Disturbi Alimentari: la pace con il Signor C.

Quando si litiga, si perde la fiducia, si diffida, ci si allontana e ci si perde. Ecco, questo è quello che è successo tra me e il signor C. con l’insorgere dei disturbi alimentari.

L’inizio del litigio

Un giorno, di quelli uggiosi con la pioggia che batte fitta fitta sui tetti e fa un  rumore incessante e fastidioso, mi ricordo che eravamo vestiti io di nero e lui di bianco. Ci siamo squadrati dall’alto in basso, finendo a discutere su quale fosse il colore che più ci valorizzasse. Dopo tanti discorsi animati, ci siamo azzuffati e ci siamo strappati i vestiti di dosso a vicenda per  poi rimanere nudi, con la vergogna addosso, ma con la caparbietà di non ammettere le proprie colpe. Ma poi, alla fine, cosa significa dare un valore a noi stessi con un solo colore?  

Fatto sta che io e il signor C. siamo rimasti fuori, a prendere la pioggia, perché nessuno dei due voleva rientrare in casa. Quella casa che un tempo ci aveva fatti conoscere e crescere, ora era  diventata un luogo infausto, senza tavole attorno a cui sedersi, senza stoviglie da far sbattere, senza sfrigolio delle pentole sul fuoco. Così mi faceva sentire il mio disturbo alimentare.

Abbiamo costruito un muro 

Mentre, zuppi, continuavamo ostinatamente a costruire un muro precario in mattoni di argilla e farina, la pioggia colorava i nostri abiti abbandonati per terra tra le piante di fragole secche. Li colorava di un colore trasparente, assente da qualsiasi tavolozza cromatica. 

È trascorso tanto tempo e il muro dei disturbi alimentari si è fatto sempre più alto. Non vedendo più il signor C., mi ero dimenticata che aspetto avesse, che sapore e odore lo caratterizzasse. Soprattutto mi ero scordata di quanto fosse in grado di farmi stare bene, di farmi sorridere, di farmi camminare per ore, di farmi vivere. 

Ho sentito di nuovo l’odore del signor C.

Allora, un bel giorno, di quelli con il sole forte forte che ti fanno dimenticare quante gocce siano cadute dal cielo fino a quel momento, ho trovato un pizzico di coraggio per rientrare in casa. Ho ritrovato il mattarello con cui mi divertivo a fare crostate per allietare le merende. L’ho preso tra le mani e l’ho annusato: ho sentito di nuovo l’odore del signor C. Così sono uscita  fuori e mi sono messa ad abbattere il muro di argilla e farina. Le macerie non le ho scartate: con la farina ci ho fatto una deliziosa frolla all’olio e con l’argilla due forchette. 

Intanto il signor C. mi osservava e tanta era la sua curiosità da farlo avvicinare per chiedermi  cosa stessi combinando. Così gli ho chiesto se poteva aiutarmi a farcire la crostata con una confettura improvvisata con le fragole che un tempo erano secche ma che, con la  pioggia, erano cresciute forti e odorose.  

Abbiamo fatto pace

Soddisfatti, con il sorriso stampato in faccia, abbiamo bussato alla porta di casa. Ci siamo seduti per terra apparecchiando con le forchette di argilla e, inebriati dall’odore della crostata nel forno, ci siamo guardati in faccia, senza giudicare il colore dei nostri vestiti, tenendoci per mano per i mignoli, come quando eravamo piccoli, ingenui e senza alcun tipo di pensiero. 

Che buona quella crostata e che bello aver fatto pace con il signor CIBO!

L’articolo è stato scritto da Diletta, volontaria dell’Associazione

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

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1302 kj

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13,00 g

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67,2 g

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0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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