Una nuova speranza nel percorso di cura: LSD e DCA

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Disclaimer: L’uso di sostanze psichedeliche e cannabis per scopi terapeutici è attualmente oggetto di ricerca e non è generalmente approvato al di fuori di specifici studi clinici e supervisione medica specializzata. Le informazioni qui riportate riflettono i risultati della ricerca scientifica citata e non incoraggiano l’automedicazione. L’uso di queste sostanze al di fuori di rigorosi studi clinici e supervisione medica non è consigliato e può essere illegale.

Se stai leggendo queste righe, sai bene quanto possa essere complesso il percorso di cura dai Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Ogni passo avanti richiede tempo, fiducia e la ricerca costante di strumenti che possano davvero fare la differenza.

Negli ultimi anni, la comunità scientifica sta tornando a esplorare territori che, per decenni, erano chiusi: quello delle sostanze psichedeliche e della cannabis. L’obiettivo non è “sperimentare a tutti i costi”, ma capire se (e in che modo) queste molecole possano rappresentare un aiuto concreto, all’interno di percorsi terapeutici strutturati e sicuri.

Cosa ci dicono le esperienze dirette

Una recente e pionieristica indagine internazionale, la più ampia mai condotta su questo tema, ha raccolto le risposte di oltre 7.600 persone con DCA in 83 Paesi.
Lo studio ha analizzato l’uso (prescritto e non prescritto) di diverse sostanze e la percezione che i partecipanti hanno avuto rispetto al loro impatto sulla salute mentale e sui sintomi del disturbo.

Le molecole psichedeliche sono oggetto di studio per la loro capacità di “destrutturare” i pensieri ossessivi, caratteristici sia dei DCA che delle dipendenze. In termini semplici, queste sostanze agiscono temporaneamente sul Default Mode Network, un sistema cerebrale legato all’autoreferenzialità e al rimuginio. Quando questo meccanismo si interrompe, il cervello può creare nuove connessioni e prospettive: un processo che può facilitare l’abbandono di schemi rigidi e ripetitivi.

I primi passi della ricerca clinica in Svizzera

All’interno dell’Ospedale Beata Vergine di Mendrisio, nella Clinica Psichiatrica Cantonale, sono iniziati i primi trattamenti sperimentali con LSD (dietilammide dell’acido lisergico) rivolti a persone affette da gravi DCA. Questa sperimentazione è particolarmente significativa perché coinvolge una molecola classificata dall’ONU come droga della massima pericolosità nel 1971, e da allora vietata anche per la ricerca. Nonostante ciò, la Svizzera è tra i Paesi che hanno recentemente autorizzato sperimentazioni mirate sotto stretto controllo medico.

La sperimentazione, iniziata dopo aver ottenuto il via libera dal comitato etico-scientifico, ha preso il via con il trattamento delle prime tre persone. Si tratta di pazienti che non avevano risposto ad altri approcci terapeutici e per i quali si cercano alternative sicure ed efficaci. Le richieste per accedere a questo tipo di trattamento sono tantissime, riflettendo il forte aumento dei DCA anche nel Cantone, e non solo tra i più giovani.

Il ruolo chiave della psicoterapia per curare i DCA con LSD

È fondamentale sottolineare che sostanze come l’LSD sono considerate un supporto, un’integrazione, in un percorso di psicoterapia. La somministrazione avviene in un ambiente calmo e protetto, con personale dedicato e specializzato presente per tutta la sessione psichedelica (che può durare fino a 12-15 ore). L’esperienza interiore del paziente viene poi discussa e gestita in una “sessione di integrazione” il giorno successivo, per elaborare al meglio ciò che è stato vissuto.

Prospettive e cautela

Questo campo di ricerca emergente suggerisce che la cannabis e gli psichedelici mantengono una promessa significativa per migliorare la qualità di vita delle persone che soffrono di DCA. I primi segnali, come quelli provenienti dalla sperimentazione in Ticino, sembrano incoraggianti.

Sebbene le prime indicazioni della sperimentazione appaiano favorevoli e i dati globali suggeriscano che la cannabis e gli psichedelici mantengono una promessa significativa per migliorare la qualità di vita delle persone con DCA, è necessario procedere con rigore.

Sono indispensabili ulteriori studi clinici rigorosi non solo per confermare i benefici, ma anche per determinare con precisione i profili di sicurezza.

Guardando al futuro

Le persone che convivono con un DCA sanno cosa significhi cercare nuove vie di cura.
Questa ricerca ci ricorda che le esperienze vissute dalle persone che convivono con un DCA – anche quelle che a volte vengono stigmatizzate – possono in realtà indicare strade terapeutiche inesplorate. La speranza è che queste nuove indagini possano aprire trattamenti più efficaci per affrontare queste condizioni tanto complesse.

L’articolo è stato scritto da Francesca, volontaria dell’Associazione

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