In viaggio con un DCA

in viaggio con un DCA

Nel seguente articolo analizzeremo come i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) influenzano l’esperienza e il vissuto dei viaggi, specialmente quelli fatti in compagnia. Sebbene siano fonte di motivazione per la guarigione, spesso i viaggi sono causa di crisi e di interruzione della routine. Possono perciò essere dei momenti molto delicati per chi soffre di DCA.

Perché parlare di viaggi?

Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone.

John Steinbeck

Si sta avvicinando la stagione estiva, e con lei quella dei viaggi. Mare e spiaggia o città, meraviglie della natura o giungla urbana. Ognuno di questi viaggi, per quanto diversi, possono incidere in maniera differente sulla guarigione da un DCA.
Spesso non si parla della difficoltà delle persone affette da questo tipo di disturbi di affrontare il viaggio con leggerezza e spensieratezza. Anzi, la maggior parte delle volte il viaggio viene visto come estraneo alla routine. 

Questa uscita forzata dalla comfort zone quotidiana può generare, in coloro che vivono con un disturbo alimentare, un innalzamento dei propri meccanismi di difesa. O meglio, dei meccanismi di difesa e di salvaguardia della malattia stessa. Si diventa più rigidi e insicuri, si creano nuove regole: così il viaggio diventa motivo di stress invece che di relax, come invece dovrebbe essere.
Ecco alcuni consigli per affrontare al meglio il viaggio, senza ricadere nei meccanismi di controllo e di difesa.

Prima del viaggio

Molti esperti consigliano la pianificazione del viaggio, la scelta dell’hotel e dei ristoranti, della zona di alloggio e delle attività.
Ma ciò può dimostrarsi non sempre utile ed efficace per combattere i sintomi tipici del DCA.
È conoscenza ormai comune che i DCA derivano da un perfezionismo cronico, instillato dalla società in cui viviamo. Pianificare e organizzare  troppo la vacanza, senza lasciare spazio a imprevisti e spontaneità, potrebbe portare ad un eccessivo stress e perfezionismo tali da rendere complesso il godersi il viaggio.  

Lo scopo dei viaggi è, certamente, vedere più cose possibili di luoghi ancora sconosciuti, ma è anche il rilassarsi, il permettersi di uscire dalla routine e di godere di ogni istante.
Troppa pianificazione porta allo stress. Troppa pianificazione porta all’inevitabile fallimento dei piani, che provoca a sua volta estreme difficoltà di gestione del cambiamento e, quindi, l’ennesimo stress.. Lo stress, così , può portare al ritorno e al consolidamento dei vecchi meccanismi del DCA.

Durante il viaggio

Lasciatevi la routine alle spalle: questo è il momento di divertirsi. Può essere utile, al fine di non sentirsi soli, che tutti i partecipanti al viaggio sappiano delle nostre difficoltà. In questo modo sappiamo di non doverci sforzare a fingere che vada tutto bene e di poter chiedere aiuto.
La sicurezza di poter chiedere aiuto e supporto ai nostri compagni di viaggio può aiutarci a vivere più serenamente questa avventura.

Potremmo chiedere ai compagni di farci notare i nostri atteggiamenti “in ricerca di controllo”, rigidi e perfezionisti. Chiedere loro di rispettare i nostri confini personali e instaurare un dialogo sulle  nostre e loro esigenze.

Si può provare a chiedere al nostro terapeuta di essere reperibile durante i giorni di vacanza, in modo da sapere di avere sempre qualcuno al nostro fianco (nonostante  la distanza). Utilizzare il telefono per chiamate o videochiamate ai nostri cari e alle persone che più ci supportano può essere di cruciale aiuto durante il viaggio. 


Altre tecniche per affrontare la vacanza, in caso di necessità, sono le tecniche di respirazione, meditazione e yoga. Ignorate da molti, nascondono nella loro esecuzione proprietà rilassanti e di gestione di ansia e stress. Secondo alcuni studi scientifici, infatti, ansia, stress e depressione sono strettamente collegati al respiro. La gestione di quest’ultimo e del movimento del diaframma può aiutare a controllare le nostre emozioni negative e i nostri stati d’animo alterati. 

La valutazione in itinere e conclusiva

Nel percorso terapeutico per i disturbi alimentari, diversi elementi possono contribuire al successo del trattamento. Le tecniche di gestione dello stress, come la meditazione e il mindfulness, spesso si rivelano fondamentali per ridurre l’ansia e migliorare la qualità della vita. Mantenere un diario dei progressi può essere utile per individuare i problemi che necessitano di maggiore attenzione. La valutazione delle tecniche utilizzate durante il viaggio può essere uno strumento prezioso per il futuro e per i prossimi viaggi. 

Per assicurare una continuità nel percorso di guarigione, è essenziale pianificare delle sessioni di follow-up con il terapeuta. Questi incontri permettono di discutere i progressi, affrontare nuove sfide e ricevere ulteriori consigli su come applicare le strategie apprese. Le sessioni di monitoraggio periodiche sono fondamentali per mantenere alta la motivazione e per continuare a migliorare il benessere generale, così come un supporto continuo, sia da parte del terapeuta che del network sociale, è importante per garantire il successo a lungo termine nel trattamento.

Affrontare un viaggio con un DCA è difficile, ma non impossibile

Affrontare un viaggio mentre si vive con un disturbo alimentare può essere una sfida difficile, ma non insormontabile. Con una pianificazione flessibile, il supporto dei compagni di viaggio e l’utilizzo di tecniche di gestione dello stress come la meditazione e il respiro, è possibile vivere l’esperienza con maggiore serenità. Mantenere un dialogo aperto con il proprio terapeuta e pianificare sessioni di follow-up permette di continuare il percorso di guarigione anche lontano da casa. Alla fine, ogni viaggio può diventare un’opportunità di crescita e di rafforzamento delle proprie capacità di affrontare le difficoltà, contribuendo così al successo a lungo termine nel trattamento dei disturbi alimentari.

L’articolo è stato scritto da Cecilia, volontaria dell’Associazione

Contenuto a cura di Animenta

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