Sono V. ho 27 anni e ancora non ho capito da quanto soffro di disturbi alimentari.
Il mio rapporto col cibo è sempre stato particolare ma ero troppo piccola per capirlo.
Credo che tutto ebbe inizio con la perdita di mia mamma e con la mia efamiglia che mi ha “consolata” con il cibo.
Della mia infanzia ricordo poco, ho cancellato tanti ricordi, ricordo però tante responsabilità troppo grandi per una bambina, e una persona che cercava di fare meno rumore possibile nel mondo, per non dare fastidio ad una famiglia che aveva già affrontato troppo.
È lì che ho iniziato a rifugiarmi nel cibo, già all’asilo chiedevo il bis di tutto, poi a mangiare tanto e di continuo ma soprattutto di nascosto , per paura di essere giudicata. Ho toccato il peso limite intorno ai 18 anni, quando poi alcune amiche mi hanno spinta a dimagrire perché sarei stata meglio… Ed è stato l’inizio della fine, da quel giorno non ricordo un singolo periodo della mia vita in cui non mi sono fissata su dieta,calorie , sport… E alternavo alla settimana di dieta il famoso pasto o giorno sgarro in cui potevo mangiare di tutto .
Poi sono comparse le prime compensazioni, così da sentirsi meno in colpa. Ma anche allora non pensavo minimamente di soffrire di un disturbo alimentare.
Era tutto normale, ero solo a dieta e ci tenevo a raggiungere il corpo dei miei sogni. Poi una delusione con un ragazzo, unita al lockdown e al commento di un personal trainer mi hanno portato nel baratro, pensando che se avessi smesso di mangiare, avrei perso quei dannati kg e poi avrei potuto costruire il muscolo.
Ma non è andata esattamente come speravo, mangiavo sempre meno, poi le compensazioni infinite,attività fisica distruttiva… fino a quando non decido di parlarne con un’amica .
La mia salvezza, mi mette davanti solo due scelte, due modalità d’aiuto. Ad oggi sono seguita, e dopo un anno di alti e bassi, di ricadute e riprese lui il demone non è ancora andato via, sto ancora inseguendo il corpo che vorrei, e compenso ancora le mancanze con il cibo.
Ma pian piano sto prendendo consapevolezza di quello che ho e di quello che ho passato, sperando che quanto prima resti solo un ricordo.