Fame omeostatica e edonica: l’importanza dell’equilibrio

fame

La fame è una necessità, un bisogno, un istinto. Ma non esiste un solo tipo di fame. Il senso di fame ha contribuito molto alla nostra evoluzione spingendoci all’azione, allo sviluppo e alla crescita.

La fame come bisogno è ben descritta nella piramide di Maslow, celebre schema che descrive in modo progressivo i bisogni dell’uomo necessari alla sua completa autorealizzazione. Il bisogno di nutrirsi è collocato alla base della piramide, nella categoria “bisogni fisiologici”. Se questi ultimi non vengono soddisfatti, è inutile pensare ai successivi. Mangiare è dunque necessario non solo alla sopravvivenza in sé, ma anche alla realizzazione dell’individuo stesso.

La fame omeostatica

Stando al concetto di fame come bisogno, una volta che questo viene soddisfatto, tutto dovrebbe essere in perfetto equilibrio: l’organismo segnala la necessità di nuova energia ed, attraverso il cibo, si ricarica quanto basta.  Questa è, in parole semplici, la cosiddetta fame omeostatica. Cioè quella fame che nasce da bisogni biologici dell’uomo.   

Tuttavia,  la fame è anche altro. Se esistesse solo la fame omeostatica, potremmo soddisfarla in qualsiasi modo, con qualsiasi cibo purché ci si senta sazi. Eppure.. non è così. 

Perché ognuno di noi ha i suoi piatti preferiti? 

Quando subentrano le emozioni, subentra il piacere. E in questo caso si parla di fame edonica.

Si tratta di una fame guidata dal desiderio di cibi, in particolare cibi gustosi e allettanti, che diano soddisfazione e piacere immediati. Si può definire come una fame indipendente da un reale bisogno biologico ed energetico; è mossa invece dal puro desiderio di gratificazione. Inoltre è una sensazione che porta a mangiare, nonostante ci si senta sazi e a fare più spesso il bis proprio per puro piacere, potremmo dire “per pura gola”

Due facce della stessa medaglia

La fame omeostatica e quella edonica sono due volti della stessa medaglia: è giusto nutrirsi secondo le esigenze del nostro corpo ed è normale che si provi piacere nel mangiare. Ma allora dov’è il problema? Come spesso accade, il problema risiede negli eccessi, cioè quando la fame edonica prende il sopravvento su quella omeostatica.

Quando prevale la fame edonica?

La fame edonica può prevalere in alcuni specifici casi:

  1. Un’alimentazione troppo restrittiva. Quando ci priviamo a lungo di un qualcosa, nonostante se ne abbia parecchia voglia, è molto più facile essere tentati e di conseguenza cedere. Per di più, a volte potrebbe innescarsi un meccanismo che ci porta a pensare: “visto che ho ceduto, ne approfitto e ne faccio una bella scorpacciata, visto che poi non potrò mangiarlo più”. Di conseguenza, cominciamo a mangiare quantità sproporzionate di cibo e molto spesso accade di cedere nuovamente alle tentazioni le volte successive. 
  1. Scarsa capacità di gestire le proprie emozioni. Il cibo è un ottimo modo per anestetizzare le emozioni negative. Secondo te, perché nei film fanno vedere spesso che una persona, quando è triste per un motivo, si ritrova in lacrime davanti alla tv circondata da cibo spazzatura? Il cibo è un rifugio. Mangiando alimenti estremamente palatabili, come quelli salati o ricchi di zuccheri, proviamo un piacere fittizio che ci distrae dalle emozioni negative che stiamo provando in quel momento. Trovami una persona che, in un momento di difficoltà emotiva, ricerca carote e finocchi! Certamente non danno lo stesso conforto. Ecco perché si parla di fame emotiva.
  1. Aver fallito tante diete. Il concetto di dieta in sé, nell’immaginario di molte persone, ha un’accezione negativa perché è associato a parole o frasi come “restrizione”, “limitazione”, “questo cibo no” ecc…Già solo questo determina l’assenza di piacere nel mangiare e lascia spazio a sensazioni più negative come la fatica nel dover rinunciare e l’insoddisfazione nel non poter mangiare ciò che realmente ci piace. E da qui inizia un circolo vizioso: segui il ragionamento con me. Se una persona sa di dover iniziare una dieta – e nella sua mente il concetto di dieta è corredato da tutte le parole che ho citato prima (restrizione, limitazione ecc…)- questa persona, superata la motivazione iniziale che abbiamo un po’ tutti, non avrà né piacere né voglia, nel lungo termine, di portare avanti quel tipo di alimentazione perché si sentirebbe, appunto, troppo limitata e costretta in dei regimi alimentari rigidi. Se la dieta non viene portata avanti, la persona ovviamente non ha i risultati desiderati e quindi potrebbe convincersi  che fare la dieta non funziona. Ed ecco il fallimento. In questo loop continuo, la frustrazione nel non riuscire a portare avanti quello che si voleva e il non vedere risultati, potrebbero facilmente indurre la persona a mangiare cibo spazzatura per consolazione e a lasciarsi guidare per lo più dal senso di fame edonica. 
  1.  Il ruolo dell’industria alimentare. Sono sempre più in commercio i cosiddetti “cibi iper-palatabili”, cioè quei cibi che sono più inclini, data la loro composizione chimica, ad innescare i circuiti del piacere. Cosa sono i circuiti del piacere? Si tratta di regioni cerebrali dove si registrano livelli notevolmente alti di dopamina che si attivano a seguito di stimoli che ci fanno provare piacere (il sesso, fare shopping, mangiare un determinato alimento ecc…). Il fatto di essere circondati da questi alimenti, facilmente reperibili e spesso  difficili da resistere, ci induce a farne un elevato consumo. L’immediatezza con cui si ottengono e con cui ci soddisfano è la forza tentatrice (Pensa ai fast-food: cibo iper-palatabile veloce e gratificazione immediata del desiderio di piacere). Non a caso è molto diffuso l’hashtag “foodporn” per quelle immagini di cibi che, per la combinazione gustosa che hanno, già solo a livello visivo fanno schizzare in alto i livelli di dopamina e fanno venire l’acquolina in bocca alla maggior parte delle persone. Questi cibi ci danno gratificazione immediata, ma non sazietà. Per questo tendiamo a mangiarne in abbondanza.

Consapevolezza ed equilibrio

Come spesso accade, la chiave per il benessere è l’equilibrio fra questi due aspetti che potremmo definire complementari. Da un lato nutriamo il nostro organismo secondo le sue necessità (fame omeostatica), dall’altro soddisfiamo il piacere di mangiare (fame edonica). Nessuno esclude l’altro. Basta pensare alle diete restrittive e basta affogare nel cibo spazzatura: si possono facilmente coniugare benessere e piacere mettendo creatività nei piatti, mangiando con gusto e prendendo sempre più consapevolezza di se stessi, delle proprie emozioni e del proprio rapporto con il cibo.

L’articolo è a cura di Laura Montanari, laureanda in Psicologia è da sempre in competizione con il suo corpo. Determinata, giovane e con la voglia di cambiare il mondo. Crede fortemente che una persona, da sola, possa fare molto. Ma tante persone, insieme, possono fare la differenza e creare qualcosa di straordinario!

Contenuto a cura di Laura Montanari

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

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1302 kj

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13,00 g

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0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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