Oggi i disturbi alimentari purtroppo sono molto diffusi, in particolare tra i giovani. Ne ho viste tante di persone specchiarsi con questa malattia.
Io stessa sono stata una di queste.
In pochi sanno realmente che questa malattia così insidiosa non consiste semplicemente in un problema tra l’individuo e il cibo, ma è qualcosa che ha un’origine più profonda: un disagio sociale. Chi si ammala di disturbi alimentari vorrebbe scomparire, non parlare, non socializzare, non sorridere e non vivere più. Questo distacco sociale è ciò che porta la persona a rapportarsi in modo disfunzionale con il cibo, spesso con il fine di scomparire come può accadere nel caso dell’anoressia.
Non era mia intenzione presentare questo argomento in modo così diretto, ma ritengo sia giusto farlo per me stessa e soprattutto in nome di quelle persone che purtroppo a causa di questa malattia sono scomparse. Io appartengo alla categoria in cui stanno le persone più fortunate: oggi, a 18 anni, posso dire di avercela fatta.
Quando mi sono ammalata ne avevo più o meno 15 di anni. Ho vissuto quel periodo molto male, mi sentivo fuori dal mondo, incompresa. E non capivo che in realtà per farmi comprendere anche io avrei dovuto fare un passo in avanti.
Negli anni della mia malattia ero talmente stanca e priva di energie che non volevo stare tra la gente, partecipare e soprattutto dialogare con gli altri. Ecco, quest’ultimo aspetto è ciò che desidero maggiormente evidenziare.
Il dialogo e la parola sono stati per me determinanti.
Nel momento peggiore della malattia, questi aspetti non mi appartenevano più. Allo stesso tempo, però, il dialogo mi ha salvata: parlare con la mia psicologa, discutere con il mio neuropsichiatra e la mia nutrizionista, riferire ai miei genitori che qualcosa non andava mi ha fatto guarire.
Questa è stata la “prima fase” della mia guarigione. Poi chiaramente c’è stato un insieme di altri fattori che mi hanno aiutata ad uscirne e mi hanno permesso di scrivere qui queste cose e di essere qui, ora.
Vorrei fare un appello a coloro che in questo momento stanno affrontando un disturbo del comportamento alimentare: non arrendetevi!
Non abbiate paura di curarvi e soprattutto di uscire dalla malattia e di mostrare al mondo chi siete realmente. Posso assicurarvi, da persona che l’ha vissuta sulla propria pelle questa malattia, che quando tutto finirà ne uscirete con una grinta immane, che nemmeno voi stessi riconoscerete più. Spero che le mie parole siano utili, facciano riflettere le persone e stiano accanto a chi ne ha bisogno.
Dedico inoltre questo messaggio a coloro che mi sono stati accanto nel mio percorso, che mi hanno vista rifiorire e che hanno creduto in me quando io credevo di essere un niente tra tutti gli altri.
L’articolo è stato scritto da Margherita, che ha condiviso una riflessione personale