Il termine dieta, dal greco diaita =tenore di vita, ha lo stesso significato di alimentazione corretta, sana ed equilibrata, volta a soddisfare le esigenze fisiologiche dell’organismo ma anche gli aspetti psicologici e relazionali attraverso l’appagamento dei sensi, il rispetto della tradizione del territorio e dei ritmi della vita quotidiana.
Si tratta di una delle parole più usate e più strumentalizzate degli ultimi decenni proprio perché sono in molti ad aver capito quanto la capacità evocativa di questo termine sia in grado di attirare l’attenzione delle persone. ù
Il mondo infinito delle diete
Ogni giorno assistiamo alla nascita di un nuovo tipo di dieta: chetogenica, paleo, dissociata, iperproteica, Dukan, Panzironi, dieta della mela o dell’ananas. Ti basterà digitare questa parola nella barra del motore di ricerca per rendervi conto dell’immensità di soluzioni che il web ci mette a disposizione nel momento in cui vogliamo trovare soluzioni per dimagrire, e nel 99% dei casi, si tratterà di diete lampo, di due giorni, di una settimana se proprio vogliamo esagerare, perché la sicurezza del “tutto e subito” per il nostro cervello è decisamente troppo intrigante e accattivante.
Ci cimentiamo costantemente in questi tentativi che spesso, se non sempre, portano tutti alla medesima conclusione: il fallimento e il successivo abbandono. Questo si verifica perché siamo ormai abituati ad attribuire alla dieta un’accezione totalmente negativa: per migliorare le proprie abitudini alimentari, le persone pensano di dover seguire regole molto rigide, inflessibili, riducendo drasticamente la frequenza dei pasti piuttosto che la loro quantità. Molte persone credono che siano consentiti solamente alcuni tipi di alimenti, tagliando fuori alcune classi di questi.
Attenzione alle false credenze
Questo tipo di credenze possono rivelarsi decisamente poco salutari per il nostro corpo nonché per la nostra mente, portandola ad incappare nel dannoso meccanismo del “tutto o nulla”, uno stile di pensiero caratteristico soprattutto delle persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare come l’anoressia di sottotipo bulimico, la bulimia nervosa o il binge eating.
Queste persone, che cercano sollievo e fuga attraverso il cibo, tendono ad attuare regole così rigide per scaricare il senso di colpa scaturito dagli episodi di abbuffate, ignari del fatto che prima o poi restrizioni del genere saranno causa proprio di altri episodi simili, innescando un circolo vizioso estenuante e dal quale si pensa di non riuscire a vedere una via di fuga.
Utilizzare termini diversi per la stessa situazione
Quello che ci può aiutare, in alcuni casi salvare, è cominciare ad usare parole diverse per affrontare una situazione complicata come quella dell’alimentazione. È ormai dimostrata l’importanza che le parole assumono nella nostra quotidianità. I nostri pensieri sono fatti di parole, le nostre azioni sono il frutto di parole che abbiamo prima pensato, e i risultati che noi otteniamo sono tutti determinati dalle parole che abbiamo deciso di auto-raccontarci per formulare e raggiungere un obiettivo. Perché non farlo anche con la parola “dieta”?
Come reagisce il nostro corpo alla parola dieta
Quando si sente nominare questa parola, il nostro organismo scatena un cocktail ormonale in grado di innescare senso di frustrazione, inadeguatezza, disagio, paura, senso di limitazione. Non sarebbe molto più consono raccontarci la dieta come parte di un percorso di crescita e miglioramento?
Chi è riuscito a guardarla con occhi diversi ha riscontrato notevoli cambiamenti nel modo in cui affronta il cibo e nella gestione della fame nervosa. Allo stesso modo, grazie ai risultati ottenuti, hanno compreso che non c’è bisogno di morire di fame, né tantomeno di eliminare i carboidrati. Nel vocabolario di queste persone la parola “dieta” è ormai quasi svanita.
Non sono più disposti a lasciarsi definire da questa. Non lasciamoci limitare da termini che non ti piacciono, scrivi le pagine della tua vita con le parole che più ti rendono in grado di sognare.
–Questo articolo fa parte della rubrica “Storie”, creata e redatta da Animenta. Tutti i contenuti pubblicati sono stati revisionati e approvati dal protagonista della storia.