Caro corpo,
Ti chiedo scusa.
Non so precisamente che cosa mi abbia spinta ad odiarti così tanto. A darti la colpa per tutte le giornate che si tingevano di nero dopo averti scrutato ossessivamente allo specchio, centimetro dopo centimetro.
Ti ho maledetto talmente tanto che ora quasi mi vergogno a chiederti scusa.
Te ne ho fatte e dette talmente tante che quasi mi sento stupida a ringraziarti per ciò che stai facendo per me e ciò che mi hai permesso di fare fino ad ora.
Sei cambiato tanto nel corso di questi anni.
Ci sono stati giorni in cui cercavo di osservarti di sottecchi, per paura di scoppiare in lacrime davanti a te e precludermi, così, la possibilità di vivere in tutta serenità una semplice giornata di sole.
Sai, ho sempre creduto che tu fossi sbagliato per me. Che non mi appartenessi veramente. Che fossi solo un orribile e schifoso involucro. Ti ho sempre voluto diverso: più sottile, più leggero, più fragile.
Ti ho coperto con strati di vestiti larghi per nasconderti e per far sì che quel freddo che sentivi, causato dall’averti portato allo stremo, non fosse troppo pungente e fastidioso.
Mi dispiace per essermi comportata in questo modo. Mi dispiace se tutt’ora faccio fatica ad accettarti e a guardarti con amore. Stai cambiando, e sai benissimo quanto sia traumatico per me.
Ho ancora alcuni angoli da smussare, me ne rendo conto. Però posso dire che ora ti sento un po’ più mio. Ora sento che mi appartieni. Che non vorrei mai più farti del male.
Mi stai permettendo di vivere una vita che non ho mai vissuto in modo così intenso. E poi sai che c’è? Sto imparando ad ascoltarti. Sto ascoltando le tue esigenze e i tuoi bisogni. È la cosa più difficile del mondo, sai? Perché a volte quella vocina nella testa ritorna, perciò darti ascolto diventa ancora più complesso.
Caro corpo, ti chiedo ancora scusa. Io ce la sto mettendo tutta e sento che tu mi stai assecondando e aiutando, nonostante tutto quello che ti ho fatto… E per questo ti ringrazio. Sei il frutto di anni di dissidi interiori, ma ancor di più delle mie vittorie.
Grazie.
P.s. So che non te l’ho mai detto… Ma ti voglio bene.
