Car* prof, mi fido di te! Per un positivo rientro a scuola

prof, mi fido di te

Care Prof e cari Prof,

l’apertura delle scuole è ormai alle porte. Questa fase di preparazione è fondamentale per designare quelli che saranno gli obiettivi per ogni classe. Oltre a predisporre quelli che saranno i traguardi prettamente curriculari da raggiungere durante il prossimo anno, ciò che farà la differenza sarà la dedizione con cui vi occuperete dei vostri giovani discenti.  

La centralità della cura

La cura, nel suo senso ancestrale ed etimologico, indica ben oltre la semplice preoccupazione e/o sollecitudine. È una vera e propria devozione nei confronti di una determinata causa. Non a caso, nell’antica cultura latina, chi si prendeva cura di qualcuno, non alleviava i suoi dolori, ma si assumeva una responsabilità emotiva e morale.

Nonostante il termine, nel corso dei secoli, abbia maturato delle sfumature di significato specifiche, sotto l’influsso di vari fattori (storici, politici, sociali, culturali ed economici), ciò che caratterizza questa parola è la sua trasversale resistenza. “Cura” non è solo “attenzione”. Il suo significato è maturato in una dimensione di temporalità: l’attenzione può essere istantanea, fatuo l’interessamento, ma la cura no. La cura segue un processo; segue un progetto che si sviluppa tra passato, presente e futuro.

La fatica del prendersi cura

Lo scrittore latino Igino, nelle Fabulae, raccolta di brevi storie scritte, narra il mito della dea Cura. Nella letteratura latina, la dea Cura è una divinità romana poco conosciuta. Mentre Cura stava attraversando un fiume, vide del fango argilloso. Lo raccolse pensosa e cominciò a dargli forma. Mentre stava riflettendo sulla scultura plasmata, si avvicinò Giove. Cura gli chiese di dare lo spirito di vita a ciò che aveva fatto e Giove acconsentì volentieri.

Ma quando Cura pretese di imporre il suo nome alla creatura, Giove glielo proibì sostenendo che il nome doveva essere il suo, dato che gli aveva infuso la vita. Mentre Giove e Cura disputavano sul nome, intervenne anche Terra, reclamando che a ciò che era stato fatto fosse imposto il proprio nome, perché essa gli aveva dato il proprio corpo.

I disputanti elessero Saturno, il tempo, a giudice, il quale comunicò ai contendenti la seguente decisione:

“tu Giove, che hai dato lo spirito, al momento della morte riceverai lo spirito; tu, terra, che hai dato il corpo, riceverai il corpo. Ma poiché fu cura che per prima diede forma a questo essere, finché esso vive, lo custodisca. Per quanto concerne la controversia sul nome, si chiami homo poiché è stato tratto da humus”. 

I significati legati al mito 

Questa antica favola ci ricorda che il “prendersi cura” dell’altro non è affatto marginale o transitorio, ma è talmente connesso alle radici dell’umano che in qualche modo lo plasma, forgiandolo e foggiandolo.  Cura è consapevole del generoso ed impegnativo potere di assistere l’altra persona sin nelle sue radici dell’umano, nel suo humus. E che gli altri dei accettino sinergicamente il proprio compito, diremmo con una categoria affatto moderna, che “facciano rete” interno a cura ed all’uomo. A partire dal modello proposto da Engel, ecco che il concetto di cura si trasforma nel “prendersi cura”, ovvero in un atto che è volto ad aggiungere e non solo a togliere, che si apre a possibilità e non si chiude incontrando il “difetto”.

“Avere cura” è un’espressione dal doppio significato: può indicare sia il “riceverla” che il “donarla”. Si fonda, prima di tutto, su un incontro di anime. “Avere cura” di qualcuno significa “avere a cuore” qualcuno. Ebbene, car* professor*, avendo cura de* vostr* student* e avendol* a cuore, sarete ricompensati con la fiducia che riporranno in voi, riconoscenza, ammirazione e, infine, affetto. Perché, come affermava Simone Weil, “l’attenzione è la prima forma d’amore”.

L’empatia nella relazione prof-studente

Nel contesto dell’istruzione, l’empatia emerge come elemento cruciale per il successo accademico dei ragazzi e per il loro benessere psicologico. Il termine, che deriva dal greco en- e pathos, significa letteralmente “dentro il dolore”. Ed è proprio all’interno di questo quadro storico che questa parola assume la coloritura semantica con cui la adoperiamo tutt’oggi. Originariamente, infatti, empatia stava a indicare il rapporto emozionale di partecipazione che legava l’aedo, cantore dei poemi omerici, al suo pubblico. L’empatia è la capacità di “mettersi nei panni dell’altro” percependo, in questo modo, emozioni e pensieri. È l’abilità di vedere il mondo come lo vedono gli altri, essere non giudicanti, comprendere i sentimenti altrui mantenendoli però distinti dai propri. 

La “psicopandemia” e i disagi de* giovan* in classe 

Svariati studi hanno evidenziato come, a partire dal primo lockdown, ci sia stato un drastico aumento dei disturbi mentali tra l* giovan*. Si è coniato anche  il termine “psicopandemia” per descrivere questo fenomeno. È fondamentale intercettare sin da subito questo malessere per poter arginarlo. E, in questa fase, l* professor* giocano un ruolo non di certo secondario.

Per prima cosa, è necessario riconoscere l’identità del disagio per decidere quali strategie adottare. Leggendo il manuale “La felicità si impara (anche) a scuola” , i due autori, la professoressa Flavia Cristofolini e il professor Andrea Gaggioli, presentano il modello dell’Educazione Positiva Integrata per il benessere scolastico, che si fonda su tre pilastri:

  1. la Psicologia Positiva: concentrarsi sulle forze del carattere, promuovendo ottimismo, resilienza e gratitudine;
  2. l’Acceptance and Commitment Training (ACT): accogliere le emozioni difficili e agire in linea con i propri valori, sviluppando flessibilità psicologica;
  3. la Compassion Focused Therapy (CFT): coltivare l’auto-compassione e ridurre l’impatto dell’autocritica, promuovendo un approccio benevolo verso sé stessi e gli altri.

Prof, ecco che azioni concrete puoi attuare!

Ci sono svariate azioni che l* insegnant* possono mettere in pratica in questo ambito per trarne dei vantaggi per la salute mentale ed emotiva de* giovan*:

  1. Sviluppare la consapevolezza attraverso delle domande da porsi per esempio: Sei – in parte e involontariamente – la causa del disagio degli studenti? Come consideri un alunno con disagio psicologico? Che opinione ne hai?
  2. Favorire il benessere psicologico tramite diverse modalità, tra cui utilizzare una comunicazione non-violenta, oppure chiamare gli studenti per nome durante le interazioni positive poiché aumenta il senso di vicinanza e fiducia.
  3.  Educare al benessere psicologico: l’insegnante può agire in modo preventivo e di supporto a possibili disturbi adottando diverse strategie. Una proposta è quella di introdurre momenti di educazione socio-emotiva attraverso attività che insegnano a riconoscere e gestire le emozioni, aiutando gli studenti a sviluppare  competenze utili per affrontare le difficoltà. Le attività possono essere inserite nel programma della disciplina, ma mirate a riconoscere e comprendere le emozioni proprie e altrui. 

Qualche consiglio da Animenta 

Ci sono diverse strategie da seguire per gestire situazioni di crisi emotive:

  • Creare un ambiente di ascolto attivo: l* studente/ssa deve sentirsi accolt* e ascoltat* senza giudizio, in una relazione d’aiuto.
  • Mantenere la calma e la neutralità: durante una crisi, l* insegnante deve essere un punto di riferimento stabile e rassicurante, evitando di amplificare le emozioni dell* studente/ssa.
  • Permettere all* studente/ssa di svolgere compiti alternativi o di uscire con un* compagn* se piange.
  • Individuare amic* di studio che possano dare un supporto generale e per fare i compiti. Sostenere l* compagn* nel supporto all* studente/ssa in difficoltà.
  • Offrire supporto pratico: proporre azioni concrete, come una breve pausa, un bicchiere d’acqua o esercizi di respirazione, aiuta a riportare la calma e favorisce la regolazione emotiva.
  • Coinvolgere risorse specializzate: quando il disagio persiste, è fondamentale segnalare la situazione all* psicolog* scolastico per un supporto mirato.

Animenta nelle scuole 

La nostra associazione offre possibilità di creare importanti momenti di riflessione, condivisione e dibattito all’interno delle aule scolastiche. Animenta organizza, infatti, incontri di prevenzione nelle scuole sia per gli studenti che per docenti e genitori. Se volete maggiori informazioni, scrivete una mail all’indirizzo scuole@animenta.org

L’articolo è stato scritto da Natalia, volontaria dell’Associazione

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

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0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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