La Giornata Mondiale della Salute Mentale

giornata mondiale della salute mentale

Martedì 10 ottobre, ricorre la  Giornata Mondiale della Salute Mentale, istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite allo scopo di sensibilizzare sul tema della malattia mentale, un tabù per molte persone e popolazioni. Questo tabù è tale a causa di una scarsa e molto spesso sbagliata informazione a riguardo. Un passo in avanti molto importante sul tema è stato compiuto nel 2013, quando l’OMS ha pubblicato il “Mental Health Action Plan 2013-2020”, con cui si riconosce “una necessità l’intervenire in modo da riconoscere a ogni persona il diritto di poter godere del migliore stato di salute mentale possibile”. Grazie a questo intervento è stata riconosciuta l’importanza del benessere psichico come complementare a quellofisico e, insieme, questi due aspetti determinano il benessere globale della persona. Ma cosa si intende per “salute mentale?” Perché è così importante parlarne? 

La salute mentale

Quando si parla di salute mentale si parla di tutti quei disturbi che hanno una rilevanza clinica, quindi che vengono diagnosticati da uno psichiatra. Ma non solo: a causare un malessere psichico può essere anche una situazione di svantaggio di qualsiasi tipo (sociale, culturale, economico, ambientale). Con l’istituzione di questa Giornata l’obiettivo è quello di diffondere la consapevolezza che i fattori esterni abbiano un ruolo nell’insorgenza di determinate patologie, esattamente come i fattori interni. È molto importante fare una giusta informazione su questo tema, il quale diventa ogni giorno sempre più attuale e, purtroppo, ancora soggetto di ampia disinformazione. Il problema della disinformazione è tale in quanto porta le persone a sottovalutare le difficoltà legate alla salute mentale che un individuo può star affrontando, facendo sentire le persone con questi disturbi ancora più sole. 

Tra salute fisica e salute mentale

Ti è mai capitato di sentirti dire, ad esempio, da piccolo: “Ma che vuoi che sia la febbre, è tutto nella tua testa, stai benissimo” oppure: “in che senso hai mal di pancia? Dopo tutto quello che ho fatto per te, ti ho dato cibo, affetto, un tetto sulla testa e tu ti fai venire il mal di pancia? Sei proprio un’ingrat*”. No, sicuramente no. Nessuno oserebbe dire certe cose riguardo alla salute fisica di altri. Questo perché se hai un problema fisico puoi esternarlo, puoi stare male e meriti di essere accudito. Se il problema è mentale invece la percezione delle persone è ben diversa.

La mia esperienza

Quando mi sono ammalata di Anoressia, una tra le cose più difficili da sopportare erano proprio le persone che non riuscivano a capire quanto stessi male e di conseguenza prendevano sottogamba il problema. Chi lo sminuiva, chi lo vedeva come un capriccio, chi affermava che non mi dovevo lamentare, che ero un’ingrata. Perché la mia malattia veniva considerata meno grave e invalidante di molte altre patologie fisiche. Io dovevo solo mangiare per poter guarire: era questa la soluzione che la gente non abbastanza informata sul tema dei Disturbi Alimentari trovava. Dimenticando, o non sapendo, che i DCA sono disturbi psichiatrici; che il fisico, il cibo, l’iperattività sono solo un contorno. Tutto parte dalla testa ed è quella che deve essere curata per portare ad una guarigione vera.

Ho iniziato a vedere la luce in fondo al tunnel quando sono riuscita, con l’aiuto di professionisti e dei miei genitori che mi sono sempre stati accanto in questo percorso, a riparare quello che dentro di me si era rotto. Quando la mia testa ha cominciato a capire che valevo qualcosa, che meritavo di vivere, ho compreso che sarei riuscita a stare meglio. E quando sono arrivata a questa consapevolezza avevo già ripreso peso da tempo, avevo ricominciato ad andare a cena al ristorante, agli occhi degli altri stavo ormai bene. Dentro di me, invece, era ancora tutto rotto e stavo cercando di rimettere insieme i pezzi. Perché sì, è davvero possibile guarire, basta solamente sapersi affidare a persone competenti che potranno dare le chiavi per aiutarti. E parlare con persone che sono in grado di comprendere le gravità di una malattia mentale al pari di una fisca.

Cosa ho imparato sulla salute mentale

La mia esperienza mi ha insegnato che parlare di salute mentale, specialmente per chi sta soffrendo, è molto complicato. Ci si può trovare davanti a persone che non comprendono cosa significhi soffrire di un dolore che va oltre le sensazioni corporee. O a persone che non credono nemmeno possano esistere dolori del genere, perché cresciuti con la mentalità che finchè c’è la salute fisica tutto va bene. Ma c’è ben altro: la nostra psiche, la nostra mente, il nostro cuore, necessitano di essere ascoltati, considerati e guariti. Perché senza quel benessere interiore, anche quello esteriore può venire meno.

Abbiamo solo bisogno d’aiuto

Oggi sto bene, ho ancora tanto lavoro da fare su me stessa ma adesso ho molta più consapevolezza, molta più forza. Questo voglio dirvi. Non siamo esagerati, non siamo ingrati. Stiamo affrontando una malattia mentale e, come tale, ha bisogno di cure e di professionisti che conoscono quello di cui stiamo parlando. Parlare di salute mentale è importante per abbattere lo stigma intorno a tutte quelle malattie che appartengono alla sfera psichiatrica. Perché anche se qualcosa non la vedo, non significa che non esiste.

L’articolo è stato scritto da Francesca, volontaria dell’Associazione

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