezza e che portano ad isolarsi.
Rispettare i tempi non significa evitare il problema, ma accogliere le differenti fasi del percorso di ognuno.
Aiutare a chiedere aiuto: il dismorfismo corporeo si può superare
È importante, come già accennato, che il nostro ruolo all’interno della relazione rimanga quello di un* amic*: non siamo giudici, non siamo terapeuti, non siamo professionisti.
Il nostro ruolo amicale ha l’obiettivo di circondare la persona a cui vogliamo bene di amore e di farla sentire accolta in un ambiente di serenità. Per fare questo, a volte, è necessario fare un passo indietro e consigliare a chi ci sta vicino di intraprendere un percorso con una persona qualificata.
Può essere un momento difficile per l* nostr* amic* e per questo no dobbiamo imporci dall’alto come portatori di soluzioni. Dobbiamo consigliare, piano piano e con amore, una strada che può essere spaventosa ma che porterà a tanta luce.
L’articolo è stato scritto da Maddalena, volontaria dell’Associazione