I DCA: quando si spegne un desiderio

Questo articolo è stato pensato per parlare della relazione che sussiste tra i disturbi alimentari e la possibilità di desiderare. E ho scelto di partire proprio da un estratto di una poesia:

Dopo tanta

nebbia

a una

a una

si svelano

le stelle

[…]

Sereno – Giuseppe Ungaretti

Il desiderio come motore dell’esistenza

Il desiderio è quell’alito di vita che ci consente di volgere lo sguardo al di là di orizzonti al momento invalicabili.

È quel soffio di vento che ci avvicina alle stelle, sidera in latino, a cui l’etimologia della parola rimanda.

Il desiderio investe, per sua natura, ciò che ci appare distante, forse irraggiungibile, e, proprio per questo, misteriosamente affascinante. 

Come nell’antichità gli astri aiutavano i marinai ad orientarsi nelle tenebre, così i desideri ci indicano la rotta di quel viaggio burrascoso e imprevedibile che è la nostra esistenza.

Disturbi alimentari e desiderio

Quando il desiderio viene meno, la forza motrice della nostra vita si estingue, lasciandoci inermi in balia del carico delle fatiche quotidiane. 

“Un ragazzo affetto da DCA”, spiega il Dottor Leonardo Mendolicchio nel suo ultimo libro “Il peso dell’amore” , “ha perso il proprio desiderio e quindi non può sostenere il ‘peso’ della vita e delle sue scelte”.

Il desiderio autentico, che riempie di senso l’esistenza, lascia spazio alla brama nociva di perfezione,

che finisce per annichilirci, appiattirci, sopprimere ogni nostra ambizione, in altre parole…finisce per ucciderci.

Ecco perchè è forte la relazione tra i disturbi alimentari e il desiderio.

Se la sacra fiamma del desiderio si spegne, nell’anima non restano altro che cenere e fuliggine. 

L’infrangersi di un sogno…ce ne parla Sorrentino

Emblematica, a questo proposito, è la figura di Mick Boyle, anziano regista protagonista del film “Youth, la giovinezza” di Paolo Sorrentino.

Mick, nonostante gli innumerevoli ostacoli che di volta in volta si presentano, si ingegna per realizzare il sogno di portare a termine la sua ultima pellicola. Del tutto antitetica è la figura dell’amico del regista, Fred Ballinger, compositore e direttore d’orchestra ormai ritiratosi dalla scena, che ha riposto il suo sogno in un angusto e polveroso cassetto, declinando le insistenti richieste avanzate da Buckingham Palace affinché egli diriga un importante concerto presso la corte britannica.

È il desiderio a tenere in vita Mick, che cerca di estirpare dall’animo del compagno l’infido germe dell’apatia. 

Ma il sogno del regista è destinato ad infrangersi: abbandonato dalla sua attrice prediletta, che rifiuta il ruolo di protagonista del nuovo film per partecipare ad un reality show più redditizio, Mick prende congedo dalla vita, soccombendo alla morte del suo desiderio.

È allora che le parole dell’amico ormai defunto (“le emozioni sono tutto quello che abbiamo”) riaccendono il desiderio assopito nell’animo di Fred che, accettando finalmente la proposta della corte inglese, riapre l’angusto e polveroso cassetto in cui aveva relegato i suoi sogni musicali.

Il cammino per tornare a desiderare

Chi soffre di un disturbo del comportamento alimentare giace in uno stato di profonda apatia analogo a quello che il personaggio di Fred incarna a perfezione. 

Per ogni essere umano il desiderio è un punto nodale” avverte il Dottor Mendolicchio nel suo ultimo libro e, rivolgendosi a genitori ed educatori, continua “se il bisogno di fame o di cibo detta legge sui vostri ragazzi, obbligandoli a certe scelte, possiamo stare certi che lo spazio per i loro desideri è già asfittico o forse anoressico.”

Guarire da un disturbo del comportamento alimentare significa confrontarsi con se stessi, sondando gli abissi della propria interiorità, alla (ri)scoperta dei desideri più autentici, che l’asfissiante ricerca di una perfezione irraggiungibile aveva sepolto.

Di desiderio in desiderio, si risale gradualmente in superficie, a godere della vista della volta stellata. 

E risuonano nell’aria, intrisa di vita, parole a noi note…”E quindi uscimmo a riveder le stelle.”

Questo articolo è stato scritto da Gaia, volontaria dell’Associazione

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