DCA e questioni di genere: tutt* possono ammalarsi

DCA e questioni di genere

Il termine “transgender” è utilizzato per indicare coloro che identificano il loro genere in modo diverso rispetto al sesso biologico con cui sono nati. Questo termine non include solo coloro che non si identificano come esclusivamente maschili o femminili, ma anche coloro che si identificano come non binari, agender o genderqueer. D’altra parte, il termine “cisgender” si applica alle persone il cui genere coincide con il sesso biologico con cui sono nate.

La percezione di sé e i disturbi alimentari

Oggi si parla di disforia di genere, che rappresenta una sensazione di malessere causata dalla discrepanza tra l’aspetto fisico di un individuo e la sua identità di genere. Le persone con disforia di genere possono percepire il proprio corpo in modo diverso rispetto a come vorrebbero e possono sentirsi non riconosciute dalla società secondo la propria percezione di genere.

La popolazione transgender è più incline a sviluppare disturbi mentali come la depressione e disturbi alimentari rispetto alla popolazione cisgender.

Parliamo di numeri

Storicamente, i disturbi alimentari sono stati associati principalmente a donne di etnia bianca, eterosessuali e con una corporatura esile. Questo stereotipo limitato riduce le possibilità che persone omosessuali, transgender o di etnie diverse possano ricevere una diagnosi e un trattamento adeguati per i disturbi alimentari.

In una recente review sono state esaminate 20 pubblicazioni dei 5 anni precedenti e sono emersi tassi significativamente più elevati di sintomi di disturbi alimentari tra i giovani transgender rispetto ai loro coetanei cisgender. Tra gli elementi comuni emersi dagli studi vi è un ricorso frequente a restrizioni alimentari e/o comportamenti alimentari compensativi, probabilmente in risposta alle sfide legate all’identità di genere. Questi comportamenti potrebbero essere interpretati come meccanismi di adattamento a tali difficoltà.

Come mai i DCA sono più diffusi nella comunità LGBTQIA+?

Tra i fattori che possono aumentare la probabilità di sviluppare un disturbo alimentare in un individuo sensibile della comunità LGBTQIA+ troviamo:

  • L’esposizione a discriminazioni, molestie e bullismo legate all’orientamento sessuale o all’identità di genere.
  • L’ansia e la preoccupazione per la possibile reazione negativa durante il coming out.
  • L’internalizzazione di omofobia, transfobia o misoginia, che possono influenzare negativamente l’immagine di sé e il benessere psicologico.
  • La disforia di genere sperimentata da persone transgender e/o non binarie, che può generare conflitto tra l’identità di genere desiderata e l’aspetto fisico attuale.
  • Gli standard estetici presenti in certi settori della comunità LGBTQIA+, specialmente tra gli uomini gay, che possono esercitare pressioni sul corpo e alimentare insicurezze riguardanti l’immagine corporea. 

Come aiutare le persone LGBTQIA+ affette da disturbi alimentari

Per fornire assistenza alle persone LGBTQIA+ colpite da disturbi alimentari, è cruciale riconoscere e rispettare le loro identità di genere e sessuali, considerando come tali identità influenzino la loro esperienza di malattia e di recupero. 

Di seguito sono elencate alcune strategie per offrire un sostegno sicuro, inclusivo e positivo ai membri della comunità LGBTQIA+ con disturbi alimentari:

  • Dare voce alle esperienze e ai punti di vista LGBTQIA+. Ascoltare attentamente le persone LGBTQIA+ riguardo al loro rapporto con il cibo e il proprio corpo, riconoscendo che ognuno è l’esperto della propria esperienza.
  • Utilizzare un linguaggio inclusivo per confermare l’identità di ogni persona.
  • Considerare l’intersezione tra disturbi alimentari e identità LGBTQIA+. Riconoscere che le esperienze di un individuo con i disturbi alimentari possono essere influenzate dalle loro identità di genere e sessuali, e che queste interconnessioni devono essere prese in considerazione durante il trattamento e il supporto.
  • Accettare che il percorso verso la guarigione non sia uniforme per tutti.
  • Sostenere le iniziative volte a promuovere maggiore inclusione e diversità nella cura dei disturbi alimentari.

Il supporto alle persone LGBTQIA+ con disturbi alimentari è un processo dinamico che richiede compassione, sensibilità e consapevolezza culturale. È fondamentale essere inclusivi, non giudicanti e rispettosi delle identità e delle esperienze di vita di ciascuno, adattando il trattamento alle esigenze individuali di ogni persona.

L’articolo è stato scritto da Giovanna, volontaria dell’Associazione

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
Zona Mercato 85038 Senise (PZ)
P.Iva 01779910767