Le festività natalizie, per chi soffre di un Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA), possono rappresentare una grande fonte di stress in quanto la convivialità e l’abbondante quantità di cibo presente nell’immaginario comune delle feste, potrebbero essere destabilizzanti. Possono innescarsi infatti meccanismi di confronto, timore del giudizio altrui, paura all’idea di dover mangiare determinati alimenti tipici delle feste, ansia di perdere il controllo e così via…
In Animenta riteniamo che, per comprendere la realtà dei fatti, sia fondamentale partire dalle storie. E per questo verranno riportate di seguito alcune esperienze, di volontar* e non, che hanno scelto di raccontarsi per aiutarci a capire cosa possa significare il Natale per chi vive queste difficoltà.
Siamo consapevoli del fatto che siano esperienze soggettive, non necessariamente estendibili a chiunque si trovi in situazioni simili. Allo stesso tempo, potremmo dire che sono una fotografia di una realtà che esiste, i cui vissuti accompagnano, a volte in modo piacevole, a volte in modo meno piacevole, numerose famiglie.
L’esperienza di Francesca, volontaria di Animenta
“Per tanti anni non sono riuscita a mangiare a tavola con la mia famiglia: provavo vergogna, tanto che spesso finivo per mangiare da sola in camera. Le cose che mi creavano più disagio erano gli sguardi delle persone: sentivo che giudicavano la quantità di cibo che assumevo e che osservavano il modo in cui mangiavo. Queste sensazioni, unite ai conflitti con la mia famiglia, facevano sì che le giornate del 24 e del 25 Dicembre fossero giornate dalle quali volevo soltanto evadere.”
Esperienza di Mati, volontaria di Animenta
“Natale, come tutte le feste, è sempre stato un problema per me che soffro di Anoressia Nervosa, perchè avevo la sensazione che il cibo mi si appiccicasse addosso, anche senza che io lo mangiassi. La cosa peggiore era però la gente che mi guardava mangiare, perché ero convinta che mi giudicassero costantemente. Era un tormento seguire la dieta che mi ero prefissata attorno a tutte le altre persone e i loro piatti. Nel Natale non ci vedevo più una festa, ma una tortura.”
In queste due esperienza, il tema dello sguardo dell’altro è molto presente, così come quello del giudizio. Questi aspetti, al di là delle esperienze in sè, ci permettono di comprendere come ci sia molto altro dietro ad un DCA e questo “altro” spesso può risiedere in una serie di meccanismi poco funzionali o in dei vissuti emotivamente molto coinvolgenti.
“Ho sempre amato la Vigilia di Natale, da quando sono piccola, perché in famiglia abbiamo sempre avuto una tradizione: tutti quanti (zii, cugini, fratelli, sorelle…) ci riunivamo a casa dei miei nonni. Non eravamo tanti, ma bastava tutto il nostro calore a rendere magica l’atmosfera”
L’esperienza di Marty, volontaria di Animenta
“Indescrivibile. Il DCA è apparso in sottofondo come una piccola ombra a cui non facevo caso e che poi si è avvicinata tanto da diventare parte di me, senza chiedere il permesso. E così gli sguardi sono diventati più freddi, gli abbracci un po’ meno avvolgenti e le parole hanno iniziato ad avere un peso diverso: alcune, quelle più belle, quelle che un tempo mi arrivavano all’anima, sono diventate improvvisamente trasparenti e vane. Altre, che prima non mi avrebbero scalfito, ora mi schiacciano.”
Esperienza di Sara, volontaria di Animenta
“L’anno in cui ero nel pieno dell’Anoressia non lo ricordo tantissimo ma ricordo che, essendoci già tanta preoccupazione nei miei confronti, mi ero sforzata di mangiare un pochino di ogni pietanza per non far soffrire ulteriormente i miei familiari. Il Natale del 2021 è stato diverso perché ero nel pieno del Binge Eating, ma non è stato tanto diverso dal resto dei giorni dell’anno. Quando mi sono seduta a tavola ho cercato di mangiare normalmente, avendo paura del confronto con ciò che mangiavano le altre persone. Poi è successo che un episodio di abbuffata ha perso il sopravvento. Ora il Natale non mi fa più paura degli altri giorni, perché il binge eating è sempre presente durante tutto l’anno.”
L’esperienza di un’amica, che preferisce rimanere anonima
“Il mio Disturbo Alimentare a tavola non si è mai notato troppo perchè, specialmente nelle festività, ho sempre mangiato tanto. Nelle festività, dove il cibo regna sovrano, io nascondevo il mio dolore e la mia ansia proprio in esso. Capitava spesso, infatti, che finissi per abbuffarmi in solitudine. Ma l’anno scorso è stato il primo Natale che ho vissuto più serenamente, pur soffrendo ancora di bulimia.”
L’esperienza di Serena, volontaria di Animenta
“Da quando soffro di DCA, le feste natalizie sono molto sfidanti. Non le definirei nemmeno feste. Ci siamo io e il mio disturbo a tavola insieme e sento sempre la paura di perdere il controllo. E invece l’Anoressia mi porta a rimanere nella mia comfort zone alimentare. Spero, in questo Natale, di esserci davvero, di viverlo senza farmi pervadere dalla presenza dell’Anoressia: voglio godermi ogni momento, voglio la serenità.”
Esperienza di Maria, volontaria di Animenta
“Ci sono alcune volte in cui, durante le festività, mi sono sentita spensierata, mentre altre volte penso costantemente a quanto mangio rispetto alle altre persone, facendo continui confronti. Inoltre i miei familiari giudicano ciò che mangio senza capire che il Binge Eating è una malattia mentale. Questa cosa mi dà molto fastidio.”
Esperienza di Luna, una mia amica
“Durante l’ultimo Natale ho assaggiato qualcosa di nuovo, cercando di non dare retta ai pensieri dettati dalla malattia, ma non sempre ci sono riuscita.
Ho mangiato cose diverse dalle altre persone sedute a tavola, cucinando a modo mio i miei piatti: non ho avuto problemi perché ormai le persone sanno come mangio e mi hanno accettata senza farmi sentire in imbarazzo”
Questa invece è l’esperienza di Ilaria, volontaria di Animenta
“Le festività portano con sé qualcosa di magico, da sempre, ed il Natale per me è stato speciale fin da quando ero piccola. Per una persona affetta da DCA, le feste diventano una vera e propria sfida. Mi ricordo ancora quando si avvicinavano le feste e io cercavo in tutti i modi di non andare nel panico: mi sentivo triste, arrabbiata con il mondo, nauseata da tutto quell’amore e affetto, da quella felicità che vedevo negli altri e non in me stessa. Mi ricordo che ogni volta promettevo a mia nonna che avrei mangiato le sue lasagne, come quando ero piccola, ma poi dentro di me mi pentivo per averle promesso. Era una cosa più forte di me, che non era sotto il mio controllo.
Mentirei se vi dicessi che adesso vivo le feste sempre e totalmente in modo sereno, ma ho capito molte cose in questi anni di malattia e non permetterò più al DCA, con le sue false voci, di interferire in un momento così magico con la mia famiglia. Sto imparando a prendermi cura di me, sto cercando di apprezzare le piccole cose che ho. Avendo perso tante persone, come mia nonna, ho compreso che la vita è breve e viverla in modo intenso forse è la cosa più bella che possiamo fare.”
Come si può vivere il Natale con più tranquillità?
In conclusione, vorrei condividere dei consigli, proposti dalla mia nutrizionista, per cercare di vivere un Natale in modo più sereno. Questo mi ha molto aiutata a vivere meglio le Feste. Magari non saranno sempre validi, più volte viene ribadito che non esiste un manuale delle istruzioni. Allo stesso tempo credo molto nella condivisione e spero che per qualcuno tutto ciò possa fare la differenza.
- Allontana i commenti e giudizi non richiesti, elimina il diet-talk (è l’insieme dei commenti su cibo, restrizione, peso e corpo) e sposta il focus della conversazione su aspetti più importanti da condividere, come per esempio apprezzare la bontà di un piatto, la sistemazione della tavola, gli addobbi, i traguardi raggiunti in altri ambiti di vita, ecc…
- Non c’è bisogno di ridurre le porzioni prima delle feste o di compensare in qualche modo. Al contrario, questi comportamenti possono condurre all’interno di un circolo vizioso che porterà a distaccarsi sempre di più dai bisogni del proprio corpo e dalle sue reali necessità.
- Scegli alimenti che davvero ti piacciono, senza porti condizioni privative o di compenso: anche questo comportamento può innescare l’inizio di comportamenti disfunzionali con cibi considerati “proibiti”;
- Goditi il tempo con le persone che ami e con cui stai bene, compreso te stess*. Abbi cura di te, come vuoi e come puoi.
Il Natale è tante cose. A volte può essere piacevole e meno piacevole allo stesso tempo; o un momento di riscoperta di sè; può essere un’occasione in cui ancora ci sentiamo un po’ scomodi e va bene così. Vi auguriamo di viverlo al meglio, restando in ascolto di voi e di ciò che più vi stare bene.
Buon Natale!
L’articolo è stato scritto da Shanti, in collaborazione con il team di Animenta