Conferenza stampa sui Disturbi Alimentari: argomenti e novità

Il 16 dicembre 2021, presso la Camera dei Deputati, si è tenuta una conferenza dedicata ai disturbi alimentari . Lo scopo è stato quello di discutere sulle proposte per un percorso di cura efficace insieme al insieme all’Onorevole Marta Grande (M5S) con la partecipazione della giornalista e conduttrice Francesca Fialdini, del Dottor Leonardo Mendolicchio, del Sottosegretario Andrea Costa e del Professor Mirabella. Durante la settimana ci sono stati alcuni emendamenti in Senato riguardanti anche i DCA, anche se l’obiettivo -afferma Marta Grande- è quello di avere delle soluzioni legislative di fronte a questa difficoltà.

È un emergenza sanitaria: non si può più negare

In Italia si parla di più di tre milioni di persone affette da questa malattia, persone che hanno bisogno di un supporto multidisciplinare per uscirne. Spesso i pazienti si sentono soli, il costo economico per accedere alle cure necessarie è alto e le strutture non solo non sono distribuite in maniera omogenea su tutto il territorio, ma spesso sono inesistenti. Il Dottor Mendolicchio dichiara infatti che si hanno 900 posti letto a disposizione, quando gli affetti da DCA sono 3 milioni: un rapporto spaventoso, dato che nella maggior parte dei casi si ha bisogno di un periodo di ricovero ospedaliero. 

Vista l’alta incidenza, esiste una rete di cura adatta?

Il Dottor Mendolicchio spiega che è una patologia che esordisce a qualsiasi età, ma, nella maggior parte dei casi, nella fascia pre-adolescenziale. Si è registrato infatti un grande incremento durante la pandemia: si parla del +40%, soprattutto per quanto riguarda l’anoressia. È una malattia mentale che infatti tocca il 4-5% della popolazione. Una percentuale simile riguarda il diabete di tipo 1, ossia quello dei bambini.

La differenza sta però nel fatto che, per quest’ultima patologia, ogni ospedale pediatrico ha un reparto dedicato a esso, mentre per i DCA non funziona così. L’elevata incidenza e mortalità sono infatti dovute al fatto che non c’è una rete assistenziale diffusa inclusiva.

In più, aggiunge poi il Dottor Mendolicchio, spesso c’è “un’area grigia” di persone che non vengono curate con i giusti mezzi: infatti, se da una parte per accedere ad un ricovero non bisogna avere un peso corporeo troppo basso, dall’altra parte per avere un ricovero negli ospedali alcuni pazienti sono considerati “troppo poco gravi”. Rimane dunque una fascia di pazienti scoperta, a cui non vengono garantite le giuste cure. Per questo motivo, al mese muoiono 3-4 persone per non essere riuscite ad entrare nelle strutture.

Per fortuna alcuni ospedali, aggiunge il Dottore, come l’Istituto Auxologico di Piancavallo, si stanno impegnando a non mettere paletti riguardanti solo il peso corporeo per essere ricoverati. I DCA sono prima di tutto malattie della mente

Perché è così difficile parlare di disturbi alimentari?

Prima di arrivare a queste considerazioni così gravi e bisognose di ascolto, Francesca Fialdini sostiene che parlare di DCA fa mettere il dito nella piaga nei rapporti primari, cioè in quelli che tutti hanno con i propri genitori, parenti, amici e con i propri riferimenti. Infatti, nessuno vorrebbe essere giudicato per il proprio modo di amare, ma, quando ci riferiamo ai DCA, vogliamo anche parlare del modo di trattare i nostri giovani e del modo di farli sentire inclusi o esclusi.

La giornalista continua portando due storie di persone che soffrono di DCA e che sono state protagoniste della trasmissione “Fame d’amore”, andata in onda proprio grazie a Francesca Fialdini e al Dottor Mendolicchio.

Come primo esempio, porta quello di Alberto. I suoi genitori si separano e lui va a vivere con il padre, sentendosi abbandonato dalla madre. La realtà è ben diversa, ma poco importa: è fondamentale invece ciò che pensa il ragazzo.

La seconda storia è quella della figlia di un avvocato, di Beatrice. La sua passione è quella della moda e quindi decide di non seguire le orme del padre.

Quindi, da un lato abbiamo il peso di un tradimento, dall’altro quello delle aspettative altrui.

Da queste storie d’esempio, si deduce anche che spesso sono i modi di relazionarsi all’interno della famiglia e della scuola hanno un grande impatto, impatto che emerge anche dalla regolazione del linguaggio in questi contesti. Sappiamo bene tuttavia di non poter ridurre l’insorgere di un DCA solo ad unico aspetto, ma si tratta di una costellazione di fattori che poi portano allo sviluppo della malattia. 

Sempre parlando di esempi concreti e storie reali, per far comprendere  il concetto di “società malata” e l’impatto che questa ha sulle persone, il Dottor Mendolicchio porta l’esempio di una sua paziente quindicenne. Questa ragazza si è ammalata di anoressia durante la pandemia: racconta infatti che durante il lockdown si è trovata improvvisamente sola. Vedeva i professori e compagni solo attraverso uno schermo. Inoltre, nei momenti liberi in cui navigava sui social, vedeva solo immagini di corpi, cibo ed esercizi fisici, come se fossero questi tre i pilastri portanti di quel momento, o le cose di cui non si poteva fare a meno.

Cosa si impegna a fare il Governo di pratico?

Viene letta la lettera di Stefano Tavilla, che per cause di forza maggiore, non era presente.  Stefano è il fondatore e presidente dell’Associazione “Mi Nutro di Vita” ed è tra i referenti del “Movimento Lilla”. Uno degli obiettivi dell’Associazione è stato ed è quello di  inserire i DCA nei LEA, cioè nei Livelli Essenziali di Assistenza previsti per ogni regione. 

A tale lettera risponde il Sottosegretario Costa, il quale sottolinea che la lettera evidenzia le criticità del problema e della politica. Politica che deve chiedersi il perché sempre più persone soffrono di queste patologie, quando il dovere di uno Stato è anche quello di garantire la salute fisica e mentale dei cittadini. Aggiunge che la risposta deve essere data in tempi rapidi.

Dà inoltre una notizia rassicurante: dato che i LEA sono in fase di aggiornamento, siamo in un buon momento per inserirvi anche i DCA come ambito autonomo rispetto alle altre malattie mentali. Almeno si spera. 

Francesca Fialdini conclude chiedendo a Marta Grande se è pronta a farsi carico di questa responsabilità. Lei risponde che deve essere fatto un lavoro di squadra e che il Parlamento è disposto a farlo perché sono chiari sia la grandezza del fenomeno che il livello di pericolosità. 

Siamo dunque speranzosi che venga dato il giusto riconoscimento anche ai DCA, perché stiamo vivendo una “pandemia nella pandemia” di fronte alla quale non si può più fare finta di nulla: i numeri ce lo dicono chiaramente.

Speriamo quindi che questo sia solo il primo di molti interventi che verranno fatti per garantire aiuti concreti alle persone affette da DCA. Ad oggi la cura non è inclusiva. È molto costosa, non ben distribuita sul territorio nazionale e con criteri valutativi/diagnostici che si basano ancora troppo su aspetti importanti, ma marginali come il peso. Bisogna ricordare che i DCA sono primariamente, come già specificato, malattie mentali con conseguenze fisiche

È possibile visionare l’intera conferenza al seguente link:  https://webtv.camera.it/evento/19693

Contenuto a cura di Veronica Nicolini

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