L’alimentazione dopo le festività: come gestirla?

alimentazione dopo le festività

Anche l’Epifania è passata, portando con sè ogni ricordo delle festività appena trascorse. La Befana mette un punto ad un periodo di festeggiamenti caratterizzati dalla convivialità, dalla condivisione e, soprattutto nel nostro Paese, anche dal buon cibo. Per molte persone questo può risultare un ostacolo insormontabile che limita la gioia del Natale e del Capodanno: soffrire di un Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA), in questo periodo, rende tutto più difficile. Ma dopo, quando tutto è passato e si può tornare alla “normalità” delle nostre vite quotidiane? Come gestire l’alimentazione dopo le festività?

Quante volte, dopo le festività natalizie e legate all’avvento del nuovo anno, può capitare di non riuscire a ritornare alla “normalità” alimentare? Oppure di essere troppo severi con sé stessi, pensando di aver sbagliato a mangiare determinati alimenti o ad aver osservato certi comportamenti? O provare una sensazione di sconfitta e che, di conseguenza,  porta a pensare che non valga più la pena continuare un percorso alimentare iniziato con uno specialista?

Tutto questo genera enormi sensi di colpa, i quali possono innescare due tipologie di comportamento. In primo luogo, è comune pensare che dopo il periodo delle feste sia necessario un ulteriore periodo di “detox”, di dieta e di compensazioni che permetteranno al nostro corpo di smaltire tutto ciò che abbiamo mangiato durante il Natale. QUesto periodo di “riassestamento” ha lo scopo di tornare al “prima delle feste” e si cerca in tutti i modi di annullare ciò che è successo al nostro corpo e alla nostra alimentazione durante tale periodo.

Il secondo comportamento che invece si può adottare è quello di adottare la mentalità del “tanto ormai”, il quale consiste nel pensare che, avendo già mangiato alimenti non contemplati dal piano alimentare seguito abitualmente, si possa continuare a mantenere un’alimentazione sbilanciata. Perchè “tanto ormai il danno è stato fatto” durante le feste e non ha senso ritornare al regime alimentare studiato con uno specialista. 

Entrambi questi stili comportamentali sono in realtà profondamente errati: vediamo perché.

L’alimentazione dopo le festività: la compensazione

Il periodo delle feste mette a dura prova l’animo di chi soffre di un DCA: i commenti sul corpo, sul cibo, sulla forma fisica e sulla salute sono, purtroppo, all’ordine del giorno. E, come già anticipato, sono un periodo di convivialità e condivisione che inevitabilmente gira attorno ai pasti e al cibo.

Durante le festività non è raro non seguire il piano alimentare concordato con uno specialista della nutrizione, o semplicemente seguire un’alimentazione un po’ diversa da quella seguita nel resto dell’anno. Ma questo è normale e va bene.

I sensi di colpa, la vergogna, il disprezzo verso sé stessi sono meccanismi che chi soffre di DCA conosce bene e non è insolito che si presentino anche il questo periodo: l’importante è però ricordarsi perché il regime alimentare è cambiato: le feste sono un momento di convivialità, di allegria e di rapporto con gli altri. Il cibo dovrebbe essere solo un contorno, una scusa per trovarsi insieme ai propri cari, un pretesto di incontro. I pensieri su di esso, poi, vanno accettati, ascoltati ma, soprattutto, ridimensionati: è fondamentale non dare all’alimentazione più potere di quanto abbia.
Un percorso alimentare è un allenamento ad un corretto stile di vita. E ci vuole tempo per farlo proprio. Un tempo in cui, ciò che conta, è accettare anche i momenti in cui l’alimentazione non va come programmata, capirne i motivi e andare avanti. Senza punirsi e senza abbattersi.

Le compensazioni, i digiuni, le diete “fai da te” o “detox” non servono: viviamo le festività per ciò che sono e, una volta passate, non focalizziamoci su ciò che “è stato” ma su ciò che “sarà”. Concentriamoci nel prenderci cura di noi stessi, nell’ascoltarci e nell’accettarci, e il resto verrà da sè.

L’alimentazione dopo le festività: “tanto ormai”…

Come anticipato, la mentalità del “tanto ormai” è un meccanismo molto diffuso dopo le feste. Esso impedisce alle persone di stabilizzare la propria alimentazione o riprendere dei piani alimentari necessari per la propria salute.

Come vale per lo stile compensatorio, il primo passo è comprendere che le festività e l’alimentazione seguita in quel periodo non sono un errore, qualcosa da nascondere o dimenticare. Bisogna riflettere sul fatto che c’è di più, oltre al cibo, a caratterizzare quelle giornate. La mentalità del “tanto ormai” genera un circolo vizioso di alimentazione incontrollata, di abbuffate e di poca consapevolezza. Ed è proprio quest’ultima ad essere la nemica di uno stile di vita sano e personalizzato: indipendentemente da ciò che si mangia e in che quantità, è la consapevolezza del proprio equilibrio sia fisico che mentale a definire se un’alimentazione è giusta per ciascuno di noi o no.

Qualche consiglio pratico

Ma i sensi di colpa non se ne vanno e non si sà che fare? Ecco qualche consiglio concreto.

  • Idratarsi bene: un corpo idratato funziona meglio ed è più in forze per affrontare la giornata. 
  • Variare le fonti proteiche, magari considerando anche quelle di origine vegetale. 
  • Assumere ad ogni pasto frutta e verdura di stagione, che sono ricche di fibre che migliorano la motilità intestinale. 
  • Non escludere nessun macronutriente, come ad esempio carboidrati o grassi buoni di cui hai sempre bisogno. 
  • Riprendere la normale attività fisica, senza intensificarla in maniera parossistica.

Un altro consiglio, se sentite di vivere il periodo delle feste e quello successivo ad esse in modo ansioso e stressato è quello di rivolgervi ad un professionista. Trovate qualcuno che vi segua e vi accompagni nel percorso di accettazione di voi stessi e di ri-scoperta dell’alimentazione e di cui vi possiate fidare. Le feste sono eventi, non sgarri, dunque godiamoci tutto ciò che hanno da offrire, compresi anche i cibi che, tra meno di un mese, non troveremo più sugli scaffali del supermercato. Concedersi qualche dolce o leccornia natalizia non può aver rovinato il proprio stile di vita, stile alimentare o stile di allenamento in così poco tempo. 

Perciò: chiudiamo gli occhi, ascoltiamo le ultime melodie natalizia in radio, annusiamo gli ultimi profumi di Panettoni e Pandori, e andiamo avanti ascoltando noi stessi e il nostro corpo. Senza colpe, senza vergogne e senza alcun tipo di piano compensativo davanti a noi.

L’articolo è stato scritto da Angela, volontaria dell’Associazione

Contenuto a cura di Animenta

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