Data la complessità dei disturbi alimentari, un adeguato trattamento richiederebbe la conoscenza e l’intervento di diverse aree specialistiche, tra cui quella della ginecologia.
Quali sintomi dei DCA sono connessi alla ginecologia?
Infatti, da questo punto di vista, avere un disturbo alimentare può comportare la manifestazione di varie problematiche, come cicli mestruali irregolari, amenorrea, dolore pelvico, vaginite atrofica o atrofia mammaria.
Per esempio, persone con Bulimia possono sperimentare amenorrea (assenza di mestruazioni), come accade spesso in Anoressia. Così come le evidenze suggeriscono un legame tra la Sindrome dell’Ovaio Policistico e la Bulimia o il Disturbo da Binge-eating.
Nella quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, però, non sono previsti i disturbi mestruali tra i criteri che caratterizzano le patologie alimentari.
Perché è importante il ruolo della ginecologia nel campo dei disturbi del comportamento alimentare?
In generale, considerando l’impatto che i disturbi alimentari hanno sulla salute psicofisica, un approccio multidisciplinare è sempre consigliabile.
Inoltre, secondo l’American College of Obstetricians and Gynecologists, ostetrici e ginecologi dovrebbero familiarizzare con le caratteristiche che queste specifiche patologie presentano, per individuare quei pazienti che manifestano sintomi ascrivibili a quadri clinici più complessi (come quelli legati alle patologie che coinvolgono l’alimentazione) e che necessiterebbero di ulteriori approfondimenti.
L’importanza del lavoro di rete
Dunque, se si ipotizza che i disturbi mestruali presenti siano l’espressione di questioni interne più profonde che stanno emergendo, è necessario comprendere su che cosa è possibile intervenire, lasciando fuori ciò che non è di propria pertinenza e orientando il paziente verso altre figure professionali che possano fornire ulteriori valutazioni.
L’articolo è stato scritto da Giulia, volontaria dell’Associazione
