Avere un DCA non implica necessariamente essere in una condizione di sottopeso. Se ne parla molto poco, ma è possibile soffrire di un Disturbo del Comportamento Alimentare anche in un corpo normopeso o sovrappeso. Il Recovering Big, ovvero il processo di guarigione da un DCA in un corpo diverso è possibile ed è necessario parlarne per evitare diagnosi sbagliate o mancate.
Recovering Big e difficoltà
La fase di recupero di un disturbo del comportamento alimentare (DCA) è di per sé un percorso lungo, delicato, spaventoso per chi lo vive ed è caratterizzato da “periodi di alti e bassi”. In questi periodi i progressi e i notevoli benefici percepiti dall’individuo (superamento dei fear food, evitare il conteggio delle calorie, ascoltare il proprio corpo, alimentarsi senza più privarsi di nulla,..) si alternano alla paura del cambiamento, di come apparirà il corpo e di come cambierà la vita dopo la guarigione.
La paura del cambiamento, però, non è solo una difficoltà insita nel disturbo stesso, ma è alimentata anche dai modelli imposti dalla nostra società grassofobica. Essa enfatizza la perdita di peso e la magrezza (anche eccessiva) e tutto ciò non contribuisce in alcun modo ad aiutare gli individui che devono affrontare un percorso importante di guarigione come quello dai DCA.
Inoltre, a vivere con difficoltà questo percorso non sono solo le persone che, guarendo da un DCA, stanno riacquistando il peso perso in un corpo differente da quello di partenza, ma anche coloro che partono da un corpo considerato “non stereotipico” e soffrono di un DCA. Queste ultime manifestano infatti maggiori difficoltà nel ricevere una diagnosi, oltre che ad accedere ed usufruire di cure adeguate, in quanto è diffusa la concezione che un corpo grasso o anche solo normopeso non possa manifestare un DCA. Questa idea deriva sia dallo stigma collegato al peso sia dallo stigma relativo ai DCA.
I disturbi alimentari possono colpire anche le persone con corpi grassi o normopeso
I DCA non hanno né una forma né una dimensione e possono sorgere anche nelle persone che apparentemente danno l’impressione di essere in un “corpo in salute”.
Ma un “corpo in salute” non può essere riconosciuto basandosi esclusivamente su ciò è osservabile, come i modelli imposti dalla società fanno credere.
Infatti, per definire una persona “in salute”, dovremmo considerare altri fattori non direttamente osservabili, tra cui anche la salute mentale, la quale comprende anche il rapporto con il cibo e il proprio corpo.
Commentare, giudicare ed etichettare una persona in base all’aspetto fisico è di per sé errato, così come è errato trattare diversamente tutti quei pazienti che presentano un peso corporeo maggiore ma convivono comunque con un DCA. L’accesso alle cure per loro risulta difficile, in quanto vengono considerati “non conformi” alle caratteristiche fisiche che un DCA dovrebbe conferire (ossia l’estrema magrezza).
I disturbi alimentari che maggiormente colpiscono gli individui con un peso elevato, secondo un articolo pubblicato su Nutrients nel 2018, sono rappresentati da Bulimia Nervosa e Binge Eating Disorder. Non bisogna però dimenticare che si può assistere alla condizione di “Anoressia Atipica” che, proprio come l’anoressia nervosa, è caratterizzata da una drastica restrizione alimentare e un’eccessiva preoccupazione sulla forma e sull’aspetto del proprio fisico che si associa ad una notevole paura di ingrassare.
Nell’anoressia atipica, però, l’indice di massa corporea (IMC) non risulta basso come nelle persone con anoressia nervosa: soffrire di anoressia atipica significa quindi avere un peso all’interno o al di sopra del range di normalità. Secondo uno studio pubblicato nel giugno del 2018 sul “Journal of General Internal Medicine”, infatti, gli individui con un peso elevato hanno più probabilità di adottare regimi alimentari estremi e di soffrire di un DCA, il quale difficilmente pero’ viene loro diagnosticato.
Esaltare la perdita di peso può rafforzare la malattia
La nostra società dovrebbe impegnarsi ad evitare di commentare i cambiamenti fisici delle persone come l’aumento di peso o la perdita di peso, in quanto le cause alla base di queste variazioni possono essere varie (patologie, DCA, ecc..) e non è sicuramente un nostro diritto esprimere opinioni al riguardo. Non sono rari i casi in cui la perdita di peso di un individuo (sia esso normopeso, già sottopeso o sovrappeso) è legata ad un disturbo alimentare e gli elogi e i complimenti legati alla trasformazione del corpo e alla perdita di peso possono fungere da rinforzo positivo per il mantenimento del disturbo stesso. Ha inizio un circolo vizioso in cui predomina la paura di ritornare alla forma fisica iniziale e, di conseguenza, vengono attuati comportamenti estremi per evitare di raggiungerla. Questo circolo può portare l’individuo a condizioni di salute sia fisica che mentale estremamente rischiose e deleterie.
Il vincolo dei criteri diagnostici
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), introdotto dall’American Psychiatric Association, essere in una condizione di sottopeso è un requisito fondamentale che si riscontra nei criteri diagnostici per Anoressia Nervosa. Ciò rende difficoltosa la diagnosi di Anoressia Nervosa negli individui che presentano un corpo in normopeso, sovrappeso o obeso che possono comunque manifestare i comportamenti tipici di questo disturbo tra cui:
- Paura estrema di prendere peso o avere un corpo più grande, con conseguente preoccupazione eccessiva per la perdita di peso
- Insoddisfazione per il proprio corpo e alterazione dell’immagine corporea
- Depressione o ansia
- Pensieri suicidari
- Sbalzi di umore e bassa autostima
- Difficoltà nella concentrazione
- Evitamento i pasti, specialmente se insieme ad altri
- Controllo ossessivo del proprio corpo (body checking)
- Conta delle calorie ed evitamento cibi specifici
- Ricorso ad abbuffate alimentari per fronteggiare le emozioni e connessa difficoltà nella regolazione delle stesse
Spesso, però, la diagnosi di “Anoressia Atipica” non è conosciuta ed utilizzata da alcuni specialisti, di conseguenza può essere facilmente trascurata.
È importante ricordare che una drastica perdita di peso in un breve periodo di tempo, associata ad una restrizione calorica grave, può portare a serie complicazioni come malnutrizione, problemi cardiaci e gastrointestinali e compromissione della fertilità. Questo avviene indipendentemente dal peso e dalla forma fisica di un individuo: anche in una persona sovrappeso, infatti, un calo di peso repentino può avere effetti molto negativi.
Accettare la diversità dei corpi
Accettare che i corpi sono diversi e sopprimere lo stigma del peso è il primo passo per prevenire i DCA e favorire il percorso di recovery.
In alcuni casi è possibile osservare “un corpo più grande” dopo il percorso di guarigione di un DCA e ciò non indica che il recupero è meno valido o sbagliato. Ricorrere alle restrizioni caloriche per perdere peso non è funzionale per la salute e aumenta il rischio di manifestare ricadute.
Infatti è sempre importante ricordare che la dimensione del corpo non determina ciò che si è, non indica lo stato di salute individuale e non rivela la possibilità di soffrire di un DCA o meno. Non è il proprio corpo ad essere sbagliato, ma è la società che rafforza l’ideale di magrezza ad esserlo.
A sostenere ciò è anche l’approccio “Health-At-Every-Size” (HAES) il quale non si focalizza sulla perdita di peso ma promuove il benessere psicofisico degli individui adottando uno stile di vita sano, basato sulla pratica di esercizio fisico regolare, un’alimentazione equilibrata e la riduzione dello stress. Il suo obiettivo è quello di promuovere un rapporto positivo con il cibo e il proprio corpo, abbattendo l’idea che il peso corporeo è un indicatore del proprio stato di salute.
Promuovere il recovery
Tutto ciò che è stato finora detto ha radici molto profonde, insite nel concetto di “grassofobia”. Abbattere questo è uno step fondamentale per la nostra società, in quanto tutti i corpi, indipendentemente dal peso, devono essere sottoposti alla stessa tipologia di trattamento, senza essere discriminati, così come propone l’approccio HAES.
Se sospetti di soffrire di un DCA, indipendentemente dal tuo peso corporeo o forma corporea, rivolgiti ad uno specialista.
Da un DCA non si guarisce semplicemente riportando il peso a valori nella norma o concentrandosi sulla sua perdita, bensì necessita di un percorso olistico che vada più in profondità: un DCA è una malattia mentale e, come tale, ha bisogno di cure e attenzioni.
La tua salute mentale è fondamentale: intraprendere un percorso di recovery con professionisti specializzati è ciò che può portare ad una nuova rinascita. E, ricordati, non sei sol* in questo percorso.
Bibliografia
https://www.centrodca.it/cose-lanoressia- atipica/
https://sanfordbehavioralhealth.com/2022/11/05/anorexia-larger-bodies-misdiagnosis/
https://www.eatingdisordertherapyla.com/RECOVERING-BIG/
L’articolo è stato scritto da Fabiana, volontaria dell’associazione