Animenta racconta i disturbi alimentari – La storia di Cristina

Stasera non voglio andare a dormire

Il lettone morbido che dovrebbe cullare le mie notti e i miei sogni è solo un materasso freddo e duro. Mi sembra di sdraiarmi su una panca di legno verniciato incapace di assorbire le mie lacrime. Cerco la sofficità del cuscino, ma anche lui respinge il mio bisogno di calore. Ci sono 25 gradi eppure sento freddo. Il freddo della mia pelle si confonde con il gelo del mio cuore, povero cuore, gli vorrei dire che mi dispiace, cerco di scusarmi con lui per non riuscire a scaldarlo, per fargli così male… lui che per primo si è formato davanti agli occhi commossi dei miei genitori che guardano l’ecografo e sentono il rumore del suo battito. 

È il suono della vita, com’è rilassante, com’è piacevole, com’è bello

Ma perché ti sono così affezionata però non riesco a scaldarti? Perché non riesco a farti sentire amato? Ci devo pensare io a te, sei lo stesso cuoricino che accompagnava la vita di quella piccola bambina con i codini e il ciuccio sempre in bocca. Vorrei stringere forte quella bambina e dirle quanto vale, vorrei dirle di non preoccuparsi perché non c’è niente che non vada bene in lei, lei è così ed è preziosa anche se sbaglia qualcosa. 

Però deve crederci alle mie parole quella piccola, deve ricordarselo ogni giorno. 

Allora la immagino sorridere e giocare felice, la riempirei di baci, è bellissima, peccato che io non possa prenderla in braccio e coccolarla. 

Eppure quella bambina è qui che scrive, un po’ cresciuta ma è lei, cos’è successo? Cosa ha fatto di così terribile per non meritarsi più una carezza? Deve aver fatto qualcosa di tanto brutto come è tanta la voglia di fargliela pagare. 

Questa vita non fa per me e non fa che ripetermelo, tutto è contro di me

Mi alzo dal letto, mi sono toccata il viso per asciugare il pianto, ho sentito una sporgenza sulla guancia, va tolta. Accendo la lucina del mio comodino e corro davanti a quel maledetto, la mie pelle è impura, c’è un puntino, deve sparire in ogni modo. Intanto il tempo mi scorre addosso scivoloso, la pelle fredda è diventata calda, rossa e lucida, sto sudando come fossi sotto un sole cuocente. La foga mi fa perdere la percezione dei minuti che passano. Improvvisamente si è fatta l’una di notte, sono di nuovo sdraiata a fissare il soffitto mentre le lacrime continuano a scendere, ma questa volta scendono insieme a macchie di sangue che ora mi ricoprono il viso. 

È la voglia di perfezione che mi tormenta. 

Mi rialzo dal letto e torno di fronte a quel maledetto specchio per controllare i capelli, gli occhi e le gambe. Assolutamente no, non vanno bene.  

Finalmente mi addormento, ma neanche nel sonno ho diritto a un po’ di pace

Nel sogno le cose non vanno come le ricordavo… la mia amica Sofia cerca il mio sguardo, il mio solito affetto, ma questa volta non lo riceverà.

Io la respingo, le urlo contro, la offendo, la faccio sentire così come non avrei mai voluto nella vita che si sentisse. Mi chiedo perché mi comporti così, sono proprio una pessima persona anche nei sogni. Ogni notte la storia si ripete. 

Anche se dormivo sentivo il mio cuore distruggersi in mille pezzi, un dolore indescrivibile. 

Tutto sembra dirmi che sono causa di male per gli altri, che se sparissi sarebbe meglio, questa voce è fortissima e costante, così pressante che alla fine vince sempre lei, io le credo e faccio quello che vuole. 

Me l’ha detto lei che sarei dovuta tornare a casa sfranta e che avrei dovuto camminare fino a farmi girare la testa e se questo non fosse bastato a ridurmi uno straccio, la cena l’avrei vista forse il giorno dopo, forse. 

Infatti neanche il giorno dopo avrò diritto alla cena. 

Malefica voce cosa vuoi da me? Non lo vedi come sto male? Non è abbastanza? Guarda i miei occhi come sono spenti, la mia bocca non si apre più, le mie gambe fanno male e il mio cuore non esiste più, lo hai distrutto per bene, lo hai annientato del tutto

Ogni cosa scorre senza far rumore, non provo più niente, solo nero, provo questa sensazione che vorrei trovasse un nome, per ora per me è nero la parola più compatibile. Ancora meglio il nero preciso di un tunnel buio senza uscita. Nero come la mia vita e tunnel come il mio animo, che ogni giorno perde sempre di più la speranza di vedere la luce, che è sommerso da un mescolarsi di paure, angosce, ansie, fisime, ossessioni, isterie e tutto ciò che di più irrazionale e malvagio l’uomo possa provare dentro. 

Adesso c’è una terza ragazza, forse ormai una donna, perché da quel tunnel è uscita, più forte, meno triste, soprattutto più felice. 

Lei ora si vuole bene, si è finalmente innamorata di se stessa e della vita 

Come ha fatto? Ha iniziato ad accettarsi, ha stretto forte i pugni ed è uscita dalla camera da letto, si è mostrata agli altri, gliel’ha urlato in faccia alla malattia che lei è più forte. Ha deciso di fare tutto il contrario di quello che la balorda le diceva di fare. Non puoi farti vedere così! Potrai farlo solo quando sarai più carina, ora resta a casa che è meglio, sei brutta e grassa!  E invece no, lei è bella dentro e fuori, ha una vita da prendere e plasmare come vuole. Ha tanto amore da dare e da ricevere, non c’è nulla che la fermi. E questo coraggio dove l’ha trovato? Non l’ha trovato, lo ha aspettato, ci ha voluto credere al fatto che quel giorno sarebbe arrivato, il giorno in cui tutto sarebbe finito. Sembrava impossibile, era convinta di essere quel caso particolare che non ce l’avrebbe mai fatta, tante volte ha pensato di mollare. Allora cosa l’ha spinta a combattere? Si è solo fidata di chi le ha assicurato che la vita è bella, di tutte le persone che facevano il tifo per lei, che volevano vederla correre e sorridere. 

Il dolore, la rabbia, la vergogna, la solitudine, la paura non si dimenticano. Quella sensazione di non poter decidere per la tua vita perché c’è qualcun altro a farlo per te non si scorda. La malattia ti cambia, è una cicatrice che ti porterai sempre nell’anima ma che sai che non potrà mai riaprirsi. 

L’articolo è stato scritto da Cristina, volontaria dell’Associazione, che ha raccontato la sua storia

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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