Che cosa significa binge eating? Che cos’è un disturbo da alimentazioni incontrollata?
Davanti a tanti dubbi e domande che possono insorgere, grazie alla dietista Stefania Moio, esperta in disturbi alimentari, abbiamo approfondito le dinamiche del Disturbo da Binge Eating Disorder con un’intervista ad una sua paziente.
Come spiegheresti a chi non lo conosce, il disturbo di cui soffri?
Lo descriverei come “perdita di controllo”, come un momento in cui ti rendi conto che stai sbagliando ma non riesci a fermarti, e il cibo diventa la tua fissazione… direi quasi ossessione.
Come si verifica una abbuffata nel tuo caso?
In alcuni periodi le mie abbuffate si ripetono per qualche giorno consecutivamente, in altri sono episodi isolati. Nei momenti di noia, nei momenti in cui sono nervosa, quando ho un pensiero negativo, inizio a pensare al cibo in modo ossessivo. Inizio a mangiare qualcosina e finisco con il mangiare ogni cosa: dolce salato, salato dolce, pacchi interi di biscotti, merendine, cracker, formaggi, pane, tutto ciò che trovo. Arrivo a cumulare calorie su calorie (quelle che nella normalità introduco anche in più di una settimana).
Una mia abbuffata può durare un’ora, così come un intero pomeriggio se non di più.
Come ti senti subito dopo?
Gonfia, brutta, piena. Mi sento in colpa perché sono consapevole di aver sbagliato. Sento tanto tanta voglia di piangere, perché sento di aver fallito, la vivo come una sconfitta personale.
I pasti successivi alla abbuffata come li organizzi?
Quando finisco l’abbuffata inizio una dieta restrittiva, mi vieto tutto. Peso maniacalmente ogni cosa, ogni grammo in più lo elimino e mi capita di decidere di digiunare.
Perché hai deciso di guarire da questa malattia?
Per me stessa, perché ho voglia di godermi la vita e le abbuffate purtroppo non me lo permettono. Limitano la mia socialità. Vivo ogni evento con ansia perché ho una paura grande di perdere il controllo. Voglio imparare a regolarmi e a godermi anche il cibo. Voglio non stare male fisicamente e moralmente per questi episodi.
Cosa ti aspetti dal futuro?
La libertà di non pensarci, di mangiare qualcosa anche di non dietetico e non avere sensi di colpa. Arrivare a non pensare alle calorie contenute in quello che mangio. Voglio che sia altro a rendermi felice e non con il cibo.
Voglio imparare a piacermi per quello che sono e non per quello che vorrei essere.