Vivere la Pasqua con un disturbo alimentare: qualche consiglio

Affrontare festività ed eventi che, spesso, ruotano principalmente attorno al cibo può essere complesso e faticoso per qualcuno che soffre di un disturbo alimentare o è in fase di recovery.

Solitamente il peggior nemico di chi soffre di DCA è considerato il Natale, ma anche la Pasqua può essere un momento di sconforto. Essa è, infatti, un’altra festività in cui il cibo, i banchetti e i festeggiamenti attorno ad una tavola sono estremamente diffusi, comuni, tradizionali. Inoltre, i servizi di supporto regolarmente disponibili durante l’anno potrebbero non essere aperti: tutto questo può contribuire a cambiamenti di routine oppure all’aumento di ansia e stress.

Alcuni consigli per stare bene a Pasqua

Ecco alcuni consigli che possono fungere da supporto e aiuto durante un periodo così stressante come può essere la Pasqua. Ecco alcuni gentle reminder a cui potersi aggrappare per gestire meglio le situazioni di sconforto e ansia legati al cibo e all’immagine corporea.

Preparare un piano d’azione

  • Preparate in anticipo un piano con coloro che vi supportano e assistono durante il vostro percorso contro il disturbo alimentare. L’équipe terapeutica può essere un grande aiuto per capire come gestire eventuali situazioni difficili o pensieri e comportamenti non utili legati al disturbo alimentare. Con l’aiuto degli esperti potrete infatti creare una “cassetta degli attrezzi” di tecniche e comportamenti  da cui attingere nei momenti di disagio e malessere.
  • Parlate in anticipo con i vostri familiari/amici e informateli dei vostri sentimenti riguardo al periodo pasquale. Raccontategli che questo potrebbe essere un momento di stress per voi e offrite loro alcuni suggerimenti su ciò che possono fare per aiutarvi. Trovate uno o più punti di riferimento tra le persone che saranno presenti all’evento e stabilite con loro dei segnali o delle strategie da utilizzare per essere supportati al meglio ed evitare situazioni poco piacevoli.
  • Fate del vostro meglio per attenervi alla routine o ai piani dei pasti abituali, in quanto ciò può contribuire a creare una struttura coerente. Il sapere cosa si mangerà e in che modalità con anticipo può aiutare a ridurre i sentimenti di ansia e stress.

Durante le festività che ho vissuto nel periodo più brutto della malattia, è stato per me di grandissimo aiuto sapere di avere qualcuno accanto a me che conosceva la mia situazione e, soprattutto, i miei stati d’animo. Avere una mano da stringere sotto al tavolo nei momenti di sconforto è stato ciò che mi ha permesso di affrontare la giornata, di sentirmi compresa e aiutata. Chiedere aiuto a chi amavo (e non deve essere per forza un membro della famiglia, ma anche un* amic*) è stato difficile, sì, ma essenziale per vivere meglio quelle giornate.

Definire i confini entro cui vivere la festività della Pasqua

  • Può essere utile stabilire dei limiti prima di ogni evento legato alle festività pasquali (e non). Fate sapere a chi vi circonda che esiste una regola generale che vieta di commentare l’aspetto, il peso o le scelte alimentari di qualcuno. Non abbiate paura di far capire loro, con gentilezza ma in modo assertivo, che hanno oltrepassato il limite se menzionano questi argomenti. Queste tematiche possono essere incredibilmente triggeranti in un momento già di per sé stressante, perciò è meglio chiarire subito che si preferisce non affrontarle.
  • Un’altra opzione, nel momento in cui queste tematiche vengono a galla, è quella di condividere informazioni sui disturbi alimentari. La Pasqua può diventare un momento per educare le persone che ci circondano sulla realtà della convivenza con queste gravi malattie psicologiche. Parlare aiuta e può contribuire ad aumentare la consapevolezza: è possibile ridurre le idee stereotipate o scorrette su tali malattie e ridurre lo stigma che le circonda.

A volte è stato difficile alzare la testa e parlare chiaro, specialmente con le persone che amo, per interrompere discussioni sul peso, sulla forma fisica o sulla quantità di cibo nel piatto di qualcuno dei presenti. Ma ho scoperto che usare la propria voce per proteggersi, per fermare i possibili trigger esterni, è un atto rivoluzionario. Esistono infiniti argomenti di discussione estremamente più interessanti e appassionanti di quelli sul cibo e il corpo: basta solo portarli a galla per zittire tutto il resto.

Il cibo non è il fulcro della Pasqua

  • È importante che durante gli eventi concernenti il cibo ogni cosa venga chiamata con il proprio nome. Un uovo di Pasqua va chiamato tale, non gli vanno attribuite etichette valoriali come “dolcetto cattivo” o “sgarro”. 
  • Di conseguenza, ricordate che il cibo non ha un valore morale! Non è né “buono” né “cattivo”, è semplicemente cibo. Queste etichette poco utili sono state costruite socialmente dalla diet culture per farci sentire in colpa o vergognarci quando mangiamo certi cibi. Ogni cibo è semplicemente cibo e va vissuto come tale.

“Ogni volta che un uovo di Pasqua appariva sul tavolo per me iniziava un incubo. Non tanto per il cibo in sé, ma per i commenti che lo accompagnavano. “Dai, oggi è festa, posso sgarrare con questo cioccolato”. “So che non dovrei, ma da domani giuro che mi metto a dieta!”. “Il cioccolato fa male, mangiarne un pezzo troppo grande oggi ti rovinerà domani!” Io volevo solamente godermi un pezzetto di tradizione, di usanza, e invece diventava un’inchiesta sul valore morale di ciascuno dei commensali.

Siate gentili con voi stessi

  • Vestitevi con gli abiti, i colori, gli stili e i tessuti che fanno sentire voi stessi e ie che vi mettono a vostro agio.
  • Pianificate attività che comportino il prendersi cura di voi stessi e che vi aiutino a sentirvi bene. Ad esempio, attività di rilassamento o di mindfulness, ascoltare musica che risollevi l’umore, disegnare o scrivere, passeggiare all’aperto.
  • Anche se è più facile a dirsi che a farsi, cercate di lasciare lontani dai festeggiamenti i sensi di colpa e la vergogna. È giusto divertirsi e prendere parte alle celebrazioni, senza ripensamenti o rimuginii. Non c’è nulla di sbagliato nell’essere felici e nel provare a godersi il momento.
  • Ricordatevi che questo è solo un giorno su tanti. La perfezione non esiste e il recovery non è un percorso lineare, ma sarà pieno di alti e bassi. Il giorno di Pasqua può essere stressante, può portare a galla pensieri e comportamenti tipici del disturbo alimentare, ma passerà. ricordatevi sempre che guarire è possibile, che stare bene si può e che arriverà il momento in cui la vita sarà lontana dal dolore legato al cibo e al corpo.

Prima di salire in macchina per andare ad un pranzo di Natale, ricordo, mi sono fermata nel parcheggio. Da sola, in piedi, circondata dalle siepi che delimitavano la piazzola. Mi sono presa un attimo di pausa per me, per ricordarmi chi sono oltre la malattia, per ricordarmi la mia forza e le mie capacità. Per ricordarmi che, infondo, era solo un giorno come gli altri e che potevo affrontarlo. Ho respirato, ho fatto una promessa alla me stessa in fase di recovery, e sono entrata in auto.

Contenuto a cura di Federica Merli

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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