Ciao, sono Annachiara, ho 16 anni e oggi vorrei raccontare la mia storia.
Vorrei parlare del fatto che da sempre sono in lotta con me stessa, con quell’immagine riflessa nello specchio che mi tormenta.
Non ricordo il momento preciso in cui mi sono ammalata, è stato tutto rapido e inaspettato. Avevo iniziato ad allenarmi di più e stare attenta al cibo che assumevo e in un lampo mi sono trovata a non mangiare per mesi e mesi alcuni cibi, a non concedermi un minuto di pausa.
So che non esiste un’unica causa scatenante, ma penso che su di me l’ansia e il giudizio severo verso me stessa, soprattutto per ciò che riguarda la scuola, abbiano avuto un ruolo importante.
Eppure non posso negare che con il mio corpo non è mai andata bene. Non posso negare che mi disturba da quando ho 8 anni, da quando a scuola e in palestra vedevo bambine alte, magre, con le gambe slanciate e “perfette”.
Mi sono sempre sentita da meno, inferiore.
Mi sono sempre sentita sbagliata solo perché io non ero così. Non mi sono mai guardata allo specchio con occhi pieni d’amore verso quel riflesso, No, mi sono sempre osservata e giudicata con occhi pieni di rabbia. Questa insoddisfazione è cresciuta insieme a me, dentro. Si è ingigantita fino a diventare incontrollabile e a sfociare nella mia lotta con il cibo. Cibo che si è trasformato in un nemico. Dovevo riacquisire il controllo di quella rabbia e l’unica cosa che sono stata in grado di fare è stata controllare il cibo e l’allenamento per raggiungere, una volta per tutte, quel fisico che da bambina non ho mai avuto ma sognavo ad occhi aperti di avere.
Inizialmente ero felice, vivevo la cosiddetta “luna di miele”. In quel momento tutto andava bene; dimagrivo ma ero ancora felice, energica, avevo un bell’aspetto ai miei occhi. Poi però quella luna di miele è giunta al termine e io sono caduta nel buio più profondo.
È iniziato il periodo in assoluto più complicato della mia vita. Mi sono spenta: occhi vuoti, energie a zero. Sono diventata scontrosa con tutti, mi sono allontanata da tutti e non c’era più nulla che mi facesse dire “che bella la vita”. In quel momento sono morta dentro e praticamente nessuno se n’è accorto. O almeno, solo in pochi. Poche persone a cui io dicevo di non aver bisogno di aiuto, dicevo che non stavo male perché avevo paura di quello che mi stava succedendo e non potevo accettare di essere io la vittima in quel momento, io che dovevo essere sempre forte e disponibile per aiutare gli altri. Sono andata avanti così per lunghissimi mesi.
Poi a un certo punto ho scoperto una persona, un mio amico, ed è stato grazie a lui che ho cambiato prospettiva.
Mi sono detta: “Basta, devo tornare a vivere, devo tornare ad essere quella di sempre, non posso continuare così”. E allora mi sono armata di tutta la forza che avevo dentro e ho iniziato a provarci, ho iniziato a lottare per uscire da quel tunnel infernale. Ero quasi arrivata alla luce quando mi è mancata la forza per lo sprint finale e sono ricaduta, sono tornata al buio. Ho provato svariate volte a raggiungere la luce ma a un passo dalla fine sono sempre ricaduta all’indietro. Non so quando uscirò definitivamente da questo tunnel, ma una cosa la so: quando ne uscirò sarò la prima a dirmi di essere fiera di me stessa, sarò la prima a dirmi che sono stata forte, perché non me lo sono mai detta.
Ma la verità è che me lo merito. Quindi, cara anoressia… Mi stai rovinando l’adolescenza, ma appena riuscirò ad uscire di qui mi riprenderò tutto indietro, tutto il tempo che mi hai rubato sarà di nuovo mio.
L’articolo è stato scritto da Annachiara, che ha raccontato la sua storia