L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) è una condizione del neurosviluppo caratterizzata dalla difficoltà nella gestione dell’attenzione, e che è associata all’iperattività e all’impulsività. Sebbene sia una condizione presente sin dalla prima infanzia, può essere diagnosticata anche in adolescenza o in età adulta.
I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione sono invece disturbi psicologici che coinvolgono comportamenti relativi all’alimentazione e che portano a un’alterazione nell’assunzione del cibo, con conseguenze negative sulla salute. Tra di essi vi sono l’anoressia nervosa, la bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata.
Entrambe queste condizioni hanno origini complesse, con fattori genetici, ambientali e psicologici che giocano un ruolo importante.
Gli studi su disturbi alimentari e ADHD
Il legame tra il ADHD e i disturbi alimentari è oggetto di crescente interesse nella ricerca. È stato osservato che spesso l’ADHD e i disturbi alimentari sono correlati (Nazar et al., 2016), e che le persone con ADHD hanno un rischio maggiore (fino al 70%; Nigg et al., 2016), di sviluppare obesità, sebbene la relazione tra le due condizioni non sia ancora del tutto definita.
El Archi e il suo team (2020) hanno condotto uno studio per esaminare la relazione tra l’ADHD e i disturbi alimentari. Dopo aver escluso alcuni studi non idonei, sono stati analizzati 41 studi che hanno confermato una correlazione significativa tra l’ADHD e comportamenti alimentari problematici, come abbuffate e condotte eliminatorie. La ricerca ha anche evidenziato che la disregolazione emotiva e l’affettività negativa potrebbero mediare questa relazione e che le persone con ADHD utilizzano il cibo per gestire le emozioni negative.
Inoltre, un altro studio ha dimostrato che soggetti con ADHD presentano una maggiore incidenza di disturbi legati all’alimentazione come la bulimia nervosa e il binge eating. Un’analisi condotta da Nazar et al. (2016) ha evidenziato un legame significativo tra tali disturbi.
Questi risultati sottolineano l’importanza di considerare la comorbidità e il rischio di disturbi alimentari nella popolazione con ADHD, al fine di migliorare la diagnosi e il trattamento.
Quindi: quali connessioni?
- Co-morbilità: La ricerca ha evidenziato una grande sovrapposizione tra ADHD e disturbi alimentari, suggerendo che molte persone affette da ADHD possano presentare anche problemi legati all’alimentazione. Questa comorbidità può essere spiegata da meccanismi comuni che influenzano entrambe le condizioni, come l’impulsività, la disfunzione esecutiva e anomalie neurobiologiche.
- Regolazione del Comportamento: Entrambe le condizioni possono influenzare la capacità di regolare il comportamento in relazione all’alimentazione. L’ADHD può portare a impulsi incontrollati e difficoltà nel mantenere la disciplina, mentre i disturbi alimentari possono manifestarsi attraverso comportamenti restrittivi, compensatori o disordinati legati all’alimentazione.
- Trattamento Integrato: Considerando questi meccanismi comuni, è importante adottare un approccio integrato nel trattamento di individui affetti da entrambe le condizioni. La psicoterapia, la gestione dello stress, il supporto nutrizionale e la terapia farmacologica possono essere utili nel gestire i sintomi legati all’ADHD e ai disturbi alimentari, lavorando per migliorare la regolazione emotiva, la consapevolezza alimentare e le abilità di controllo del comportamento.
- Effetti dei Farmaci Stimolanti: La terapia farmacologica dell’ADHD, che spesso prevede l’uso di stimolanti, può influenzare l’appetito e il peso, potenzialmente contribuendo a problemi alimentari.
- Differenze di Sesso e Età: Gli studi hanno evidenziato differenze di genere nella frequenza dei disturbi alimentari tra individui con ADHD, con le donne che presentano un rischio maggiore. Inoltre, l’età sembra influenzare il rischio di sviluppare tali disturbi.
Implicazioni cliniche per il trattamento di ADHD e disturbi alimentari
La gestione di pazienti con ADHD e disturbi alimentari richiede un approccio multidisciplinare. I clinici devono valutare attentamente entrambe le condizioni, considerando come le strategie di trattamento per una patologia possano influenzare l’altra. L’integrazione di terapie psicologiche, farmacologiche e di supporto è fondamentale per un trattamento efficace.
Bibliografia
- El Archi, S., Cortese, S., Ballon, N., Réveillère, C., De Luca, A., Barrault, S., Brunault, P. (2020). Negative Affectivity and Emotion Dysregulation as Mediators between ADHD and Disordered Eating: A Systematic Review. Nutrients, 12, 3292
- Nazar, B.P., de Sousa Pinna, C.M., Suwwan, R., Duchesne, M., Freitas, S.R., Sergeant, J., Mattos, P. (2016). ADHD Rate in Obese Women with Binge Eating and Bulimic Behaviors from a Weight-Loss Clinic. Journal of Attention Disorders, 20, 610–616
- Nigg, J.T., Johnstone, J.M., Musser, E.D., Long, H.G., Willoughby, M., Shannon, J. (2016). Attention-deficit/hyperactivity disorder (ADHD) and being overweight/obesity: New data and meta-analysis. Clinical Psychology Review, 43, 67–79
L’articolo è stato scritto da Giovanna, volontaria dell’Associazione