Intenta ad osservare la pioggia che cade incessante, mi domando come stai o come staresti se le mie forze fossero bastate a strapparti mille sorrisi.
Spesso si tende a sottovalutare quante ripercussioni abbiano i Disturbi del Comportamento Alimentare, emotivamente parlando, nel corso degli anni, su noi stessi e su chi ci circonda.
Ed io quelle ripercussioni me le trascino dietro da tempo, continuo imperterrita a parlarne in terapia senza riuscire a lasciarle andare.
Gli amici, la famiglia, ogni tipo di affetto rappresentano parte integrante e fondamentale del processo di guarigione.
Eppure, alle volte, gli amici hanno bisogno di altri amici ed io avevo bisogno di qualcuno a cui raccontare le mie paure.
Non te l’ho mai detto, chissà se ora lo leggerai, ma la paura di perderti e di non ricevere risposta ai nostri soliti “buongiorno” mi soffocava.
In quel periodo qualcuno mi disse “Non puoi vincere battaglie di altri, non puoi salvarla se non vuole essere salvata“.
Quanto avrei voluto che prendessi la mia mano, stretta stretta, per uscire da quel tunnel più bella e più forte di prima.
Ad oggi è ancora lì, tesa e forte, forse non la vedi, ma se ti sporgi solo un po’ la noterai.
A quel tempo sarebbe stata utile l’esistenza di un’associazione come “Animenta”, quanti consigli avrei potuto chiedere, quanta forza avrei potuto ricevere.
Perché, se non sai come gestirli, i “DCA di altri”, risucchiano anche te.
Passavo il tempo a chiederti di uscirne per me, di mangiare per me, di fare tutto per me.
Oggi so che non lo avresti mai fatto per me, che avevi bisogno di una, due, mille spinte per capire come farlo per te.
In balia di mille emozioni scrivere mi viene difficile, eppure ci sto provando; vorrei che lo leggessi e ti chiedessi scusa. Vorrei che qualcuno, leggendo questo, si chiedesse scusa.
Tornassi indietro andrei prima in terapia: per me, per te, per i tuoi capelli biondi, sottili e fragili.
Le farfalle non ti sono mai piaciute, ne avevi paura, eppure sei sempre stata una di loro.
Pensa, oggi non piacciono neppure a me.
La lettera è stata scritta da Maria, che ha raccontato una sua esperienza
