I percorsi di cura per i Disturbi Alimentari e della Nutrizione

i percorsi di cura dei disturbi alimentari e della nutrizione

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) i Disturbi Alimentari e della Nutrizione (DAN) rappresentano una delle più frequenti cause di disabilità nei giovani nel mondo occidentale e la seconda causa di morte nella popolazione femminile in adolescenza, dopo gli incidenti stradali (1).  Inoltre, i casi a esordio precoce sono in continuo aumento, complici l’abbassamento dell’età dello sviluppo e delle pressioni sociali e culturali dell’ambiente (2,3).

Questi disturbi, se trattati in modo precoce e adeguato, possono migliorare o guarire e nel 70-80% dei casi si riesce ad arrivare a un’uscita stabile dalla malattia (con o senza sintomi residui) (4). E’ fondamentale sottolineare che le percentuali di remissione sono tanto maggiori quanto più precocemente si interviene (5). Risulta quindi estremamente importante che i pazienti siano presi in carico da un team multidisciplinare di esperti in strutture adeguate. 

Secondo le Linee Guida Nazionali (6,7) la cura di pazienti (adulti e minori) affetti da disturbi dell’alimentazione si articola in  cinque livelli d’intervento:

I percorsi di cura in assistenza territoriale

Questo tipo di assistenza prevede l’attuazione di screening dei fattori di rischio e l’analisi dei segnali di esordio. Questa tipologia di percorso di cura dovrebbe essere attuata dal medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta che ha in cura il paziente, con l’aiuto di famiglie, associazioni scolastiche e educative, altri specialisti e non che potrebbero essere coinvolti. 

Purtroppo, meno della metà dei casi di disturbi dell’alimentazione sono identificati a livello di cura primaria. Nonostante ciò, i pazienti affetti da disturbi dell’alimentazione consultano il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta per un’ampia varietà di sintomi (principalmente gastrointestinali, ginecologici e psicologici) che potrebbero, se accuratamente valutati, far sospettare la diagnosi di un disturbo dell’alimentazione (8). Fondamentale risulta quindi la sensibilizzazione e la formazione riguardo a queste patologie e ai principali segnali d’allarme.

La terapia ambulatoriale 

Questo tipo di assistenza costituisce il nucleo fondamentale dell’attività diagnostica e terapeutica e svolge funzione di filtro per i successivi livelli terapeutici. Oltre alla fase diagnostica, la presa in carico ambulatoriale si occupa anche del controllo periodico dei pazienti che non hanno presentato elementi clinici tali da richiedere trattamenti intensivi ma che, comunque, manifestano fattori di rischio che non possono essere trascurati. 

La terapia ambulatoriale intensiva o semiresidenziale (diagnostico/terapeutico/riabilitativo)

Questo tipo di trattamento è volto principalmente ai pazienti che non rispondono al trattamento ambulatoriale convenzionale. Essa va attuata in un centro specializzato per la cura dei disturbi dell’alimentazione e deve poter garantire trattamenti in regime diurno analoghi a quelli residenziali.

La terapia ambulatoriale intensiva va attuata da un’équipe multidisciplinare, composta da psichiatri, psicologi, medici (nutrizionisti, medici internisti, pediatri etc), dietisti, infermieri ed educatori.  Questo piano di assistenza può essere attuato anche come prosecuzione del trattamento ospedaliero e residenziale. Questa tipologia di percorsi di cura è indicata nei casi in cui il paziente, pur non rispondendo al trattamento ambulatoriale, abbia una sufficiente motivazione al trattamento e un buon controllo sui comportamenti psicopatologici.

I percorsi di cura in riabilitazione intensiva residenziale 

Questo tipo di cura va eseguita in un reparto specializzato nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione che sia in grado di fornire al paziente un programma che integri la riabilitazione nutrizionale, fisica, psicologica e psichiatrica. Sono state identificate principalmente tre situazioni che indicano la necessità di un ricovero riabilitativo:

  • La mancata risposta a un trattamento ambulatoriale 
  • La presenza di rischio fisico o psichiatrico che rende inappropriato il trattamento ambulatoriale
  • La presenza di difficoltà psicosociali che rendono inappropriato il trattamento ambulatoriale

Questo livello di assistenza è controindicato in caso di grave instabilità medica e psichiatrica (da gestire in regime di ricovero ospedaliero).

Inoltre, questa tipologia di intervento deve essere di tipo integrato tra le varie discipline mediche: si attuano interventi di tipo medico, farmacologico, nutrizionale, psicologico e familiare.

I ricoveri ordinari e di emergenza

Le unità di ricovero ordinario possono avere sede in reparti internistici o pediatrici, a seconda dell’età, per il trattamento delle complicanze mediche urgenti e della malnutrizione. Allo stesso modo, possono trovarsi in reparti psichiatrici o neuropsichiatrici, per la gestione del rischio suicidario, la comorbidità psichiatrica e i trattamenti sanitari obbligatori (TSO). 

È opportuno che il ricovero avvenga in unità specializzate in DAN. Infatti, è stato dimostrato che i pazienti trattati in unità di ricovero ospedaliero specializzate hanno una prognosi migliore dei pazienti trattati in unità ospedaliere senza esperienza specifica. Anche se il reparto ospedaliero non è specialistico per disturbi dell’alimentazione, è necessario che il personale sia formato adeguatamente riguardo a queste patologie.

Le ricadute dopo i percorsi di cura

E’ importante sottolineare che la ricaduta dopo la dimissione è uno dei problemi principali associati al trattamento residenziale riabilitativo dei disturbi dell’alimentazione (8,9). 

Inoltre, è stato dimostrato che il tasso di ricaduta dopo un ricovero è probabile se il paziente non riceve un trattamento dopo la dimissione, se il trattamento post-ricovero è molto diverso da quello attuato in regime di ricovero e se non si verificano cambiamenti importanti nell’ambiente dove vive il paziente (8).

Al fine di gestire al meglio questa problematica e minimizzare il rischio di ricadute (maggiormente frequenti nel primo e secondo mese dopo la dimissione), risulta fondamentale pianificare un passaggio dall’unità di riabilitazione/ricovero alla terapia ambulatoriale post-ricovero. Sarebbe auspicabile che il paziente possa avere un primo appuntamento per una visita ambulatoriale nella settimana successiva alla data di dimissione (6,8).

E’ estremamente importante avere ben chiari i possibili percorsi di cura e livelli di assistenza per queste patologie, al fine di minimizzare le tempistiche di arrivo al centro di cura e poter trattare i pazienti in modo precoce ed efficace.

Bibliografia

1. Rosaria Boldrini, Miriam Di Cesare, Rossana Moroni, Elisabetta Santori, Stefano Lorusso [Direzione Generale; Della Digitalizzazione, Del Sistema Informativo Sanitario E Della Statistica].; Maria Assunta Giannini, Giovanna Romano, Francesco Vaia [Direzione generale della prevenzione sanitaria] FOCUS SUI DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL’ALIMENTAZIONE NEI GIOVANI FINO A 25 ANNI NEL TRIENNIO 2019 – 2021.

2. Favaro, A.; Caregaro, L.; Tenconi, E.; Bosello, R.; Santonastaso, P. Time Trends in Age at Onset of Anorexia Nervosa and Bulimia Nervosa. J. Clin. Psychiatry 2009, 70, 1715–1721, doi:10.4088/JCP.09m05176blu.

3. Laura Dalla Ragione, Maria Vicini, Chiara De Santis, Silvia Ferri I DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL’ALIMENTAZIONE: UN’EPIDEMIA NASCOSTA. Risultati Del Progetto CCM.

4. Treasure, J.; Duarte, T.A.; Schmidt, U. Eating Disorders. The Lancet 2020, 395, 899–911, doi:10.1016/S0140-6736(20)30059-3.

5. Steinhausen, H.-C. The Outcome of Anorexia Nervosa in the 20th Century. Am J Psychiatry 2002, 159, 1284–1293, doi:10.1176/appi.ajp.159.8.1284.

6. Ministero della Salute, Linee Di Indirizzo Nazionali per La Riabilitazione Nutrizionale Nei Disturbi Dell’alimentazione – Quaderni Del Ministero Della Salute 2017.

7. Giovanni De Virgilio, Daniela Coclite, Antonello Napoletano, Donatella Barbina, Laura Dalla Ragione,Giovanni Spera e Teresa Di Fiandra Conferenza Di Consenso Sui Disturbi Del Comportamento Alimentare (DCA) Negli Adolescenti e Nei Giovani Adulti.

8. Riccardo Dalle Grave, Un Modello Di Gestione Clinica Dei Disturbi Dell’alimentazione.9. National Collaborating Centre for Mental Health (UK) Eating Disorders: Core Interventions in the Treatment and Management of Anorexia Nervosa, Bulimia Nervosa and Related Eating Disorders; National Institute for Health and Clinical Excellence: Guidance; British Psychological Society (UK): Leicester (UK), 2004; ISBN 978-1-85433-398-8.

L’articolo è stato scritto da Vittoria, volontaria dell’Associazione

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