Caro corpo,
da piccolina non ci facevo tanto caso a te, non ti avevo in nota.
E invece, crescendo ho cominciato a non riuscire a toglierti più dalla mia testa.
Ho cominciato a riempirti di cibo, perché dovevo riempire il vuoto che si era creato quando papà se ne andò via di casa, in qualche modo dovevo colmare quel vuoto assordante. Ma non pensavo che quel metodo “riempi-vuoto” non andasse bene, e soprattutto non pensavo che sarebbe stata la miccia che avrebbe acceso una fiammella che a sua volta avrebbe fatto nascere un fuoco duraturo.
Ti ho scagliato contro tante parole brutte. Insulti, rimproveri.
Non mi sei mai andato bene.
E ancora oggi, non mi vai bene.
Ti ho maltrattato, colpendoti con pugni e ricoprendoti di tante, troppe cicatrici.
Ti ho guardato e ti guardo con disprezzo.
Non mi sei mai piaciuto.
Quelle poche volte in cui ero timidamente felice di te era quando vedevo i kg sulla bilancia scendere. Ma quella timida felicità era ed è effimera, perché è da anni che il tuo peso oscilla continuamente, un po’ come il mio umore.
Ho sperato spesso di svegliarmi in un altro corpo.
Ti ho messo spesso alla prova, facendoti fare tutti quegli esercizi, riempiendoti o privandoti del cibo fino a farti star male, oppure in tutte quelle volte in cui dopo averti dato nutrimento cercavo di eliminare quello che avevo mangiato fino a quando non mi sentivo un po’ più “leggera”, ma facendo così lo stomaco soffriva, la gola bruciava e i battiti acceleravano.
Caro corpo, ti sto odiando così tanto.
Ma sono sicura che un giorno ti darò una seconda possibilità e quello, sarà il giorno in cui noi due ci conosceremo nuovamente e ci prenderemo per mano per non lasciarci più.
E insieme, andremo lontano, andremo a scoprire tutto il mondo meraviglioso che abbiamo perso di vista e a riscoprire la vera vita.
Caro corpo, ti sto odiando così tanto, ma un giorno ti amerò forte.
