Disturbi alimentari e dipendenze – cosa sappiamo?

In questo articolo vorrei approfondire il tema dei disturbi della alimentazione e nutrizione (DAN), o anche disturbi del comportamento alimentare (DCA), associato quello delle dipendenze. Vorrei farlo partendo da un post che ha suscitato un certo clamore, cioè quello del cantante rap-pop Highsnob (protagonista dell’ultimo Festival di Sanremo) in cui affermava la volontà di rimettersi in sesto dopo alcuni anni di battaglia tra DCA e varie dipendenze da sostanze.

“Con la speranza che in futuro si riesca a parlare con più libertà di argomenti come l’ansia, i disturbi alimentari e le dipendenze” – scrive il cantante.

Ed è indubbio come in Italia la discussione intorno ai disturbi alimentari e alle dipendenze sia ancora ad un livello quasi embrionale: non si discute forse ampiamente di queste due disturbi. O meglio, il dibattito pubblico sembra ancora viziato dallo stigma. Il disturbo alimentare, così come la dipendenza (da sostanze e/o altri oggetti), deve essere taciuto, nascosto. Eppure il post del cantante ha, di certo, diffuso una consapevolezza: è necessario parlare delle correlazioni tra disturbi alimentari e dipendenze. Entrambi sono specchi di una medesima medaglia. Specchi di una condizione esistenziale che deve avere il suo spazio nel dibattito psicologico e sociale.

I disturbi alimentari e le dipendenze: una relazione complementare

In uno studio del 2011, Niva Piran e Shannon R. Robinson hanno evidenziato come la presenza di una serie di tratti disfunzionali di personalità, esperienze primarie disfunzionali (nell’infanzia e/o adolescenza con le figure di accudimento) possono determinare la genesi di un disturbo alimentare e/o di un disturbo di dipendenza da alcool, sostanze, gioco d’azzardo, internet e/o dispositivi elettronici.

È loro opinione comune che i meccanismi alla genesi dei disturbi alimentari e dipendenze siano i medesimi: sia i disturbi alimentari che le dipendenze da sostanze, alcool condividono un substrato comune da ricercarsi nella compresenza di due fattori: il craving e il piacere. 

Con craving si fa riferimento a tutta una serie di comportamenti compulsivi tesi alla ricerca del cibo, alcool, sostanza. Il piacere, il soddisfacimento generale che deriva dall’assunzione di quel determinato “oggetto della dipendenza”. 

Un “oggetto della dipendenza” che , come abbiamo visto, può avere duplice natura. Può essere una sostanza che la società reputa univocamente dannosa come la cocaina, l’eroina. Oppure possiamo trovarci di fronte a un oggetto che viene riconosciuto come accettabile, non dannoso come il cibo o internet. 

Le dipendenze sia che siano da sostanze, oggetti o cibo determinano disfunzioni nella vita del singolo individuo e della sua rete amicale, familiare. 

Le ripercussioni sono dannose, estremamente disfunzionali. Ecco perché le autrici più che di disturbi alimentari preferiscono parlare di “addiction da cibo”, ovvero dipendenza da cibo che si manifesta con un compulsivo pensiero rivolto al cibo e si accompagna a pervasive condotte di ricerca e/o evitamento del cibo

Alcol e sostanze

Un altro studio, sempre del 2011, ha analizzato come l’uso di droghe e alcool sia maggiore nei soggetti (uomini e donne) che abbiano un disturbo dell’alimentazione. In particolare le associazioni più elevate sembrerebbero essere tra bulimia e dipendenza da alcool. Mentre l’utilizzo di stimolanti come cocaina e tabacco era elevato nelle pazienti che soffrivano di anoressia nervosa. Queste ultime scoperte sembrano confermare il substrato comune tra disturbo alimentare e dipendenze da sostanze. La ricerca di stimolanti sembra ricercarsi nella capacità di queste sostanze di affievolire l’appetito. 

La comorbilità tra bulimia e dipendenza da alcool si deve ricercare nei centri cerebrali coinvolti nel craving. L’ippocampo, l’amigdala e il nucleus accumbens e le regioni corticali (corteccia orbito-frontale) sono coinvolti come l’ipotalamo nella regolazione dei comportamenti di ricerca di cibo, sostanze e nella gratificazione. Il consumo di droghe , inoltre, andrebbe ad esacerbare il funzionamento dopaminergico cerebrale, di conseguenza l’individuo ricerca l’assunzione di cibi saporiti, dunque calorici. 

Cosa fare alla luce di queste ultime scoperte?

La società e le aziende socio-sanitarie, alla luce di queste ultime scoperte, dovranno offrire dei trattamenti riabilitativi e/o rieducativi che richiedano la presenza di professionisti (Medici, Psicologi, Psichiatri, educatori, ..) che abbiano una formazione sia nel campo dei disturbi alimentari che delle dipendenze. Così da offrire ai pazienti che abbiano una doppia diagnosi un trattamento davvero efficace. Siamo consapevoli che molto deve essere ancora fatto in questo campo. La salute mentale è un palcoscenico ancora poco illuminato dalla luce della conoscenza, ma sicuramente si deve riconoscere che c’è un maggiore incoraggiamento alla discussione su queste tematiche, anche grazie a personalità pubbliche che si espongono in merito.

L’articolo è stato scritto da Giada, volontaria dell’Associazione 

Bibliografia 

Piran N., Robinson SR. (2011) Patterns of associations between eating disorders behaviors and substance use in two non clinical samples: a university and a community based sample. J Health Psychol. 

Zhang Y., Von deneen KM., Tian J., Gold MS., Liu Y. (2011) Food addiction and neuroimaging. Curr Pharm Des.

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
Zona Mercato 85038 Senise (PZ)
P.Iva 01779910767