L’algoritmo di Instagram sta cambiando?

Forse si. L’algoritmo di Instagram sta cambiando.
A seguito di alcuni episodi di tentata censura di foto di nudo di donne nere grasse o donne bianche con un fisico fuori dagli standard di “magrezza” a cui siamo abituati, l’algoritmo di Instagram si sta normalizzando.

Il ‘caso’ della modella Nyome Nicholas-Williams 

Questo cambiamento è avvenuto anche grazie alle azioni intraprese dalla modella plus-size Nyome Nicholas-Williams e da coloro che l’hanno supportata (ad esempio l’attivista Gina Martin) in quanto a giugno, le era stata censurata una foto scattata da Alexandra Cameron dove era ritratta nuda mentre si copriva il seno avvolgendo le braccia intorno a sé.

Essendo le sue foto e il suo profilo fruibili a tutti online, è possibile notare che difficilmente i vari scatti potrebbero essere definiti osé o con intento pornografico (cosa che Instagram ha notificato, facendo riferimento alla violazione della politica sulla posa del “boob squeezing”, cioè il seno strizzato, che richiama la pornografia).
Nyome infatti vuole mandare un messaggio ben diverso: quello manifestarsi totalmente, senza paura, al mondo che può apprezzare, ma può anche, come accade spesso, ferocemente criticare. Nonostante ciò, è importante avere il coraggio di mostrarsi, a prescindere dai pregi e dai difetti. E se anche ci fossero dei difetti, ed è ovvio che ci siano perchè tutti ce li abbiamo, non lasciare che siano questi a misurare il proprio valore. Mostrarsi al mondo per come si è è un modo per rivalutarsi, per accettarsi e per riconoscere a se stessi totale rispetto e totale amore.

La modella infatti, insieme alle altre figure che hanno collaborato, ha creato un vero e proprio movimento supportato dall’hashtag #IWANTTOSEENYOME che ha mosso tantissime persone contro la censura dei corpi delle modelle nere plus-size. E, successivamente, anche Instragram tramite i suoi rappresentanti si è scusato riconoscendo invece che gli scatti comunicano un messaggio di “amore proprio ed accettazione di sè”.

A proposito di questo, Nyome, che tra l’altro ha avuto anche a che fare con disturbi del comportamento alimentare, dice: “Tutti noi abbiamo dei corpi e possiamo scegliere di celebrarli in qualsiasi modo desideriamo”. Il suo vuole essere quindi, a maggior ragione dopo il suo passato, un inno all’amor proprio, alla normalizzazione dei corpi femminili, a prescindere dalla loro forma, dalla loro etnia, dal colore della pelle. E questo messaggio, espresso da lei, è ancora più forte essendo una modella nera plus-size che conosce bene il sentimento dell’essere discriminati.

Hai mai sentito parlare di Celeste Barber?

Questo episodio tuttavia non è l’unico in cui l’algoritmo di Instagram ha permesso di riflettere. Ce ne è infatti stato un altro che riguarda Celeste Barber (@celestebarber), celebre comica australiana famosa sui social per i suoi post “fotoconfronto” con l’hashtag #celestechallengeaccept, dove lei stessa riproduce con ironia le pose delle modelle, strappando un sorriso a chiunque si ritrovi davanti ad una di queste foto. 

La foto in questione, che sarebbe stata censurata, la ritrae come vedete nell’immagine:

La descrizione del post dice: “Quando finalmente ti siedi e i tuoi figli ti chiedono da bere”.

Come si vede, narra scene di vita quotidiana con ironia, senza viziare gli occhi degli utenti con quelle immagini di perfezione e impeccabilità che troppo spesso siamo abituati a vedere. Il fatto interessante però è stato che Instagram ha censurato, per violazione delle linee guida riguardanti il nudo e le attività sessuali, la foto ironica della Barber (in cui la comica ha persino lo slip!) ma non la foto originale da cui è partito tutto, dove anche lì la modella è seminuda.

Questo ha permesso di riflettere sul fatto che Instagram ha delle preferenze: donne magre, bianche e che rientrino in certi canoni estetici, quelli più universalmente riconosciuti. Preferenze e standard che, a detta della comica come della modella nonché dei vari supporter, andrebbero nettamente rivisti e così è stato anche grazie alle numerose firme di una petizione a riguardo. 

La necessità di normalizzare l’essere umano, in particolare quello femminile, si fa sentire sempre più forte ed è giusto che oggi, nel 2020, i nostri occhi si abituino ad accettare la normalità e smettano di rincorrere il voler essere sempre “l’ideale”.

Occhio agli occhi

Qualsiasi stimolo riceviamo, che sia sui social, dalla tv o da un giornale, influenza più o meno consciamente quello che pensiamo e quello che crediamo. Molte volte pensiamo di dover essere tutti perfetti e di dover raggiungere quei determinati standard, o guardiamo sognanti, e magari un po’ invidiosi, la vita che gli altri ci fanno vedere sui social (che sia poi quella vera?) e intanto ci scordiamo di vivere la nostra mentre cerchiamo l’ennesima strada per arrivare ad un obiettivo vuoto: la perfezione. Perfezione che non è né normalità, né umanità. 

Contenuto a cura di Laura Montanari

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