Animenta racconta i disturbi alimentari – La storia di Chiara

Mi sono persa per mesi, forse per anni, dietro ad idee distorte determinate dal bisogno di un senso di controllo.

Non so dare un inizio alla mia malattia, non so dire nemmeno perché è iniziata.

Io mi piacevo, ero forte ed ero sana. Le mie giornate andavano avanti tra impegni scolastici, compiti e allenamenti in piscina; il poco tempo che mi rimaneva lo passavo con gli amici o con il mio ragazzo..

Ero discretamente brava a scuola, ho iniziato l’università e tutto proseguiva più o meno allo stesso modo. Ma col tempo dentro di me qualcosa stava iniziando a sgretolarsi, non riuscivo a capire se le scelte che stavo facendo fossero fatte davvero da me o dal bisogno di soddisfare chi mi stava attorno.

Quando mi guardavo allo specchio non mi piacevo, non mi sentivo adatta, non mi sentivo bella e avrei voluto solo scomparire.

La malattia mi ha presa per mano e mi ha dato l’illusione di poter controllare finalmente qualcosa.

Continuavo su una strada pericolosa restringendo tutto quello che ingerivo, l’iperattività mi stremava e io ignoravo chiunque cercasse di avvertirmi e allontanavo chi provava ad aiutarmi.

Mi sentivo potente e forte, ma guardandomi allo specchio non era abbastanza.

Ho ristretto sempre di più, mi sono allenata sempre di più.

Avevo freddo, male alle gambe, i capelli rovinati e sottili e la notte non riuscivo a dormire per i crampi. Ho perso amicizie, relazioni sociali, ho rovinato i rapporti con la mia famiglia e con le persone che mi volevano bene.

La malattia ti toglie tutto, molto più che nel fisico ti colpisce nell’anima.

Le persone che mi volevano bene cercavano di farmi capire quanto fosse pericolosa la strada che stavo seguendo. Ho allontanato per mesi chiunque cercasse di aiutarmi. Ho sofferto e ho fatto soffrire.

Un giorno uscita dalla doccia ho visto il mio riflesso nello specchio e per la prima volta dopo mesi la dispercezione non era presente, o almeno non era ingombrante come al solito.

Quell’immagine credo mi resterà impressa per tutta la vita. Il male che mi stavo facendo l’ho capito osservando senza giudicare la sofferenza di quel corpo stremato e denutrito.

Ho preso appuntamento con una psicoterapeuta specializzata in disturbi alimentari.

Ho dato un nome a quello che mi stava trascinando sul fondo.

Ho iniziato un percorso di recovery, ho pianto tanto, ho lottato per me stessa e non più contro me stessa. Ho lentamente lasciato andare quell’idea malsana di controllo.

Ho riscoperto una parte di me negli occhi e nelle parole di chi mi è stato accanto, in quelle persone vere che sono state la mia forza più grande.

Sto imparando a prendere la vita come viene, ad accettarmi per quella che sono, senza necessariamente dover cambiare qualcosa e a vivere davvero tutte le piccole cose che mi strappano un sorriso.

Ho finalmente capito che chi ti vuole bene non ti lascia solo, che la fragilità non esclude la forza e che ci vuole molto più coraggio a guardare in faccia la realtà e a guardarsi dentro piuttosto che girarsi dall’altra parte.

Ora posso essere me stessa e concedermi di sbagliare.

Posso mangiare, bere un bicchiere di vino e uscire con gli amici.

Posso ridere, correre e nuotare di nuovo.

Posso vivere.

L’articolo è stato scritto da Chiara, che ha raccontato la sua storia

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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