Quanto pesa il peso nei disturbi alimentari?
Questa è una domanda che mi ha fatto riflettere ed io, di solito, comincio i miei articoli con delle frasi che trovo qua e là nel mio diario.
Era esattamente il 18 febbraio 2016 quando scrivevo:
“3 etti che pesano come 3 chili, cos’è un numero sulla bilancia? Cos’è un pugno di calorie? Nulla, davvero nulla. Posso e devo permettermi tutto… Lo faccio per me, lo faccio per me, lo faccio per me…”
Ancora oggi, a distanza di 5 anni, mi chiedo:
“Ma quanto pesa il peso?”
Mi è capitato spesso di pormi questa domanda. So che posta così può sembrare una frase senza senso, ma c’è un mondo dietro.
“Quanto pesa il peso? Quanto pesa il peso…”: se provi a ripeterla più volte, inizi anche a percepire un significato.
Quanto pesa nella nostra vita quel numero sulla bilancia?
Quanta importanza diamo a quel numero rispetto alla persona che siamo?
Che impatto ha su di noi il fatto che i social, la diet culture, la pubblicità e la TV prendano come punto di riferimento per qualsiasi cosa il peso?
Quanto pesa il pensiero di non concederci quello che vogliamo perché abbiamo paura di vedere aumentare quel numero?
Quanto pesa il timore di guardarsi allo specchio e scoprirsi più ingombranti?
Tanto.
“3 etti che pesano come 3 chili”, scrivevo.
Ricordo che in quel periodo ero terrorizzata dal peso, dalla bilancia, tanto da non dormirci la notte. Attendevo quel giorno con ansia, il famoso “giorno della pesata”, perché era in quel preciso istante in cui, in base al risultato, potevo decidere e organizzare la settimana successiva. Vivevo in funzione del mio peso.
Hai perso peso? Ok, allora puoi concederti un cioccolatino martedì, la pizza sabato e magari un piatto di pasta.
Hai preso peso? Ok, niente di niente per una settimana.
Vivere in base al peso, vivere in base a un numero.
Nella vita di numeri ne vediamo a valanghe tutti i giorni. Vediamo numeri a scuola, al lavoro. Li vediamo scritti ovunque, ma come può un numero definire le mille sfaccettature della persona che sei?
Come può un “110 e lode” definire quello che sei? Come può tutto ciò che è racchiuso dentro di te esaurirsi in un “X kg”?
Serve tempo
Mi ci è voluto del tempo, tanto tempo per capire che un essere umano è molto di più. Che ciò che conta davvero è quello che doniamo agli altri. L’essenziale è l’amore che abbiamo dentro, la nostra famiglia, il bene che possiamo fare, i sorrisi che possiamo portare.
Mi ci è voluto del tempo per capire che le persone ci guardano e ci apprezzano per quello che siamo e non per quello che mangiamo o per il numero che compare sulla bilancia quando ci saliamo su. A chi ci vuole bene non interessa se abbiamo un brufolo in faccia, se non ci trucchiamo, se indossiamo la tuta anziché un vestito super elegante, se non prendiamo 30 a un esame, se non studiamo 4 ore al giorno, se non ci alleniamo tutti i giorni.
Molto spesso i primi a giudicare siamo proprio noi stessi, e siamo severi, non ci riserviamo sconti, quando in realtà non abbiamo bisogno di nulla se non di accettarci, ascoltarci e amarci un po’ di più.
Da quel 2016 ho preso tanti voti agli esami, ho preso 2 lauree, ho superato l’esame di Stato, eppure mi sento sempre la stessa persona, non sono né più intelligente, né più brava degli altri.
Da quel 2016 ho perso e soprattutto preso peso, in particolare in quest’ultimo periodo. E questo capita forse perché sono più tranquilla, perché ho imparato ad ascoltarmi un po’ di più e a provare a lasciare andare. Mi ripeto sempre una frase: “Il corpo sa”. Sta a noi ascoltarlo.E volete sapere una cosa? Oggi non do più peso a quel peso.
