Le celebrità parlano di DCA: rischi e benefici

le celebrità parlano di dca: rischi e benefici

Negli ultimi anni, sempre più celebrità con un passato segnato dai disturbi del comportamento alimentare (DCA) hanno condiviso pubblicamente i propri percorsi.
Con la loro ampia visibilità, le loro testimonianze risultano fondamentali per aumentare la consapevolezza del pubblico e contribuire a ridurre lo stigma che circonda i DCA (o DAN).

Tuttavia, è fondamentale che le narrazioni siano condivise con attenzione e consapevolezza. Un approccio inadeguato potrebbe infatti veicolare messaggi negativi, rischiando di influenzare in modo dannoso chi li riceve. Questo ci porta a un’importante considerazione: quali sono i rischi e i benefici che emergono quando le celebrità parlano di disturbi alimentari?

I benefici

Contribuendo a rompere il silenzio su un tema ancora stigmatizzato, le celebrità hanno il potere di portare alla luce un problema spesso invisibile agli occhi della società. Tramite la loro possibilità di raggiungere un vasto pubblico, possono sensibilizzare un numero maggiore di persone sul tema. Di conseguenza, possono aiutare a ridurre tutti i pregiudizi legati ai DCA.

I soggetti affetti da disturbi del comportamento alimentare potrebbero non riuscire ad immaginare una vita senza malattia, identificandosi completamente in essa. Questa potrebbe essere una delle cause che li porta a rifiutare le cure o a non chiedere aiuto. La testimonianza di una celebrità può fungere da catalizzatore. Può infatti incoraggiarli a fare il temuto salto nel buio verso la guarigione, mostrando che la loro vita e la loro persona non è definita dalla malattia e non finisce con questa. Ad esempio, Demi Lovato ha condiviso apertamente la sua lotta contro i disturbi alimentari e la dipendenza. La cantante ha spiegato quanto sia stato importante per lei cercare aiuto e ricevere un supporto professionale adeguato. Inoltre, ha collaborato con varie organizzazioni e fondazioni che si occupano di disturbi alimentari, contribuendo a promuovere programmi di supporto.

Un altro caso significativo è quello di Taylor Swift, che ha spesso parlato di come la pressione subita dai mass media l’abbia portata a controllare in modo ossessivo e malsano la propria alimentazione e il suo corpo. Inoltre, la cantante ha evidenziato l’importanza del percorso di guarigione. Così facendo, ha fatto sentire comprese molte persone che si credevano da sole nella loro malattia.

Le celebrità che promuovono un’immagine corporea equilibrata possono aiutare a contrastare l’ossessione della società per ideali di bellezza irraggiungibili o non realistici. Mostrando i propri corpi in modo autentico offrono un’alternativa ai modelli estetici che ci vengono mostrati sui social. In questo modo, contribuiscono a normalizzare la varietà dei corpi presenti nella società.
Ashley Graham, conosciuta per essere una delle prime modelle curvy ad avere un grande successo nella moda nel 2016, ha utilizzato tutte le sue risorse per sfidare gli stereotipi tradizionali legati alla bellezza e per promuovere l’accettazione di tutte le forme corporee. Ha posato per numerose riviste e campagne senza ritocchi, mostrando le sue smagliature e le sue curve. In più, ha parlato apertamente della necessità di celebrare la diversità nei corpi.

I rischi

Quando i media, o le celebrità in prima persona, raccontano queste storie, c’è il rischio che si concentrino troppo sugli aspetti drammatici o sensazionalistici della malattia, enfatizzando dettagli del comportamento disfunzionale. 

Invece di promuovere un messaggio positivo, queste narrazioni potrebbero portare chi le ascolta a percepire i disturbi alimentari come qualcosa di “affascinante”, romanticizzandoli. Un caso emblematico di questo fenomeno è stato il film “To the Bone”. Il film affronta la storia di una giovane donna che soffre di anoressia nervosa, interpretata da Lily Collins. Nonostante le intenzioni del film fossero quelle di promuovere un messaggio di speranza e guarigione, l’impatto sui social media ha rivelato una risposta ambivalente. Molti spettatori hanno finito per interpretare il film come una sorta di “guida” su come mantenere comportamenti disfunzionali. I fan sono arrivati a elogiare l’attrice per i chili persi e a proporre il corpo di quel personaggio come un modello da seguire.

C’è, quindi, anche il rischio di imitazione di questi comportamenti. Un episodio recente è quello di Kim Kardashian, che per indossare l’iconico vestito di Marilyn Monroe al Met Gala 2022 ha seguito una dieta molto restrittiva per perdere peso rapidamente e non si è fatta scrupoli a condividere il “segreto” che l’ha portata ad una perdita di peso così repentina. Questo comportamento ha suscitato numerose critiche, poiché il messaggio trasmesso rischia di diventare un innesco per atteggiamenti autolesionistici o pericolosi in coloro che sono predisposti a sviluppare un DCA.

Le celebrità devono parlare bene di DCA

Dunque, le testimonianze delle star sui DCA possono essere un’arma a doppio taglio. Per questo è importante prendere queste testimonianze con un pizzico di cautela, cercando sempre di integrarle con informazioni più complete e con il supporto di professionisti. Affidarsi a chi condivide il proprio percorso in modo autentico è sicuramente utile, ma un approccio bilanciato, che includa la prospettiva di esperti della salute mentale, può essere la scelta più sana.

Al contempo, se si ha un pubblico a cui parlare, è importante scegliere attentamente le parole e le modalità con cui vengono trattate tematiche come i DCA. Non basta parlarne: serve parlarne bene, perchè basta poco per alimentare comportamenti disfunzionali o falsi miti.

L’articolo è stato scritto da Martina, volontaria dell’Associazione

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