Quei commenti poco graditi – La riflessione di Alessia

Questo mio articolo nasce da una serie di commenti a distanza di pochi giorni ricevuti da persone che di me non conoscono neanche l’esistenza.

Questo articolo nasce da una mia domanda: “Perché?”

Perché le persone continuano a commentare senza sapere?

Perché si continua a giudicare la persona dal corpo, da quello che mangia, da quello che fa? 

Mi spiego meglio.

Ho sofferto di un disturbo alimentare e ad oggi, pur avendo molta più libertà, sconfitto molte regole, paletti e molti demoni, mi ritrovo in un corpo che non sento ancora mio, che non sento SANO e ho ancora peso da prendere. 

Da 5 anni ad oggi ho preso peso, l’ho riperso e l’ho ripreso e di commenti ne ho ricevuti tanti davvero tanti. Commenti che prima mi avrebbero logorato la mente e influenzato. Commenti che ad oggi invece sul momento mi influenzano, ma poi razionalizzo, ragiono e vado avanti.

Vado avanti perché negli anni ho elaborato che non ne vale la pena. Che di commenti purtroppo ce ne saranno sempre e solo oggi so qual è la mia strada e quale sia la direzione giusta.  Vado avanti perché ora non voglio essere più fermata da nessuno. E questo mi è costato tanto allenamento, esercizio e anche pazienza. 

Ad oggi penso che commenti rivolti a ragazze o ragazzi che sono ancora facilmente influenzabili possono davvero cambiare (in peggio) la vita.

Vi faccio alcuni esempi:

  • Io al ristorante prendo un piatto di pasta al pesto. La finisco e la cameriera -neanche a me- ma al mio fidanzato dice “Ma l’ha mangiata tutta lei? È così magra”.  E quindi? Quindi se una persona “è così magra” non può finire un piatto di pasta?
  • Io in un negozio guardo dei vestiti. Si avvicina una ragazza (mai vista prima) e mi dice “Wow come sei magra” io le rispondo che non è così “wow” il mio magro, e lei dal nulla se ne esce con un “perché non ti provi questo maglione, MAGARI TI INGRASSA UN PO”. Scusa ma chi sei? Ti ringrazio, ma rifiuto l’offerta e vado avanti. 
  • Io ordino focaccia e pizza per cena. La commessa fa: “Mangiate tanto? Tu sicuramente no”. Scusa cara, ci siamo mai viste? Tu sai cosa, quanto, come mangio? No chiedo.. giusto per!
  • Io compro un pezzo di panettone da assaggiare alla sera. La commessa: “ PER TE CHE PUOI”. Ma ci vuole il permesso per mangiare?

E continuerei a volontà, ma mi fermo. Mi fermo perché da un lato sono stufa, dall’altro per alcuni commenti provo davvero dispiacere. Dispiacere perché in quel “Per te che puoi” avrei voluto sprofondare. Cosa vuol dire? C’è qualcuno che dà un permesso? Ognuno di noi dovrebbe sentirsi libero di mangiare un pezzo di panettone: non si sta facendo nulla di male.  Quel commento invece mi ha fatto sentire sbagliata. Ma poi razionalizzando, sbagliato è il pensiero di quella persona, NON IO.

Sbagliati sono i commenti, i giudizi; sbagliati sono i modi in cui si dicono le cose. Bisognerebbe avere un po’ più di tatto, essere più sensibili o semplicemente smettere. 

Smettere perché di una persona non si conosce nulla e non si può sapere quanto un solo commento, una sola frase, possano influenzare.

Smettere perché non si giudica una persona dall’aspetto fisico, da quello che mangia o da quanto ne mangia.

Come dice il Dott. Edoardo Mocini : “FATTI I PIATTI TUOI”. 

Le persone sono altro, le persone le vedi e le conosci da altro. 

Le persone sono quello che ti danno, amore, amicizia, sorrisi.

Un esempio. Una mia amica mi ha chiamata piangendo perché ha l’acne in viso e il dermatologo le ha detto che non si deve più truccare per il periodo della cura. Lei dopo questa notizia non voleva neanche più uscire di casa perché senza trucco, senza nascondere quell’acne, non si sente a suo agio.

La prima cosa che mi è venuta in mente è che quando ci siamo viste, se lei non mi avesse fatto notare dell’acne, io neanche me ne sarei accorta. Tutto questo perché? Perché in lei ho visto altro, ho visto una collega, un’amica con cui poter pranzare in pausa pranzo; una persona con cui poter fare una piacevole passeggiata; con cui scambiarsi i regali di Natale e parlare del più e del meno.

Lo stesso vale per una ragazza appena conosciuta, che magari non si trova bene nel suo corpo; non si vede magra e si vergogna del suo peso. Io appena l’ho conosciuta non ho guardato quanto fosse magra o pensato a quanto pesasse. Ho visto in lei la copia di me: andiamo d’accordo su tutto. Ho visto una nuova amica, amante di pizza e spritz proprio come me, ho visto una bella persona, di cuore.

Questo per spiegare anche che molte volte i primi a giudicarci e a non accettarci siamo noi stessi, i primi ad essere severi e a non bastarci mai, figuriamoci se si aggiungessero anche i commenti degli altri.

Bisognerebbe imparare ad amarsi di più, perché siamo belli e unici per quello che siamo, siamo delle macchine meravigliose e meritiamo tutto l’amore del mondo. Siamo sorrisi, siamo gioie, siamo semplicemente NOI e nessuno dovrebbe cambiarci.

Siamo perfetti nelle nostre imperfezioni

Contenuto a cura di Alessia Lanati

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
Zona Mercato 85038 Senise (PZ)
P.Iva 01779910767