Negli ultimi decenni, la diffusione dei social media ha trasformato profondamente il modo in cui bambini e adolescenti costruiscono la propria immagine di sé, instaurano relazioni e si confrontano con modelli di riferimento. Se da un lato le piattaforme online offrono opportunità di espressione e connessione, dall’altro la letteratura scientifica evidenzia come esse possano rappresentare un fattore di rischio significativo per lo sviluppo di disturbi del comportamento alimentare (DCA), specialmente nelle fasce d’età più vulnerabili.
La finta perfezione online e i suoi effetti
I social media non sono di per sé “buoni” o “cattivi”, ma strumenti potenti che amplificano idee, mode e stereotipi. Un rapporto americano mostra che il 95% dei giovani tra i 13 e i 17 anni utilizza i social, e uno su tre dichiara di farne uso “quasi sempre”. Passare più di tre ore al giorno su piattaforme come Instagram e TikTok è associato a un rischio doppio di sviluppare problemi di salute mentale.
L’esposizione costante a immagini idealizzate e ritoccate contribuisce a creare un’idea distorta di bellezza e perfezione, che alimenta insoddisfazione corporea e senso di inadeguatezza. Secondo Holland & Tiggemann, l’esposizione a contenuti idealizzati è legata a maggior confronto sociale e auto-oggettivazione. Inoltre, la pratica del selfie editing, ossia modificare le proprie foto per aderire a standard estetici irrealistici, è un predittore di bassa autostima corporea.
Questa realtà “truccata” pesa in particolare su chi è già fragile: preadolescenti e adolescenti in pieno sviluppo identitario, ragazze più esposte a modelli estetici di magrezza estrema, ma anche ragazzi sempre più condizionati dal culto di muscoli e forma fisica.
Quando preoccuparsi: segnali da non ignorare
Riconoscere precocemente un potenziale DCA è cruciale. Alcuni segnali d’allarme includono:
- Cambiamenti drastici nell’alimentazione (restrizioni, diete estreme).
- Ossessione per peso, calorie e alimenti “proibiti”.
- Uso di app per contare calorie o filtri per alterare l’aspetto.
- Isolamento, soprattutto durante i pasti.
- Vergogna o disgusto verso il proprio corpo.
- Profili segreti o community pro-DCA online.
Le linee guida dell’American Academy of Pediatrics (AAP) raccomandano di formare genitori, insegnanti e pediatri a riconoscere questi segnali e a intervenire subito.
Cosa possiamo fare: strategie di protezione
Contrastare i rischi dei social media richiede un approccio multilivello che coinvolga famiglia, scuola, professionisti della salute e le stesse piattaforme digitali.
1. Educare a un’immagine corporea positiva
Programmi scolastici mirati, come quelli analizzati da Yager e colleghi, hanno dimostrato di ridurre l’insoddisfazione corporea e il confronto sociale. Aiutano i giovani a riconoscere gli standard di bellezza irrealistici e a valorizzare qualità non legate all’aspetto fisico.
2. Favorire il dialogo in famiglia
I genitori giocano un ruolo chiave: incoraggiare la comunicazione aperta, mostrare interesse per i contenuti fruiti online, condividere riflessioni sui messaggi veicolati dai media aiuta i più giovani a sviluppare pensiero critico, senza demonizzare o proibire l’uso dei social.
3. Stabilire regole di utilizzo consapevole
Definire limiti di tempo, momenti screen-free e supervisionare con discrezione i profili social aiuta a mantenere un equilibrio tra vita online e offline.
4. Coinvolgere le piattaforme
Sempre più esperti sollecitano le aziende tecnologiche a filtrare i contenuti dannosi e a promuovere messaggi di body positivity. Alcune piattaforme hanno introdotto avvisi o numeri di supporto quando si cercano hashtag pericolosi.
5. Ricorrere al supporto professionale
In caso di segnali preoccupanti, è fondamentale rivolgersi a specialisti (psicologi, psicoterapeuti o nutrizionisti esperti di DCA) per un intervento tempestivo. Le linee guida NICE indicano che un approccio integrato (terapia individuale, familiare e supporto nutrizionale) è il più efficace.
Verso una cultura digitale sana
Oggi più che mai, con l’intelligenza artificiale e l’iperconnessione, è necessario educare le nuove generazioni a usare il digitale come strumento per esprimere la propria unicità, non per uniformarsi a modelli finti. Questo richiede tempo, ascolto e la riscoperta del valore delle relazioni umane autentiche.
Il messaggio chiave non è bandire i social, ma imparare a sfruttarne il potenziale senza diventarne schiavi. Come diceva Forrest Gump: “Nessuno è migliore di qualcun altro. Ognuno a modo suo è speciale.”
Ricordiamolo, offline e online.
L’articolo è stato scritto da Elisa e Giuseppe, volontari dell’Associazione