Sono Rosa, ho 24 anni e ora amo il mio corpo. È una grande soddisfazione poterlo affermare adesso. La strada è stata lunga e, come ogni percorso, non facile.
Mi sono ammalata di anoressia in tenera età
Tutto è iniziato all’età di 9 anni. Gravi problemi in famiglia mi hanno portata a pesare circa 22 chili. Non mangiavo, non bevevo non dormivo e ogni volta che avevo il cibo davanti, la mia reazione era quella di rifiuto. Ero diventata quasi invisibile. Ignoravo totalmente il problema, insieme ai miei genitori, dando la colpa alla situazione che si era venuta a creare in casa.
Grazie all’aiuto di mia mamma, mi sono ripresa, stabilizzata. Ma alle medie la situazione si è capovolta. Il mio peso è aumentato e ho dovuto fare i conti con ancora un altro “problema”, la crescita del seno. Non accettavo l’idea di dover indossare un reggiseno di una taglia già troppo grande per me, la terza. Sono cambiata, il mio corpo con me e non mi sono mai totalmente amata perché mi sentivo in un corpo che non rispecchiava i miei” canoni”.
Io non mi sono mai amata
Mi paragonavo sempre agli altri, un’ossessione, un continuo tormento. Troppo in carne rispetto alle ragazze della mia età ma, nonostante tutto, continuavo a mangiare. I miei vestitini preferiti non mi entravano? Mangiavo.
Non c’era la mia taglia del costume che tanto mi piaceva? Mangiavo.
I pantaloncini mi facevano le cosce troppo grosse e non potevo indossarli perché mi sentivo a disagio? Mangiavo.
Mi rifugiavo nel cibo come se fosse la mia unica consolazione. Sognavo la taglia 42 ma senza voler fare nulla. Senza accorgermene, a 21 anni, mi guardo allo specchio e l’unica frase che riuscivo a ripetermi era “faccio schifo, non mi piaccio“. Pesavo poco più di 80 chili.
Vedevo grasso ovunque
Un giorno, tornando dall’università, decido di indossare un paio di pantaloni che avevo acquistato da poco. Ovviamente non mi stavano come avrei voluto, come tutto quello che provavo in quel periodo. Vedevo grasso ovunque.
Le mie gambe erano troppo formose, il mio seno troppo sporgente, la mia pancia non era piatta. Li strappo insieme ai miei vestiti preferiti. Respiro profondamente e decido di prendere la mia vita in mano. Volevo cambiare ma prima di farlo dovevo accettarmi.
Mia mamma, la mia colonna portante
Ancora una volta il mio sostegno era lì, mia madre.
Finalmente chiedo aiuto, cosa che prima mi ostinavo a non fare. Devo dire anche grazie a lei, ai suoi incoraggiamenti, ai suoi stimoli, ai suoi consigli, al suo sostegno se ora sono arrivata qui. Ho intrapreso un percorso alimentare sano.
Ho instaurato un rapporto con me stessa basato sull’amore che potevo darmi, sull’autostima, sul rispetto per me stessa. Ho perso 17 chili.
Ora sono guarita
Ora non sarò perfetta, avrò ancora qualche chilo in più, qualche rotolino fastidioso, un po’ di cellulite ma quello che so per certo è che quando mi guardo allo specchio, mi piaccio, che il costume che tanto desidero lo posso indossare anche con qualche centimetro in più, che il mio seno non è un problema, che le mie gambe sono perfette così, che sono io a decidere chi vedere nello specchio e la consapevolezza che più mi fa stare bene è che posso sempre migliorare, per me, perché sono io a volerlo per prima, perché mi amo e perché nessuno può amarmi più di quando possa fare io.
Ora mi sento perfetta nella mia imperfezione.
–Questo articolo fa parte della rubrica “Storie”, creata e redatta da Animenta. Tutti i contenuti pubblicati sono stati revisionati e approvati dal protagonista della storia.