Le festività natalizie rappresentano, generalmente, un momento di gioia e di condivisione da trascorrere con la propria famiglia e con i propri cari. Per chi soffre di un Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA), invece, potrebbero invece rivelarsi fonte di grande stress e disagio. Attraverso questo articolo vogliamo dare consigli a tutti quei genitori, parenti o amici di persone affette da DCA per gestire al meglio le situazioni tipiche del Natale. Per esempio, l’organizzazione dei pasti, i momenti di convivialità, i banchetti ricchi di cibi diversi ed elaborati… Proprio in queste circostanze è fondamentale riconoscere che potrebbero innescarsi meccanismi di confronto, ansia di perdere il controllo, timore del giudizio altrui e vergogna in coloro che stanno affrontando un DCA. Tutti aspetti sui quali, per fortuna, è possibile agire anticipatamente.
Consigli su come reagire ai commenti non richiesti e fornire il tuo supporto
Durante questi giorni così delicati sappi che saranno necessarie molte parole. Opta per la vicinanza, emotiva e fisica, nei confronti di chi sta soffrendo, mostrandoti di supporto in tutte le situazioni ostiche in cui, anche solo con lo sguardo, l’altra persona trasmette le sue difficoltà. Il primo dei nostri consigli, proprio in quelle circostanze, è di essere complice. Sii il prolungamento dei suoi gesti, occupa gli spazi di silenzio per evitare che chi siede accanto a voi possa dire qualcosa di inopportuno. Si tratta, dunque, di giocare d’anticipo.
Per esempio, potresti avvisare gli ospiti di non argomentare su temi relativi all’assunzione di cibo, diete, forme o peso corporeo. Anche commenti innocui come “stai bene” possono essere un fattore scatenante per quella persona! Inoltre, evita che si puntualizzi su determinati atteggiamenti che, agli occhi esterni, possono destare stupore come, per esempio, mostrarsi titubante nella scelta delle pietanze; impiegare più tempo per la consumazione del pasto; non terminare il cibo nel piatto; etc…
Tieni bene a mente che, nonostante tutto, è possibile (e, purtroppo, molto probabile) che qualcuno si esponga comunque in modo indelicato e non richiesto. Pertanto, dovrà essere tuo compito quello di allontanare determinate conversazioni o giudizi negativi, spostando il focus del discorso su altri fronti. Per esempio, puoi cercare di spostare l’attenzione sugli addobbi, sulla sistemazione della tavola, sui regali e così via.
Al tempo stesso, non dimenticare mai di rendere noto alla persona affetta da DCA che non sarà sola in questi momenti difficili, perché avrà voi al suo fianco. Qualora sentirà il bisogno di evadere da quell’ambiente, potrà farlo facendovi anche un solo cenno.
Ed ora tutti a tavola: alcuni consigli nutrizionali
Quali sono invece i consigli nutrizionali che potremmo fornire a tutti i cari di qualcuno che soffre di un DCA nel periodo delle festività natalizie? Sicuramente quello di non avere aspettative su cosa o quanto quella persona debba mangiare in un contesto festivo, soprattutto in presenza di altre persone estranee (compresi parenti e cari che non si rivedono da tempo).
Ricordiamoci sempre che ogni persona è unica e speciale. Non commentare quello che altri hanno nel piatto non è solo un gesto di buona educazione e sensibilità, ma è soprattutto un gesto di rispetto. Cerca di non forzare l’altra persona a mangiare un cibo che per lui/lei in quel momento potrebbe risultare fobico o che semplicemente potrebbe causare ansia. I commensali potrebbero essere o non essere a conoscenza della malattia che la persona sta affrontando, quindi, per fronteggiare domande scomode, cerca di anticipare gli altri preparando delle risposte che possano proteggere la persona che soffre di DCA da inutili sofferenze o silenzi imbarazzanti.
Inoltre, prova a parlare con la persona, esprimi la tua vicinanza il meglio possibile e delinea assieme a lei un menù che possa andare incontro anche alle sue esigenze. Ad esempio, se la persona sta seguendo un percorso riabilitativo nutrizionale con dei professionisti, potrebbe essere utile preparare un diverso numero di pietanze da inserire nel menù. Si potrebbero cucinare dei piatti più o meno complessi, così da donare varietà e maggiore scelta a tutti. Dunque, il nostro consiglio è quello di non fare delle porzioni già prestabilite, ma di lasciare libertà di scelta a coloro che partecipano al momento del pasto. Ogni commensale deve avere la possibilità di andare incontro alle proprie esigenze culinarie facendo attenzione ai propri stimoli di fame/sazietà.
Ascoltare i bisogni altrui durante le feste
Cerca di andare incontro ai bisogni della persona ed apriti a lei attraverso un dialogo attivo. Se lei/lui necessita di una porzione di un determinato alimento all’interno dei pasti principali cerca di capire quale potrebbe essere. Eventualmente concorda assieme a lui/lei le modalità di cottura. Allo stesso modo, se il condimento potrebbe risultare un problema per la persona, lascialo in tavola così che ogni commensale scelga di condire liberamente i cibi a seconda del proprio gusto e delle proprie esigenze. In questo modo la persona potrà vivere quel momento di convivialità senza però sentirsi un “pesce fuor d’acqua”.
Chi soffre di un DCA è affetto da una malattia vera e propria e come tale va ascoltato e supportato. Non sta facendo capricci per ricevere attenzioni, quindi sii il più empatico possibile. Cerca di organizzare un menù aprendoti al dialogo con l’altra persona. Pensa a nuove possibilità e alle diverse scelte che si potrebbero fare per farlo sentire al sicuro anche (e soprattutto) in quei giorni di festa.
Tenta di dare supporto alla persona e di farla sentire a casa in un momento potenzialmente delicato: qual è il suo comfort food per eccellenza? Prova a parlarci e a capire se anche quel giorno potrebbe essere di suo gradimento. Preparalo in maggiore quantità in modo che possa essere assaggiato anche dagli altri commensali: sarai stupito nel vedere la bellezza di come il cibo possa unire persone in modo inaspettato! Non dimenticare, infatti, che alla base della piramide alimentare non ci sono solo cereali, legumi, pesce, ecc…ma la convivialità. Alla base di tutto c’è il movimento per celebrare il corpo, il benessere della persona e la tradizione culinaria che contraddistingue tutto il nostro territorio italiano.
Un altro consiglio: evitare le restrizioni alimentari
Un altro consiglio che ci teniamo tantissimo a fornire è quello di non attuare restrizioni alimentari i giorni precedenti a quelli di festa. La persona deve mantenere un’alimentazione sana e ben bilanciata, tale da non escludere nessun tipo di cibo o macronutriente. Le forti restrizioni, infatti, potrebbero portare a dei grandi scompensi energetici tali da non ricoprire l’intero fabbisogno giornaliero della persona. Ciò potrebbe aumentare la probabilità di abbuffate. Recenti studi scientifici hanno dimostrato, infatti, che attuare dei meccanismi di restrizione alimentare e/o cognitiva può portare ad abusare dei cibi di cui ci siamo privati precedentemente. Questo innesca un meccanismo tossico di restrizione-senso di colpa-compulsione nel mangiare, il quale si perpetua all’infinito. Per prevenire le abbuffate che possono caratterizzare un DCA è importante scegliere consapevolmente di non restringere la propria alimentazione.
Assicurati quindi che la persona stia mangiando a sufficienza e, se noti qualche comportamento strano, parlane con delicatezza con lui/lei e cerca di capire a fondo il perché delle sue scelte. Dietro ad un DCA si nasconde un vero e proprio dolore interiore: cerca di essere gentile e, anche se non riesci a capire le motivazioni dietro a determinati comportamenti, sii consapevole che l’altro non ha scelto di avere una malattia. È inutile arrabbiarsi e costringere la persona ad applicare delle regole che potrebbero risultare ai tuoi occhi “più giuste”.
E dopo aver mangiato?
Una volta terminato il pranzo o la cena, può essere molto d’aiuto cercare di focalizzare l’attenzione di tutti su altre attività altrettanto conviviali: potresti proporre un gioco da tavolo, la visione di un film o uscire a fare una passeggiata.
Non abbassare la guardia però! Anzi, proprio su quest’ultimo punto ti consiglio di prepararti già una risposta alla classica associazione “camminare per smaltire ciò che si è mangiato”. Purtroppo, commenti di questo genere (“Mamma mia quanto stiamo mangiando! Da domani dieta ferrea”; “Ma che bel banchetto! Questa sera non cenerò”; “Ma hai visto quanto è dimagrita Claudia?”) risultano alquanto tossici, tanto da poter destabilizzare la persona che soffre di DCA.
Negli anni, complici della cultura della dieta, essi sono rientrati sempre più nella normalità e, difatti, è molto frequente sentirli a tavola da parte di nonni, zii, amici e questo avviene specialmente durante queste festività. Malgrado queste esclamazioni non vengano pronunciate con malizia o con l’intenzione di ferire l’altro, uno dei nostri consigli è quello di imparare a riconoscerle e a dare il tuo supporto, distogliendo la conversazione su argomenti differenti. A corpi diversi corrispondono bisogni diversi e va bene così. Infine, ricorda a tutti che il Natale è tanto altro e che il cibo è solo un contorno.
Non siete soli
Esattamente come chi soffre non deve sentirsi solo, è giusto che anche tu ti ricordi che non sei solo in tutto ciò: richiedi sempre un aiuto e supporto ogni qualvolta vedi il tuo caro in difficoltà. Vivere con e accanto ad un DCA non è mai semplice e può mettere a dura prova il nostro animo. Ricorda che esistono figure di competenza come psicologi, psicoterapeuti e nutrizionisti/dietisti a cui puoi rivolgerti per chiedere aiuto e per far in modo che la persona possa intraprendere un percorso multidisciplinare che lo possa portare piano piano alla guarigione.
L’articolo è stato scritto da Elisa e Chiara, volontarie dell’Associazione