Le parole vanno scelte con cura – La riflessione di Miriam

Quando si soffre di un disturbo del comportamento alimentare (DCA) si è molto sensibili a determinate tematiche ed è molto facile che alcune frasi dette da altre persone possano far male. In questo articolo voglio infatti far riflettere sull’importanza delle parole.

Tutti noi, se ci pensiamo, abbiamo delle aree o degli argomenti a cui siamo più sensibili. E immaginate che qualcuno, insistentemente o anche solo occasionalmente, faccia commenti, osservazioni o battute proprio su quelle tematiche. Sicuramente non è piacevole.

Bisogna tuttavia partire da un presupposto: non possiamo pretendere che, sempre e comunque, le persone sappiano come comunicare, cosa dire o cosa non dire. Può accadere che usino delle frasi o delle espressioni inadeguate nei nostri confronti, spesso più per mancata consapevolezza che per cattiveria.

E allora che fare?

Allora mi chiedo cosa posso fare, in quei momenti, per poter stare meglio? La prima cosa che mi viene in mente e che mi è stata utile è cercare di separare il pensiero degli altri dal proprio.

Questo significa imparare a filtrare le informazioni. Valutare sempre chi sta dicendo quelle cose, i possibili perchè e riconoscere che spesso quei pensieri o quelle frasi sono lontani da ciò che crediamo di noi stessi.

So che non è una cosa scontata e allo stesso tempo so che è davvero importante imparare a mettere dei confini.

Tendiamo a chiuderci

Quando si riceve un commento poco gradito, la tendenza è quella di chiudersi senza manifestare il fastidio o la rabbia che magari stiamo provando. In realtà comunicare ed esprimersi è molto importante per far capire il nostro modo di vedere e sentire le cose.

Spesso ci vengono chiesti consigli su come poter stare vicino a chi soffre di un disturbo del comportamento alimentare. Ecco in questo articolo farò riferimento in particolare alla comunicazione e alle cose da non dire.

Si devono evitare commenti sul corpo e sui suoi cambiamenti. “Wow come sei dimagrita/o” non è per forza un complimento; “Ora che hai messo su peso stai molto meglio” non è un complimento e spesso non è un incoraggiamento. Qualcuno potrebbe chiedersi il perchè. Potremmo sicuramente affermare che la forma corporea e l’alimentazione, per quanto ormai siano “sulla bocca di tutti”, sono dei temi strettamente personali e quindi non è necessario fare commenti, soprattutto se sappiamo delle possibili difficoltà di una persona in merito a questi temi (ma anche in generale!).

Inoltre noi non sempre possiamo sapere come si percepisce quella persona, cosa significa per lei aver perso o preso peso. Frasi come quelle citate in precedenza potrebbero davvero mettere in crisi un percorso terapeutico in fasi delicate della malattia.

Lo stesso vale in merito a quanto una persona mangi o non mangi; alle scelte alimentari che fa; alla velocità o lentezza con cui termina un pasto. Fare osservazioni, commenti o battute non servirà a far sentire meglio, anzi spesso si tratta di comportamenti inadeguati.

Dare un peso alle parole

È importante imparare a dare il giusto valore alle parole, scegliendo bene il modo in cui ci esprimiamo perché non sappiamo come l’altra persona possa recepire quello che abbiamo detto.

Questo non significa che non si può più dire niente. Significa semplicemente riconoscere che viviamo in una società complessa, dove una stessa frase può produrre diversi effetti. Per questo è importante avere consapevolezza di ciò che diciamo, del modo in cui lo diciamo e del contesto in cui ci troviamo. Potremo, così facendo, scegliere con cura il nostro linguaggio e costruire delle relazioni ancora più solide basate su un vero ascolto e una vera comprensione reciproca.

L’articolo è stato scritto da Miriam, volontaria dell’Associazione

Contenuto a cura di Animenta

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Pasta Secca 500g

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