Disturbi alimentari e disabilità: quanto siamo preparati e informati?

disabilità e disturbi alimentari

Ancora, nella nostra società, è purtroppo possibile notare una mancanza di preparazione generale nel trattare la questione della disabilità, sia fisica che intellettiva. Quando tale questione viene collegata ai Disturbi del Comportamento Alimentare, la situazione diventa ben più confusa.

La ricerca scientifica è ancora poco precisa su questo argomento, ma alcuni studi suggeriscono che il 42% dei residenti in istituti con disabilità intellettiva soffra di un disturbo alimentare. Questa percentuale si riduce al 19% per coloro che vivono in comunità.

Quale correlazione tra DCA e disabilità?

Il bisogno di controllo è una sensazione che spesso affligge le persone disabili, che si sentono impotenti a controllare il proprio ambiente e la propria vita. Questo li può portare a concentrarsi su un unico aspetto che possono modificare: il proprio aspetto fisico.

Le persone disabili a volte si sentono obbligate a controllare il proprio corpo per non diventare un peso per coloro che li circondano. Spesso si sentono incoraggiate a credere che essere più magre sia meglio, seguendo l’ideale di perfezione fisica irraggiungibile imposto dalla società. Questo è un chiaro esempio di abilismo interiorizzato, che può portare all’insorgere di anoressia nelle persone con disabilità.

Cosè l’abilismo?

L’abilismo è una forma di discriminazione in cui le persone con disabilità sono considerate meno degne di considerazione a causa delle loro difficoltà. È un atteggiamento che valuta una persona sulla base della sua abilità fisica o mentale, anziché basarsi su meriti personali. In pratica, più riesci a nascondere la tua disabilità, migliore sei considerato dalla società.

Frasi come “Peccato che tu sia disabile, sei così bello/a” sono esempi di abilismo che possono influenzare negativamente la persona con una disabilità, soprattutto se è un adolescente.

I disturbi alimentari e le disabilità intellettive

Diversi studi hanno indagato la frequenza di disturbi alimentari in persone con autismo, concentrandosi soprattutto sulle donne che potrebbero non avere una corretta diagnosi di autismo. È stata rilevata anche una correlazione tra i sintomi dell’ADHD e disturbi alimentari come la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata.

Cos’è l’autismo?

L‘autismo è una condizione neurologica complessa che coinvolge molti aspetti della vita umana. Questo spettro, che varia ampiamente da persona a persona, può influire su diverse aree come le abilità sociali, la capacità di pianificazione, il coordinamento motorio, l’elaborazione dei sensi e le abilità linguistiche. 

È importante sottolineare che l’autismo non è un’unica condizione, ma una combinazione di esperienze e caratteristiche individuali.

Dca e autismo: quale relazione?

Secondo i dati scientifici, è stimato che tra il 46% e l’89% dei bambini con autismo presenti problemi alimentari. Gli studi mostrano che i disturbi alimentari sono molto comuni tra i giovani affetti da autismo e che esiste un alto rischio di anoressia nelle donne autistiche in particolare.

Il sistema nervoso di una persona con autismo funziona in modo diverso rispetto alla media delle persone neurotipiche e ci possono essere sensibilità sensoriali, cioè possono avere una sensibilità accentuata alle texture, all’aspetto, all’odore e al suono dei cibi. Questo può influenzare il comportamento alimentare del soggetto. 

Inoltre, gli stati di disregolazione, più comuni tra i soggetti con autismo a causa di condizioni di vita meno accoglienti o addirittura ostili, influenzano molte aree della vita, compreso l’appetito e l’alimentazione. 

Un altro aspetto da considerare riguarda i comportamenti ripetitivi e questo può riguardare anche l’assunzione sempre dello stesso cibo. Inoltre, le persone autistiche possono vivere confusione interoceptiva, quindi difficoltà a percepire lo stato di fame/sazietà, il che rende difficile per loro comprendere intuitivamente le proprie esigenze alimentari.  

Infine, non dobbiamo sottovalutare l’enorme impatto sociale e le difficoltà comunicative o relazionali che possono influenzare il comportamento alimentare senza che ci siano alterazioni specifiche nell’alimentazione.

Il trattamento dei DCA in casi di disabilità intellettiva: l’autismo

Il trattamento specifico per le persone autistiche con disturbi alimentari richiede un approccio personalizzato che tenga conto delle loro esigenze uniche. I metodi standard utilizzati per trattare i disturbi alimentari non sono adatti alle persone autistiche, in quanto si concentrano troppo sul peso e sull’immagine corporea e coinvolgono ambienti di gruppo stressanti. 

Inoltre, possono richiedere soggiorni ospedalieri che interrompono le routine dei soggetti. Oltre a ciò tali trattamenti possono comportare visite mediche in cliniche che possono risultare scomode per le persone autistiche, a causa della luce, del rumore e della mancanza di familiarità.

Le persone autistiche possono preferire l’avere meno scelte alimentari e avere regole chiare e aspettative definite nel percorso di recovery. Quindi, è importante riconoscere la presenza dell’autismo durante il trattamento e il recupero dai disturbi alimentari per garantire la massima efficacia.

L’articolo è stato scritto da Giovanna, volontaria dell’Associazione

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