Quando si parla di disturbi alimentari (DCA) si tratta un tema molto delicato e complesso, poiché mosso e causato da meccanismi articolati. Sarà capitato a molti, almeno una volta nella vita, di sentir parlare di queste patologie in qualche modo o contesto.
Ma che cosa è realmente un disturbo alimentare? E, a questo punto, è importante chiedersi quale sia l’immaginario comune che le persone hanno in riferimento a questi disturbi. I DCA sono delle patologie che si sviluppano per una serie di motivi distinti, dietro i quali si cela sempre un’enorme sofferenza, apparentemente silenziosa, che sfocia poi nell’assunzione di condotte e comportamenti alimentari disfunzionali.
Nella stragrande maggioranza dei casi, si tende a pensare che gli individui più a rischio e quindi più soggetti allo sviluppo della malattia siano le giovani ragazze. In realtà questa falsa credenza nasce da una errata analisi e percezione del problema. I disturbi alimentari sono, infatti, una realtà che può colpire diverse tipologie di persone, di qualsiasi età, etnia e sesso.
I disturbi alimentari in età adulta: la scarsa informazione
Un elemento centrale nei Disturbi Alimentari è l’alterazione della propria immagine corporea. Nel concetto di sé e della costruzione della propria identità gioca infatti un ruolo fondamentale l’immagine corporea che, in chi soffre di DCA, è alterata.
Finora, tuttavia, la maggior parte degli studi si è concentrata su adolescenti e giovani adulti, dedicando poco spazio alla comprensione dell’evoluzione dell’immagine corporea e dei disturbi alimentari lungo tutto l’arco della vita.
Anche se la maggior parte dei disturbi alimentari si sviluppano durante l’adolescenza o la giovinezza, è importante notare che gli adulti, ovvero le persone oltre i 30 anni, possono anch’essi essere affetti da tali patologie. I disturbi alimentari negli adulti non vanno sottovalutati, in quanto possono essere altrettanto gravi e invalidanti. Alcuni dati sorprendenti includono il fatto che negli Stati Uniti la maggior parte dei decessi legati all’anoressia avviene in persone di età superiore agli 80 anni e che la percentuale di uomini che muoiono a causa di anoressia nervosa supera di più del doppio il tasso di prevalenza riportato del 10% (Hewitt, P., et al. (2001).
Tuttavia, spesso gli adulti con disturbi alimentari non ricevono l’adeguata assistenza o il rispetto che meritano, a causa degli stereotipi e dello stigma legati alla malattia. Questo stigma può scoraggiare molte persone dal cercare aiuto.
Umairah Malik, coordinatrice della consulenza clinica presso l’organizzazione benefica per i disturbi alimentari, ci spiega infatti che nonostante siano stati fatti degli effettivi progressi, restano comunque numerosi gli altri interventi da attuare per garantire il benessere di tutti.
La stessa Malik sostiene inoltre che i campioni di ricerca, spesso e volentieri, contengano informazioni basate solo sui dati ricevuti da analisi di sole donne bianche. In più, Malik sottolinea come diversi studi, addirittura, non riportino minimamente i dati demografici. Per questo motivo risulterebbe assai difficile avere una panoramica generale sui diversi gruppi di persone che possono essere affette da queste patologie.
La mancanza di questa panoramica e il venir meno dei risultati della ricerca sono fattori che in qualche modo vanno ad alimentare degli stereotipi che spingono e incentivano dannosamente i soggetti più fragili a non chiedere aiuto. Allo stesso tempo, sottraggono alle persone malate la possibilità di vivere nelle condizioni ottimali, di riconoscere il problema e successivamente risolverlo.
Si tende erroneamente a pensare che soltanto le persone di giovane età possano sviluppare un disturbo di questo tipo. In realtà, chiunque può ammalarsi di un DCA.
Ma cosa scatena un disturbo alimentare in età adulta?
L’insorgenza di un disturbo alimentare durante l’età adulta può essere il risultato di una condizione preesistente, di una ricaduta o di una forma più grave di problemi alimentari passati. Tali problematiche sono spesso legate all’immagine corporea, all’esercizio fisico e all’alimentazione.
Ci sono diverse motivazioni che possono portare a sviluppare un disturbo alimentare in età adulta: lutti, divorzi, pensionamenti e preoccupazioni varie della quotidianità. Molte persone tendono a “rifugiarsi” nei disturbi dell’alimentazione perché, in un certo senso, permettono di avere il totale controllo su una determinata situazione. Un grande ruolo in questi casi, giocano le insicurezze. Queste, se non affrontate, condizionano il modo di vivere, il benessere mentale e la percezione che si ha di sé stessi.
I cambiamenti fisici, come l’invecchiamento o la menopausa, possono incidere sulla salute mentale delle persone. Possono infatti innescare un meccanismo d’ansia generalizzato che poi sfocia in condotte croniche simili.
Inoltre, l’invecchiamento comporta vari fattori di rischio che possono aumentare la vulnerabilità di una persona allo sviluppo di un disturbo alimentare. Ad esempio, con l’avanzare dell’età, la percezione dei sensi come il gusto, l’olfatto e la vista può diminuire, portando a una ridotta assunzione di cibo da parte degli anziani e, potenzialmente, contribuendo allo sviluppo di disturbi alimentari in individui più suscettibili (Mathieu, M., et al. 2019).
Tuttavia, vi sono delle eccezioni. Un esempio sono i disturbi alimentari legati al sonno (Schenck, C., et al. 1991), che possono manifestarsi a qualsiasi età. Anche se è noto che queste condizioni sono spesso associate al sonnambulismo, alle sindromi del movimento periodico degli arti durante il sonno o all’abuso di sonniferi, le cause esatte legate al funzionamento neurologico non sono ancora chiare. Alcune ipotesi riguardano disfunzioni del sistema dopaminergico o serotoninergico, ma sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno le origini di tali disturbi alimentari.
I DCA nelle donne adulte
Con il passare degli anni, le donne si trovano nella condizione di sperimentare nuovi fattori di rischio per i disturbi alimentari.
Maine et al. (2015) evidenziano la complessità di questo fenomeno, che coinvolge sia aspetti biologici (come l’aumento di peso e i cambiamenti ormonali legati all’invecchiamento) sia sociali (come il matrimonio, il divorzio, la famiglia, le finanze e la carriera).
L’invecchiamento introduce anche nuovi fattori di rischio specifici, come i cambiamenti ormonali legati alla menopausa.
Uno studio ha dimostrato che le donne in perimenopausa presentano una maggiore prevalenza di disturbi alimentari, insoddisfazione per la forma corporea e autovalutazioni negative rispetto alle donne in premenopausa. Questo sottolinea l’importanza delle interazioni tra fattori biologici e ambientali nel determinare la vulnerabilità ai disturbi alimentari lungo tutto l’arco della vita (Mangweth-Matzek, B., et al. 2013).
I Dca negli uomini adulti
Le conoscenze sui disturbi alimentari negli uomini adulti sono, al meglio delle ipotesi, limitate. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che i disturbi alimentari negli uomini spesso vengono mascherati dall’attività sportiva (Mangweth-Matzek, B. 2017). Un’altra ragione potrebbe essere la forte stigmatizzazione nei confronti degli uomini con disturbi alimentari.
Tuttavia, sappiamo che i fattori di rischio non sono solo legati ad un’attenzione alla muscolatura e forza del proprio corpo, ma uno studio ha rivelato che uomini di diverse fasce d’età mostrano diversi sintomi correlati all’immagine del corpo e al comportamento alimentare. Si manifestano infatti preoccupazioni forti riguardo al peso, alla forma fisica, all’esercizio fisico e alle restrizioni dietetiche.
Inoltre sappiamo che gli uomini che hanno avuto un’alimentazione disordinata in adolescenza o giovane età adulta possono sperimentare modifiche gonadiche, le quali possono portare a una riduzione a lungo termine del testosterone più avanti nella vita (Nagata, J., et al. 2021). Poiché il testosterone è un fattore protettivo per i disturbi alimentari, questa ridotta produzione potrebbe aumentare la suscettibilità a tali disturbi in età adulta.
Questi studi dimostrano che i disturbi alimentari negli uomini in età adulta sono complessi e richiedono ulteriori studi per comprendere i fattori biologici e ambientali che contribuiscono al loro insorgere e/o mantenimento.
Sitografia
https://happiful.com/eating-disorders-later-in-life-why-research-needs-to-be-more-inclusive
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18959226/
Bibliografia
Hewitt, P., et al. (2001). Morte per anoressia nervosa: età e differenze di sesso. Invecchiamento e salute mentale, 5 , 41-46.
Maine, M., et al. (2015). Disturbi alimentari nelle donne adulte: considerazioni biopsicosociali, evolutive e cliniche. Progressi nei disturbi alimentari: teoria, ricerca e pratica, 3 , 133-143.
Mangweth-Matzek, B. (2017). Epidemiologia e trattamento dei disturbi alimentari negli uomini e nelle donne di età media e anziana. Opinioni attuali in Psichiatria, 30 , 446-451.
Mangweth-Matzek, B., et al. (2013). La transizione menopausale – Una possibile finestra di vulnerabilità per la patologia alimentare. Giornale internazionale dei disturbi alimentari, 46 , 609-616.
Mathieu, M., et al. (2019). Profilo sensoriale degli adulti con ridotta assunzione di cibo e potenziali ruoli degli interventi nutrizionali e sull’attività fisica. Progressi nella nutrizione, 10, 1120-1125.
Nagata, J., et al. (2021). Disturbi alimentari nei ragazzi e negli uomini.
Schenck, C., et al. (1991). Disturbi alimentari legati al sonno: correlati polisonnografici di una sindrome eterogenea distinta dai disturbi alimentari diurni. Sonno, 14 , 419-431.
L’articolo è stato scritto da Giovanna e Aurora, volontarie dell’Associazione