Rifiuto delle cure per i DCA: cosa possono fare i cari?

rifiuto delle cure per i dca: cosa possono fare i cari?

Affrontare il rifiuto delle cure da parte di una persona che soffre di un Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) può essere estremamente difficile. Il supporto della famiglia e degli amici è cruciale per creare un ambiente sicuro e incoraggiante, che favorisca l’accettazione del trattamento. Tuttavia, per agire in modo efficace, è essenziale comprendere i motivi del rifiuto e adottare strategie empatiche e mirate.

Perché chi soffre di DCA può rifiutare le cure?

Due concetti chiave possono aiutare a capire il rifiuto delle cure: egosintonia e anosognosia.

  • Egosintonia: I disturbi alimentari possono essere vissuti come una parte integrante dell’identità della persona. L’idea di abbandonare il disturbo può suscitare paura, poiché viene percepito come un elemento che dà controllo o valore personale. Anche se consapevole di avere un problema, la persona potrebbe non voler rinunciare a ciò che vede come un “vantaggio” del disturbo.
  • Anosognosia: Si tratta dell’incapacità di riconoscere di avere un problema di salute. Questo fenomeno neurologico può derivare dai cambiamenti cognitivi indotti dal DCA, come la malnutrizione, che altera la percezione della realtà e del rischio per la salute.

Come si manifesta la resistenza al trattamento?

La resistenza al trattamento nei disturbi alimentari può assumere diverse forme, spesso riconducibili a segnali emotivi, comportamentali, fisici o psicologici, o a una combinazione di questi.

Una delle forme più comuni è la disregolazione emotiva, che si traduce in opposizione, scoppi di rabbia o pianto. A ciò si aggiungono comportamenti come la riluttanza a partecipare alle sedute di psicoterapia, l’aggressività o un aumento dell’ostilità verso gli altri.

Strategie per supportare una persona che rifiuta le cure

Quando una persona cara rifiuta le cure per un disturbo alimentare, può sembrare difficile sapere come agire e quali strategie adottare per incoraggiare il trattamento. Non esiste una strategia valida per tutti, tuttavia esistono approcci utili e mirati che i familiari e gli amici possono mettere in pratica per fornire supporto senza aumentare la resistenza. 

  1. Comunicazione aperta e non giudicante

Può essere difficile parlare di disturbi alimentari, ma il trattamento di questi richiede una comunicazione continua. Informarsi riguardo alle opzioni di trattamento disponibili e alle componenti psicologiche dei disturbi alimentari è fondamentale per poter comprendere. Instaurare un dialogo basato sull’ascolto attivo e privo di giudizio è funzionale al fine di creare un ambiente sicuro per l’espressione e la validazione dei sentimenti.

  1. Offrire informazioni e risorse

Condividere informazioni sui disturbi alimentari e sulle opzioni terapeutiche in modo delicato può aiutare la persona a comprendere la gravità della situazione. Articoli, testimonianze e spiegazioni sulle terapie disponibili possono essere strumenti utili.

  1.  Supportare senza forzare

Forzare una persona a seguire un trattamento può aumentare la resistenza. È importante rispettare i tempi di accettazione, pur continuando a offrire sostegno in modo costante.

  1. Problemi da affrontare insieme

Adottare un approccio collaborativo può ridurre la sensazione di essere sotto pressione. Discutere apertamente delle preoccupazioni e dei possibili ostacoli permette di trovare soluzioni condivise.

  1. Ricercare il supporto di professionisti

Affrontare un DCA senza aiuto professionale è spesso troppo difficile. È importante coinvolgere una rete di esperti, come medici, dietisti, terapeuti e specialisti, che possano sostenere sia la persona malata che i suoi cari. Approcci come la Family-Based Treatment (FBT) sono particolarmente efficaci per adolescenti, anche in caso di rifiuto delle cure.

Di fronte al rifiuto delle cure, ricordiamoci che il cambiamento è possibile

Anche di fronte al rifiuto delle cure, è importante ricordare che il cambiamento è un processo, spesso lento, ma possibile. Ogni gesto di comprensione, ogni dialogo aperto e ogni sforzo per creare un ambiente di sostegno può contribuire a far emergere una maggiore consapevolezza e apertura verso il trattamento. Con empatia, determinazione e il coinvolgimento di professionisti qualificati, i cari possono essere una guida preziosa, aiutando chi soffre a vedere la possibilità di una vita libera dal disturbo alimentare.

L’articolo è stato scritto da Luna, volontaria dell’Associazione

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