A tu per tu con il Dottor Edoardo Mocini

“Il governo britannico sceglie di introdurre l’apporto calorico nei menù come misura “anti-obesità”. È cominciata così la nostra chiacchierata con il Dottor Edoardo Mocini, Medico chirurgo specialista in Scienza dell’Alimentazione e divulgatore, che ci porta a riflettere sull’importanza della prevenzione e dell’educazione alimentare.

Il governo britannico sceglie di introdurre l’apporto calorico delle pietanze nei menù delle grandi catene di ristorazione come misura “anti-obesità”. Un provvedimento isolato di questo genere offre realmente dei benefici nel contrastare l’obesità? Secondo la sua esperienza, che impatto ha una misura di questo tipo sulle persone che soffrono di obesità?

In realtà non ha un impatto significativo sugli eccessi adiposi. Questi molto raramente sono causati dai pasti consumati fuori casa. Per la stragrande maggioranza delle persone i momenti in cui si mangia fuori rappresentano una piccola parte della dieta rispetto alla maggior parte dei pasti consumati. Spesso tra l’altro sono associati a momenti conviviali che anche in dietoterapie (che fanno parte di terapie multidisciplinari dell’obesità) sono non solo concessi ma incoraggiati, in quanto sottrarsi completamente alla vita sociale non si può certo definire salutare per il paziente (se non per brevissimi periodi, non certo realistici nel caso del trattamento dell’obesità). 

Certo scegliere un pasto fuori casa con un quantitativo minore di calorie teoricamente aiuta a mantenere un bilancio calorico negativo, ma quello che conta non è l’eccezione in cui si mangia fuori casa, ma la quotidianità che si costruisce nelle proprie abitudini. 

L’obesità viene prevalentemente associata a una dieta malsana e ad una scarsa attività fisica, che, a loro volta, vengono spesso attribuite a una “pigrizia” che finisce poi per definire la persona in toto. Che impatto ha questo tipo di narrazione sulle persone che ne soffrono? Come si può promuovere un modo diverso di raccontare questa patologia, contribuendo proprio a informare in modo inclusivo, abbracciando la complessità, anche e soprattutto rispetto al fatto che è di una malattia che si parla?

Purtroppo lo stigma nei confronti dell’obesità è ubiquitario, presente perfino tra i professionisti sanitari. Ovviamente esiste un margine di modifica dei propri comportamenti personali. Tuttavia, tutte le evidenze scientifiche, ci mostrano come esistano cause ambientali, genetiche, sociali oltre a quelle legate allo stile di vita che predispongono le persone ad accumuli adiposi e che rendono incredibilmente faticoso, anche di fronte a grande motivazione e impegno, perdere e mantenere il “peso” (inteso come adipe in eccesso). Si tratta, e su questo c’è unanimità nella comunità scientifica, di una patologia multifattoriale molto complessa, legata a meccanismi neuro-endorcrini che sono a loro a volta causa e conseguenza di comportamenti alimentari, meccanismi che sono ancora in parte sconosciuti. L’unico modo per lottare contro lo stigma è continuare a fare informazione e divulgazione sul tema sia in ambito professionale che verso la popolazione.

A fare la differenza sono gli strumenti acquisiti che ciascuno può mettere in campo (o meno). Quanto è importante, quindi, introdurre anche percorsi di educazione alimentare?

Sicuramente di fronte ai mutamenti della nostra società avvenuti negli ultimi 50 anni non abbiamo visto politiche di educazione alimentare e sullo stile di vita in generale. Se come società spendessimo metà delle energie e delle risorse (anche economiche) che spendiamo per stigmatizzare in politiche di educazione all’alimentazione sana e all’attività fisica miglioreremmo sensibilmente la qualità di vita e la salute di molte persone. Con questo non dobbiamo pensare che sparirebbero i corpi grassi, semplicemente miglioreremmo la salute complessiva della popolazione.

Acquisire degli strumenti che consentano, ad esempio, di considerare le calorie come uno dei parametri da tenere in considerazione, e non come l’unico riferimento che possa riassumere una questione in realtà ben più complessa. Quali aspetti dell’esperienza nutrizionale vengono meno eleggendo le calorie a parametro assoluto?

Sicuramente il bilancio calorico è un punto importante dello stato di nutrizione, non si può dire che non abbia alcun valore. Accanto a questo però, è necessario considerare che esistono forme di malnutrizione, neanche così rare, legate ad apporti scorretti in termini di macro e micronutrienti che possono portare a complicanze anche gravi. Queste tipologie di malnutrizione sono purtroppo comuni quando si smette di considerare la qualità della dieta nel suo complesso e ci si concentra solo sulle calorie.

Abbiamo parlato di una misura per contrastare l’obesità. Una misura che, però, potrebbe ottenere risultati diametralmente opposti se parliamo di disturbi del comportamento alimentare. Qual è l’impatto – e quali sono i rischi – che un provvedimento di questo tipo potrebbe avere su una persona che soffre di DCA.

E ancora: rappresenta un ostacolo in termini di prevenzione?

Purtroppo se anche volessimo credere che le calorie sui menu possano rappresentare uno strumento utile per qualcuno (ripeto, non credo lo siano per le persone con obesità) dovremmo sempre tenere a mente che rappresenterebbero un terribile trigger per le persone con disturbi dell’alimentazione e della nutrizione (che, ironia della sorte, sono presenti in % a doppia cifra tra le persone affette da obesità). Mi sento di dire che anche in questo caso come forma di prevenzione aiuterebbe l’educazione alimentare. Senza dubbio però, semmai uno dovesse mettere in pratica iniziative del genere, sarebbe opportuno farlo su menu da consegnare a parte, da fornire solo su richiesta, per evitare di sottoporre a persone in trattamento o a rischio di sviluppare DCA senza che queste possano tutelarsi.

Contenuto a cura di Stefania La Mattina

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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